“AKK? Non chiamatela mini Merkel” Parla Birgit Kraatz

Secondo la giornalista e scrittrice tedesca, Annagret Kramp-Karrenbauer, la nuova leader dei cristiano democratici, prenderà in parte le distanze dalla Kanzlerin, spostando il partito a destra, ma nel segno della modernità.
MATTEO ANGELI
Condividi
PDF

Habemus papam! Dopo diciotto anni la Cdu ha un nuovo presidente. Ed è di nuovo donna. Angela Merkel passa il testimone ad Annagret Kramp-Karrenbauer (AKK per i media), cinquantasei anni, già governatrice della piccola Saarland, che ha avuto la meglio sugli altri due candidati alla presidenza, Friedrich Merz e Jens Spahn. È l’inizio di una nuova epoca per la Cdu. La Germania e l’Europa stanno a guardare. Cosa cambia con Kramp-Karrenbauer? Ne abbiamo discusso con Birgit M. Kraatz, giornalista e scrittrice, corrispondente in Italia per più di trent’anni per Stern, ZDF e Der Spiegel e autrice del libro intervista con Willy Brandt “Non siamo nati eroi”.

Signora Kraatz, Annegret Kramp-Karrenbauer è la persona giusta per guidare i cristiano democratici tedeschi?
Penso di sì. Ha un grande feeling con la base ed è riuscita a spuntarla in una corsa che si è rivelata sorprendentemente interessantissima. Non era scontato che Merkel riuscisse ad avere un erede. Questa negli ultimi diciotto anni ha ricostruito e risollevato il partito, che prese in mano quando era a pezzi a causa di uno scandalo che coinvolse Helmut Kohl e tutta la Cdu. Una presenza al potere così lunga e forte rischiava di schiacciare ogni potenziale successore. Ma non è stato così. La corsa alla presidenza del partito, con otto grandi conferenze regionali a cui hanno partecipato i tre candidati, ha entusiasmato la base e i delegati.

Com’è riuscita a spuntarla Kramp-Karrenbauer?
Kramp-Karrenbauer era la candidata sostenuta da Merkel, che l’ha portata a Berlino all’inizio dell’anno indicandola come segretaria generale del partito. È riuscita a vincere con un discorso pieno di passione. Durante le conferenze regionali è sempre stata additata come la “mini Merkel”, perché vista come una sua continuazione. Per questo ha dovuto fare l’equilibrista, cercando da un lato di staccarsi da Merkel e dall’altro di non tradirla. Ci è riuscita bene e questo le ha permesso di rafforzare la sua reputazione di politica che sa unire, sa mediare, sa integrare. Kramp-Karrenbauer ha rifiutato il titolo di “mini Merkel”. Ha rivendicato che sono diciott’anni che fa politica. È stata ministro dell’interno, dell’educazione e presidente del Saarland. Ha tirato fuori tutta la grinta di una lottatrice e questo le ha permesso di vincere nonostante gli uomini forti del partito puntassero su Friedrich Merz, insistendo sulla sua grande conoscenza nell’economia.

Che tipo è Merz?
L’esperienza politica di Merz è decisamente inferiore a quella della sua sfidante. È stato capogruppo per due anni della Cdu, ma parliamo di quindici anni fa. Sono anni che non fa più politica e che fa il manager nell’alta finanza. Ha promesso di recuperare la metà dei voti che ora vanno all’estrema destra dell’Afd, ma non ha mai spiegato come farlo. Per chi lo sosteneva rappresentava il candidato che avrebbe potuto portare la Cdu dal 27 per cento odierno al quaranta per cento, come nel suo passato glorioso. Dopo la sconfitta si è messo a disposizione di Kramp-Karrenbauer, ma non credo che resterà. Lui è uno che vuole essere leader. O primo o niente.

