Sicurezza. Libertà. La “versione Minniti”

Come vincere la sfida dell’integrazione senza perdere voti. Difficile mestiere, ma occorre almeno provarci. Considerazioni a proposito del recente libro dell'ex-ministro degli interni
ADRIANA VIGNERI
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Sarà perché è calabrese. Sarà perché è uno sportivo. Sta di fatto che la domanda (che gli ha rivolto il capo del Mossad) “Ma lei da quali reparti operativi proviene?” appare pienamente pertinente. 

Eppure se lo senti parlare – quando presenta il suo libro Sicurezza è libertà, perché dalla corsa alla segreteria del Pd si è ritirato – non ha nulla del militare. È piuttosto una persona appassionata, con risorse da condottiero (o da segretario di partito).

Ma veniamo al libro, in cui Minniti racconta la sua esperienza di governo e quella precedente più dietro le quinte, a cominciare da quando anche per lui la parola “sicurezza” era più “una parola della destra”. Si tratta soprattutto della Libia, ma anche di Isis e di altri “affari” che gli è capitato di gestire in qualità di risolutore di guai.

Il libro parla di politica, di politica in generale e di politica dell’immigrazione in particolare. È questo l’interesse fondamentale, ed anche l’utilità. Perché non abbondano i leader di sinistra e di centrosinistra che affrontano (che hanno affrontato) questo tema, che esibiscono una linea politica su questo tema. L’impressione è piuttosto che si rifugga dall’occuparsene, tema troppo delicato, troppo divisivo. Ecco. Minniti se ne è occupato, diciamo francamente, ha avuto il coraggio di occuparsene. Operativamente.

Anche Minniti, come Calenda (i due libri sono usciti contemporaneamente), riconosce che da parte del Pd si è capita troppo tardi la paura delle persone e quindi la “rottura sentimentale” che si è creata con l’elettorato tradizionale del centrosinistra. Minniti per fare lezione di politica usa le coppie presunte opposizionali: libertà/sicurezza; umanità/sicurezza; ma anche sviluppo economico/progresso sociale. Per concludere che non bisogna mai farsi imprigionare nell’alternativa valori/consenso e che occorre vincere la sfida dell’integrazione senza perdere voti. Difficile mestiere, ma occorre almeno provarci.

Difficile, per una persona di sinistra, perché, diciamo la verità, a sinistra c’è chi dice “accogliamo tutti” ma anche “quello che fa ora Salvini, non potevamo farlo noi prima?”.

Di particolare interesse il resoconto dell’attività svolta dal ministro Minniti in Libia, dove OIM e UNHCR non mettevano più piede e tanto meno visitavano i centri di detenzione dei migranti. Dopo l’opera del ministro dell’interno, l’OIM e l’UNHCR sono tornati ad operare a Tripoli. Con la mediazione dell’Italia nell’autunno 2017 è stato firmato un protocollo d’intenti tra governo libico e l’UNHCR per la realizzazione di un centro dedicato alla protezione internazionale per persone con straordinarie fragilità. Si è cominciato a lavorare ai corridoi umanitari, oltre che dalla Siria, dalla Somalia, dall’Etiopia, anche dalla Libia. Si è lavorato con la Cei, la Comunità di S. Egidio, la Tavola valdese. E qualche corridoio umanitario è stato anche realizzato. Si è lavorato ai rimpatri assistiti (dalla Libia ai paesi di origine). Minniti cita un numero: 25.000.

Non si può qui ripercorrere l’attività svolta dall’Italia nei diciotto mesi scarsi da questo ministro, che è anche la persona che nel 2007 ha collaborato insieme con l’allora sottosegretario ai servizi Enrico Micheli alla riforma dell’intelligence (legge 124), contribuendo a collocarla all’interno di un serio equilibrio democratico. 

Interessa piuttosto dire che non se ne sa nulla. E pour cause: oltre alle vicende libiche, anche i due decreti legge Minniti del febbraio 2017 – uno sull’immigrazione, l’altro sulla sicurezza urbana – sono stati considerati un cedimento alla destra. Il fatto che all’interno del partito di appartenenza le idee fossero confuse spiega abbondantemente questo silenzio. 

La lettura della “versione Minniti” – Sicurezza è Libertà – può aprire qualche squarcio e suscitare qualche riflessione.

Sicurezza. Libertà. La “versione Minniti” ultima modifica: 2019-01-23T19:19:24+01:00 da ADRIANA VIGNERI
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