Silvestro Lodi. Le tele di un sarto

Disegni, acquerelli, fotografia e dipinti del Maestro in una mostra nello spazio Micromega di Venezia
FRANCO AVICOLLI
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Disegni, acquerelli, fotografia e dipinti sul tema della Physis. La terra “eterna madre” e la sua fertilità vista attraverso il corpo femminile che è artefice del corpo umano stesso per antonomasia. La natura protetta da incombenti tragici eventi, difesa da tracciati di cartamodelli, idea originaria dell’abito, che ne tutelano l’integrità della vita. La terra che reclama così di continuare ad essere il corpo naturale della nostra tangibile attiva presenza. La terra di ogni inizio e di ogni fine.

La mostra, inaugurata la scorsa settimana presso lo Spazio Micromega Arte e Cultura, resta aperta fino all’11 marzo, dal martedì al venerdì dalle ore 16,00 alle 19,00 e si può visitare suonando il campanello.

La mostra Realtà in posa di Silvestro Lodi è stata un felice incontro che l’opera e le parole dell’artista, la presentazione dello storico Toni Toniato e il contributo vivace di Cencio Eulisse, hanno fatto diventare una riflessione sull’arte costruita sul percorso creativo dell’artista vicentino. Il quale, secondo Toniato, che è intervenuto come sempre con lucidità e con analisi finemente argomentate, ha origine dalla sartoria del nonno. A tal proposito, Toniato ha voluto sottolineare che le morfologie del pittore sono delle “figure, delle sagome geometriche di fattura sartoriale” e che Silvestro Lodi è “un artista concettuale che diventa iconico” seguendo un procedimento che “nasconde ciò che è evidente e mostra ciò che è nascosto”. L’artista ha sostanzialmente condiviso il giudizio e l’analisi, confermando il ruolo che hanno avuto la sartoria familiare nella sua vita e nella sua opera e, insieme, la cartamodello che a parere di Lodi ricorda qualcosa che bisogna fare, rappresenta modelli di pensiero che corrispondono ad una idea di mondo.

“Lodi è un mostro”, ha aggiunto il pittore Cencio Eulisse con tono deciso, ed “è in grado di fare quadri di qualsiasi epoca”, volendo dire in modo appassionato che è possibile essere contemporanei usando tecniche del passato. Su sua richiesta, Lodi ha poi raccontato il suo incontro con Salvador Dalí e il tentativo fatto per incontrare Picasso, davanti alla cui dimora c’era una tendopoli di giornalisti in attesa.

Realtà in posa è una mostra che stimola letture sia a livello morfologico che tematico. Si caratterizza per il disegno sempre pulito e il tratto che riesce a dipanare gli intrecci, un colore gentile che non intende intralciare le geometrie, ma solo esserne parte o evocazione. Si tratta di segni che denotano un’abilità tecnica colta, che sa essere contemporaneamente strumento e visione di un mondo complesso dominato dal logos, l’ente di una dimensione che prende forma nella narrazione che dà consistenza all’amore, alla giustizia, alla verità, alla felicità, al dolore e a tutta una serie infinita di categorie che hanno una arché, un’origine.

Ogni quadro è una specie di sintesi che rimanda all’intelligenza che ha concepito l’opera, che perciò appare come una suggestiva soluzione morfologica, un passaggio che introduce al senso con una sua possibilità formale, una contemplazione che vuole essere una sosta riflessiva sull’idea della cosa e le sue possibilità. 

È un percorso che racconta la phisis con associazioni tra la cosa e un’essenzialità morfologica che riconduce ad essa, o al contrario: un albero e le sue geometrie, una bottiglia e le curvature di un manico di violino, un corpo femminile e le sue numerose possibilità di essere seduzione, l’arco e l’anfora, una figura più ricorrente di altre associata anche al corpo femminile. E tra tutte le associazioni, tre opere in cui una veste da notte sembra rimarcare dolorosamente l’assenza del corpo al quale riporta. 

Silvestro Lodi. Le tele di un sarto ultima modifica: 2019-02-20T12:17:48+01:00 da FRANCO AVICOLLI
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