Quindi a Merkel è andata bene che abbia vinto Kramp-Karrenbauer?
Certo. Si temeva che se avesse vinto Merz il paese sarebbe andato a elezioni anticipate. Merz non aveva dimenticato come Merkel era stata all’origine della fine della sua carriera politica quindici anni fa. Con Kramp-Karrenbauer Merkel potrà stare tranquilla fino al 2021, fine naturale della legislatura. Questa è una cosa positiva: il paese ha bisogno di stabilità. L’anno prossimo ci sono tre elezioni regionali difficili nell’est del paese (Brandeburgo, Sassonia, Turingia, ndr). In Turingia l’Afd potrebbe essere perfino il primo partito. C’è un grande lavoro dal basso da fare.

In questi anni di governo, Merkel ha portato la Cdu a sinistra. Con Kramp-Karrenbauer continuerà questo trend?
No, lei si sposterà a destra, per necessità. Ha già detto di non condividere alcune scelte che Merkel ha preso, tra l’altro con una certa disinvoltura, come ad esempio il matrimonio per le coppie omosessuali, a cui Merkel aderì senza spiegare al suo partito perché lo faceva. Kramp-Karrenbauer è madre di tre figli e vuole chiaramente tornare al valore della famiglia “tradizionale”, da sempre importante per i cristiano democratici tedeschi. Un valore sul quale Merkel negli ultimi anni ha insistito meno, sia perché non ha figli sia perché aveva scelto di svoltare a sinistra. Un’altra decisione di Merkel che Kramp-Karrenbauer ha messo in discussione è la svolta ecologica, con l’abbandono del nucleare e del carbone che avvenne in seguito al disastro di Fukushima nel 2011. In ogni caso, i cambi di rotta non saranno bruschi. Kramp-Karrenbauer tornerà ai valori tradizionali della Cdu. È una donna conservatrice, ma anche moderna, conosce la vita e la politica e sa quindi che deve offrire una risposta adeguata ai nostri tempi.

Merkel ha avuto un ruolo centrale in Europa in questi anni, nel bene e nel male. Che posizioni pensa che assumerà Kramp-Karrenbauer su questo tema?
È ancora presto per dirlo. Kramp-Karrenbauer non ha esperienza internazionale. Ma è una di cui ci si può fidare. Ha una grande etica del lavoro, studierà sicuramente in maniera approfondita tutti i dossier. Sa sgobbare, ascoltare, intuire, non le è stato regalato niente. Non va sottovalutata.

Kramp-Karrenbauer è riuscita a convincere i delegati del partito e farsi eleggere presidente. Ma avrà lo stesso successo con gli elettori tedeschi?
Molto dipende da come si comporteranno gli uomini forti del partito. Questi erano chiaramente tutti con Merz. Persino il presidente del parlamento, Wolfgang Schäuble, si era espresso a favore di Merz. Un atto che è stato interpretato come una rivalsa contro Merkel, che non gli permise di diventare presidente della repubblica e che terminò rapidamente la sua esperienza di presidente del partito. Se gli uomini forti del partito non la boicotteranno, Kramp-Karrenbauer potrebbe riuscire a fare in modo che la Cdu resti un partito popolare.

La Cdu ha scelto di nuovo una leader donna e anche negli altri partiti ci sono molte donne ai vertici. La Germania è la repubblica delle donne?
È una situazione in contraddizione con la società reale. In parlamento ci sono meno donne che negli anni precedenti e lo stesso vale per le altre posizioni di vertice nel paese. Sono state addirittura introdotte le quote per fare in modo che in pochi anni ci sia il quaranta per cento di donne al vertice delle aziende. Forse un giorno la Germania sarà la repubblica delle donne, ma c’è ancora molto lavoro da fare.

Chi dovrà battere Kramp-Karrenbauer per prendere il posto di Merkel alla guida del governo nel 2021?
Se si va avanti così, sicuramente i Verdi, guidati dal filosofo Robert Habeck e dalla giovanissima Annalena Baerbock. Questi ovunque vanno entusiasmano la gente, facendo man bassa di voti. In Baviera hanno sorpassato la Spd e preso voti ai cristiano sociali. Sono una coppia vincente. Kramp-Karrenbauer è tosta, forse ce la farà a spuntarla, ma la strada è ancora lunga e non sarà sicuramente una passeggiata.

“AKK? Non chiamatela mini Merkel” Parla Birgit Kraatz ultima modifica: 2018-12-08T12:26:56+01:00 da MATTEO ANGELI
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento