Simonetta Agnello Hornby. Semplice buon senso

A Venezia su invito di Ca’ Foscari, la scrittrice ha accettato di raccontarsi con generosità, la sua solita verve, e l’ironia che la contraddistingue
MANUELA CATTANEO DELLA VOLTA
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Simonetta Agnello Hornby è passata per Venezia. Invitata da Ca’ Foscari nell’ambito del programma Lei – Center for Women’s Leadership – ha accettato di raccontarsi con generosità, la sua solita verve, e l’ironia che la contraddistingue, toccando alcuni punti nevralgici sulle disparità di genere. Simonetta Agnello Hornby ha pubblicato, tra gli altri, “La menullara”, “La Zia Marchesa”, “La monaca”, “Boccamurata”, “Il veleno dell’oleandro”, “Nessuno può volare”, “Vento scomposto”, “Camera oscura”.

Ecco qualche sua pillola di saggezza, anche se lei correggerebbe con “semplice buon senso” e soprattutto affermando che: “È tutto vero, sono dati di fatto, non c’è motivo di mentire”.

VOTO: Sono nata che non avevo il diritto di voto. Ero destinata a non contare. Più di 73 anni di voto per essere consci di essere uguali agli uomini.

SICILIA: Sona nata siciliana, non italiana. I siciliani erano trattati “diversi”. Un esempio? Quando ero in Inghilterra mi chiesero: “Non vorrei offenderla avvocato, ma lei non si è laureata in Sicilia vero?”. È difficile sentirsi non umiliati.

COPPIA: Ci sono brave donne che s’impongono come tanti bravi uomini. Nelle famiglie islamiche la donna è importantissima (almeno dentro casa, da noi spesso la donna non è considerata importante né fuori né dentro). In Inghilterra la donna è in una situazione inaccettabile, perché uomini e donne hanno stessi diritti e doveri senza considerare le differenze fisiche. Ora qualcuno mi deve spiegare perché la licenza di paternità o maternità si dà solo alla nascita. Appena nato il bimbo ha bisogno di essere allattato e solo la madre è utile, ma dopo il padre serve tantissimo.

FAMIGLIA: La famiglia in tutto il mondo è il nucleo di una società. È fondamentale. Ci sono tante disgrazie in famiglia. A cominciare dalla Bibbia: non so chi l’abbia scritta ma racconta di un fratello che uccide suo fratello. Il messaggio è brutto. Se fosse stato lo zio sarebbe stato diverso. Così è pesante.

DONNA E LAVORO: Negli anni Settanta ero in Inghilterra, settimo mese di gravidanza e cercavo lavoro. Vado a un colloquio e mi ritrovo cinque uomini a intervistarmi.
Prima domanda: lei legge i giornali?
Ovviamente rispondo sì e dico anche quali.
Seconda domanda: perché vuole lavorare in Inghilterra?
Risposta mia: perché sono incinta, mio marito lavora qui e sarebbe difficile fare la pendolare.
Contro domanda: ma fra dieci anni potrebbe fare la pendolare?
Risposi solo dentro di me: tra dieci anni sarò al tuo posto.
Il resto dell’intervista fu con domande su mio marito. Per la cronaca, dopo dieci anni non ero al posto di quell’avvocato ma dopo quindici sì.
Oggi forse farebbero altre domande, ma potrebbero rifiutare una donna con svariate altre argomentazioni.

INFANZIA: anche in questo siamo uguali. L’abuso di minori, l’abuso dei deboli, è fatto da uomini e donne indipendentemente.
La pedofilia è vicino a noi: quando sono nate le mie nipoti, il giorno della nascita – per tutte loro – ho detto al padre della mia nipotina, e quindi a mio figlio: “questa bambina tu la devi proteggere, anche da tuo fratello”. Era una frase forte e naturalmente intendevo che i bambini vanno protetti da molto vicino, che non si può essere vigili solo da lontano. E anche se mio figlio Nicola mi rimproverò dicendomi di aver tolto l’innocenza a un giornata bellissima per la nascita di sua figlia, poi capì e mi ringraziò.

DIVERSITÀ: Nella mia vita, fin da piccola, sono stata circondata da diversi. Abbiamo avuto di tutto: il cieco, il sordo, lo strambo, la gamba di legno, i tic più stravaganti, ma mai una volta li abbiamo considerati diversi. Erano così, punto. Difficile da spiegare, invece ci adattavamo al diverso nelle maniere a tavola: se qualcuno mangiava con le mani e noi no, nostra madre, lei per prima, assecondava l’ospite e quindi ci adattavamo ai suoi costumi. Non era facile. Credo però che le proprie diversità debbano essere limitate. Bisogna rispettare il paese in cui si decide di vivere, se no si rimane a casa propria.
E credo profondamente nell’uguaglianza delle persone. È un dato di fatto.

CIBO: Noi siamo Homo Sapiens, Sapiens grazie al cibo. A casa nostra non si buttava via niente. Tutto, ma proprio tutto, veniva riutilizzato, riciclato, ridato in pasto. Dal pane secco che diventava pan grattato alle bucce di frutta che diventavano parte di un dolce.
Cibo è cultura, è conoscere come è fatta la gente.

MATRIMONIO: Il giorno del mio matrimonio con un inglese e a 19 anni, mio padre mi disse: “Se non vuoi sposarti non ti preoccupare…”
Mia madre invece mi disse: “Quando tuo marito ti chiama, vai!”
“Dove mamma?”
“Lo sai!”
Io e mio marito facemmo un patto prematrimoniale in cui mettemmo dentro tutto: lavoro, figli, città, soldi… Per esempio decidemmo che chi guadagnava di più aveva il diritto di decidere dove vivere e quando l’altro avesse raggiunto più o meno quel livello di guadagno allora si poteva ridiscutere. Consiglio a tutte di farlo.

MATERNITÀ: Accettare che non siamo capaci di fare tutto. Inutile insistere, e prima lo si accetta meglio si vive. Se io faccio del mio meglio nessuno può criticarmi. Se un genitore ha sensi di colpa i bambini lo sentono e lo sfruttano. Si fa quel che si può e i bambini lo capiscono e lo accettano.

AMORE: Nel libro “La zia Marchesa” il padre dice a Costanza: “L’amore per se stessi. Il rispetto per se stessi. Tu devi amarti. Piacerti. Soltanto allora gli altri ti ameranno”.
Anni fa passai un periodo particolarmente difficile e mia sorella mi disse: “Tu non ti vuoi bene”. Era vero. Tornai a volermi bene. Se ci si vuole bene, si vuole bene anche agli altri, se no ci si inacidisce. E non va bene.

NORME: Tutto è successo in fretta, forse troppo. Le cose sono state fatte in fretta e male. Spero che cambieranno.

FUTURO: Un libro su Palermo, la mia città.

Simonetta Agnello Hornby. Semplice buon senso ultima modifica: 2019-02-11T15:27:11+01:00 da MANUELA CATTANEO DELLA VOLTA
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