Hai cominciato a fotografare solo quattro anni fa, e in così poco tempo hai già ricevuto riconoscimenti significativi: premi, mostre e pubblicazioni. Che è successo quattro anni fa che ti ha fatto prendere in mano la macchina fotografica? Cosa hai compreso dell’essere un campione di voga che si rivela anche nella tua professione di fotografo?
Ho scoperto che la fotocamera è un mezzo per esprimere le mie emozioni, per dare felicità agli altri, infatti con le immagini cerco di dar luce a chi è nell’ombra. Quando fotografo mi sento bene, per me è una terapia.
Essere un campione di voga mi ha portato a vivere la Laguna e ad abituare i miei occhi di fotografo a vedere il bello di Venezia e le sue isole. Andare con la mia barca a remi mi aiuta a legarmi alla natura.

Sei nato a Burano e credo tu abbia conosciuto Emma Vidal da sempre. I tuoi scatti su di lei sono toccanti. Qual è l’elemento fondamentale nel fare un ritratto, specie se si tratta di una personalità che festeggia i suoi 103 anni?
La signora Emma è unica non solo per la sua longevità ma anche per il suo modo semplice di vivere la vita. Ama il suo lavoro del merletto e nel parlare con lei mi ha affascinato la sua personalità. Quando fotografo le persone che lavorano cerco sempre di creare affinità, ma nel momento in cui ho fotografato la signora Emma sentivo di aver davanti un istituzione dell’isola di Burano e un po’ inizialmente mi sentivo non in sintonia. Poi però il suo modo di fare mi ha aiutato e lei è stata speciale.

L’altro personaggio da te fotografato con meditata riflessione e amore è tuo padre. È difficile fotografare tuo padre in maniera oggettiva? Qual è lo scopo che vorresti raggiungere nel ritrarre tuo padre al lavoro?
Fotografare mio padre nel suo ambiente lagunare mentre pesca non è stato difficile. In questo contesto mio papà è naturale. Ha 78 anni e pesca in Laguna di Venezia da quando ne aveva sei.
Il mio è un progetto fotografico di due anni che ho voluto regalare a mio padre. Ho visto che riuscivo a comunicare agli altri con la fotografia e quale cosa più bella era far vedere con le immagini il cuore lagunare di mio papà.
Hai cominciato una collaborazione con Bruno Pasetto. È Bruno che sceglie una fotografia e poi ne trae una poesia? Sei rimasto o rimani sorpreso dalle parole che Bruno associa alle tue immagini? Come il linguaggio delle parole valorizza le tue immagini?
Sì! Bruno con occhio di scrittore poetico sceglie le mie fotografie e le trasforma in poesie. Bruno è ormai diventato un mio caro amico e i suoi versi poetici nelle mie immagini mi riservano sempre sorprese. Ha dedicato anche due poesie con due mie foto a mio padre e a mia figlia, il legame con lui è ormai ben stretto che va aldilà della semplice collaborazione. Bruno sa cogliere l’essenza dell’immagine, tira fuori il cuore di quello che vado a fotografare.

Hai fotografato molti veneziani al lavoro: merlettaie, fornai, calzolai, artisti… Quando guardo questi tuoi ritratti vedo in primo piano le mani, che spesso dominano l’immagine. Quale significato dai alle mani?
Le mani hanno un’ANIMA, sono il vissuto dell’artigiano e l’artista, con le mani queste persone creano opere d’arte e mettono a nudo la loro personalità che io cerco di tirar fuori anche con i dettagli.

se una rete appesa basta a sospendere l’aura
(Bruno Pasetto)
Puoi raccontarci qualcosa di Obiettivo, la scuola di fotografia di Burano?
Sono socio del FotoClub “Obiettivo Burano” da circa quattro anni e ho cominciato con un corso fatto da questo gruppo. Con il sostegno di “Obiettivo Burano” sono cresciuto e ho potuto esprimere con le immagini le mie emozioni. Nell’Associazione fotografica ora siamo amici con la stessa passione orgogliosi di appartenere all’isola colorata più ritratta del mondo.
Links:
Mauriziophotorossi – Bruno Pasetto
Dream of Venice in Black and White
Manuela Cattaneo della Volta (translation)

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