Compiere cinquecento anni e non dimostrarli, anzi, volare sull’oceano da Venezia e approdare a Washington. Jacopo Robusti, per gli amici Tintoretto, è il protagonista della mostra che sarà inaugurata il 24 marzo presso la sede della National Gallery of Art della capitale americana, per celebrare l’artista veneziano protagonista del XVI secolo. La mostra “ Tintoretto: Artist of Renaissance Venice” sarà aperta al pubblico americano dal 24 marzo al 7 luglio 2019, e affiancata da due esposizioni complementari, “Drawing in Tintoretto’s Venice” e “Venetians Prints in the Time of Tintoretto”.
Dopo l’esposizione aperta a Palazzo Ducale di Venezia nel settembre 2018, è questa l’occasione per presentare negli Stati Uniti per la prima volta oltre cinquanta opere dell’eclettico pittore, in collaborazione con i Musei Civici di Venezia e le Gallerie dell’Accademia, le due sedi che con grande successo hanno esposto fino a dicembre 2018 le opere del maestro.
L’ambasciata d’Italia a Washington organizza per l’occasione un symposium di presentazione ufficiale che sarà aperto dall’ambasciatore Armando Varricchio assieme al direttore della National Gallery Kaywin Feldman: la delegazione veneziana comprende esponenti delle varie istituzioni che hanno prestato le opere di Tinoretto, assieme a Save Venice che ha sovvenzionato alcuni restauri.

La pala di grandi dimensioni fu realizzata da Tintoretto su commissione della Scuola di San Fantin intorno al 1582-1583 proprio per la sede della confraternita, dove oggi ha sede l’Ateneo Veneto.
L’incontro avverrà nel pomeriggio del 21 marzo presso il teatro dell’ambasciata d’Italia a Washington: prenderanno la parola i due curatori della mostra, Frederic Ilkman e Robert Echols, la direttrice di Musei Civici di Venezia, Gabriella Belli, la direttrice del Venice Program presso l’associazione Save Venice, Leslie Contarini, l’ex direttrice delle Gallerie dell’Accademia, Paola Marini, il Guardian Grando della Scuola Grande di San Rocco, Franco Posocco, Agnese Chiari, professoressa di Storia dell’Arte Veneta presso la Wake Forest University, il presidente dell’Ateneo Veneto Gianpaolo Scarante, Camillo Tonini curatore della collezione d’arte presso l’Ateneo stesso.
La Scuola Grande di San Rocco, una delle Scuole di devozione più antiche della Serenissima, sorta nel 1478, ospita il ciclo più cospicuo delle opere di Tintoretto (Venezia 1518-1594) e ha prestato alcune delle tele esposte a Venezia e ora trasferite a Washington, mentre l’Ateneo Veneto, fondato nel 1812 con sede presso la Scuola Grande di San Fantin, ha prestato la tela dedicata all’apparizione della Vergine a san Girolamo.
Questo grande quadro era collocato nella sala del consiglio al secondo piano dell’edificio che sorge accanto al teatro la Fenice, attualmente biblioteca. In occasione della mostra di Palazzo Ducale il quadro è stato oggetto di accurato restauro presso un laboratorio veneziano, grazie al contributo di Save Venice: una vera scoperta e una rivalutazione eccezionale della tela, poiché il restauro ha fatto emergere oltre alla vividezza dei colori anche particolari che nei secoli erano stati cancellati da precedenti operazioni di pulizia.
Le altre opere fanno parte della collezione dei Musei Civici e delle Gallerie dell’Accademia.
Gli interventi dei relatori di fronte al pubblico americano illustreranno la vita tumultuosa e la personalità prorompente di Jacopo Robusti, figlio di un tintore e per questo soprannominato Tintoretto.

Chi era quindi quest’uomo che dagli autoritratti ci appare severo e tormentato? In quale contesto storico e sociale si muoveva, in una città vivace e multietnica aperta al mondo e ricchissima? Perché esiste una quantità di rara qualità concentrata presso la Scuola Grande di San Rocco, dove Tintoretto dipinse forsennatamente per anni? Come sono stati eseguiti i restauri e perché Tintoretto è da considerare un artista modernissimo?
Gli esperti della delegazione veneziana accenderanno varie luci di curiosità e di conoscenza su uno dei più grandi pittori della sua epoca e non solo: in una Venezia dove l’eco della scoperta delle Americhe aveva certamente provocato vari contraccolpi economici e sociali durante il XVI secolo, oggi quasi a condividere un’eredità comune “Tintoretto : Artist of Renaissance Venice” è occasione straordinaria per tutti gli attori. Per Venezia oltre che motivo di orgoglio a vedersi protagonista in un luogo di grande prestigio, è l’occasione per essere presente sulla scena internazionale con evento di grande qualità, assieme alle istituzioni che la rappresentano.

Una vocazione, quella di uscire dai confini della Laguna, che non sempre ha saputo esprimersi pienamente, quasi a continuare la sorta di letargo culturale che ha caratterizzato i 222 anni dal fatidico anno della caduta della Serenissima per mano di Bonaparte.
Grazie a questa trasferta oltreoceano deve essere sottolineata la “voglia” di vedere una Venezia diversa dallo stereotipo turistico dirompente, una grande fucina che per secoli ha fatto parlare di sé nel bene e nel male da Oriente ad Occidente: una curiosità verso questa città straordinaria che esiste in tutti i popoli del Mediterraneo, luogo di storia comune millenaria. Una curiosità culturale, storica, sociale, che aiuta Venezia a riconquistare i suoi primati di città internazionale uscendo dai ristretti schemi del turismo mordi e fuggi per dare dignità e coscienza al millennio di storia veneziana.
Una dignità e una consapevolezza che anche grazie ad un evento lontano geograficamente come la prossima esposizione a Washington, ma vicino nello spirito deve aiutare i veneziani a sentirsi eredi anche di Jacopo Robusti, il nostro Tintoretto.
Nell’immagine di apertura Jacopo Tintoretto, Il doge Alvise Mocenigo e la sua famiglia davanti alla Madonna con il Bambino, 1575 ca. National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection, Washington

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