L’altro Carnevale di Venezia

Decima edizione del progetto della Biennale di Venezia che dal 2010 si rivolge ai ragazzi, alle scuole con i loro insegnanti, e alle famiglie, sollecitando creatività e partecipazione
BARBARA MARENGO
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Doveroso cominciare dai ragazzi soprattutto se si parla di Carnevale, a Venezia dove i giovani sono sempre di meno, e dove il Carnevale rischia di diventare un ennesimo sconclusionato evento di massa. Con uno sguardo al futuro la Biennale apre la decima edizione del Carnevale internazionale  dei ragazzi, nove giorni di porte aperte a Ca’ Giustinian per accogliere laboratori, concorsi, piccole esposizioni, idee con il supporto delle nuove imprescindibili moderne tecnologie. 

85 scuole da tutta Italia e dall’estero (Germania, Kosovo,Ungheria), quasi cinquemila ragazzi e 176 insegnanti hanno partecipato al programma della Biennale 2019, presentato sabato 23 febbraio nella Sala delle Colonne dal presidente Paolo Baratta. 

Tecnologia e scienza sono le nuove attività di questo specialissimo Carnevale, che unisce tradizione antica a moderne applicazioni delle evoluzioni del sapere. L’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, istituzione antica veneziana e fucina di nuove idee applicate, nella persona del suo presidente Gherardo Ortalli offre a famiglie e ragazzi la possibilità di partecipare gratuitamente ai seminari e laboratori dedicati alla matematica e alle neuroscienze: al passo con i tempi, all’inizio un po’ perplesso da questo connubio tra antichissimo e modernissimo, Ortalli dichiara di essere assolutamente entusiasta della possibilità di avvicinare “ vecchi parrucconi” alle nuove generazioni  attraverso le sessioni di laboratorio che per nove giorni vedranno famiglie e bambini delle scuole primarie “entrare” nella neuroscienza e nella matematica applicate.

Un pesce sa fare di conto? Che strategia usa una formica per orientarsi nel deserto? Un piccione come se la cava con il calcolo delle probabilità? Riuscire a studiare gli animali per capire meglio il nostro complicato mondo, porterà a chiedere se è più intelligente una scimmia o una balena, o se un cervello piccolo è necessariamente sintomo di stupidità: e allora evviva i neuroni ricettori e motori di intelligenza nel cervello – ma quanti sono? – spiegati dalla scienziata brasiliana Suzana Herculano-Houzel con una eclettica teoria che unisce cucina a intelligenza. Geometria spaziale, giochi statistici, giochi con triangoli matematici…

Spazi tridimensionali e diagrammi di nodi che permetteranno di costruire con carta da origami giocattoli e catene di carta. L’immaginazione, la tecnologia, le applicazioni nella vita reale per dare spazio a futuri interessi dei ragazzi  sono le opportunità di questo Carnevale tecnologico e giocoso. “I Magnifici” sono chiamati i laboratori ai quali partecipano studenti e docenti: l’Unione Europea partecipa con la STARTS Academy dedicata alla scienza alla tecnologia ed alle arti alla sessione 2019 della Biennale per i ragazzi, assieme alla Science Gallery Venice, progetto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e il Cnr-Ismar, (Istituto di scienze marine del Centro nazionale delle ricerche)

Il Conservatorio Benedetto Marcello, Unicef, cooperativa sociale Il Cerchio, laboratorio digitale e start-up Fablab Venezia, con il Comune della città lagunare, partecipano ai progetti,  sponsorizzati per il quinto anno dalla Fila (Fabbrica italiana lapis e affini), che con la linea di matite Giotto stimola i partecipanti a creatività e fantasia.

“Alaaf Venezia”, invitano a salutare così i “Principini” simbolo del Carnevale di Bonn, e che festa sia, attraverso le iniziative musicali del Centro tedesco di studi veneziani presentate da Petra Schaefer, una serie di concerti eseguiti da giovani compositori e laboratori di creatività sonora.

L’Ungheria attraverso la sua Accademia con sede a Roma presenta una vera meraviglia in miniatura, il Csodák Palotája (Palazzo delle Meraviglie di Budapest) che raduna nelle sue stanze le più spettacolari dimostrazioni scientifiche: a Venezia alcune di queste scoperte sono parte di un laboratorio nel quale i ragazzi aiuteranno uno scienziato attraverso il computer a salvare il mondo da una minaccia folle.

La catena danzante dei bambini kosovari ha fatto rivivere ritmi balcanici e mediterranei attraverso i movimenti dei piccoli ballerini, al ritmo dei battimani degli oltre 250 bambini presenti, accompagnati dagli insegnanti: per i quali Paolo Baratta ha espresso una particolare gratitudine per l’impegno profuso a preparare le classi per i vari concorsi della Biennale Carnevale dei Ragazzi: premiati con il Leone d’Argento, i ragazzi provenienti da tutte le regioni italiane hanno elaborato progetti legati all’arte, al teatro, alla musica, al digitale. Scuole primarie premiate, Querini di Mestre e Zanellato di Monselice, Salvemini di Molfetta e menzioni speciali per le scuole Montalcini di San Stino di Livenza, Zanellato di Monselice, Parentucelli di Sarzana e Bazoli di Desenzano.

Al di là dei premi e delle menzioni, Baratta ha sottolineato l’entusiasmo a partecipare, l’impegno a raccogliere materiale ed elaborare idee, adattando i vari metodi espressivi al mondo moderno, spesso ostile e difficile per le giovani generazioni bombardate da false emergenze ed immerse in vere difficoltà ambientali, sociali, economiche.

Cos’è dunque questa Biennale Carnevale dei Ragazzi? Un esercizio di tradizione e un’occasione di sapere, una sana competizione e lo stare tutti assieme, un viaggio a Venezia, sempre affascinante, sempre meravigliosamente fragile, la sola città dove si va a scuola per forza a piedi o in barca: ah, che bellezza. Ma anche la città dello spopolamento costante, un esodo drammatico e visibile: un partecipante alla cerimonia scuotendo al testa affermava la sua gioia a vedere finalmente cosi tanti bambini tutti assieme,

fino a dieci anni fa in campo san Polo erano decine i bambini che giocavano abitualmente, oggi sono tre.

E cos’è ancora questa Biennale? Un giardino, dove le opere d’arte sono i fiori: parole di un bimbo che ha così descritto al presidente Baratta il tutto. Meravigliosa sintesi e se son rose fioriranno: basterà annaffiarle con un po’ di passione.

L’altro Carnevale di Venezia ultima modifica: 2019-02-25T14:34:47+01:00 da BARBARA MARENGO
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