In una Unione Europea tanto criticata e criticabile, che rende il nome della lista +Europa un’autentica minaccia, compare, anche in Italia, una possibilità di voto autenticamente europeista ma profondamente contraria ai processi di integrazione europea dal Trattato di Maastricht in poi.
Il riferimento politico di questa lista si chiama Partito della Sinistra europea e il gruppo parlamentare si chiama GUE/NGL, acronimi francese e inglese di Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica: aggregazioni che contengono le principali forze comuniste, ambientaliste radicali, di sinistra socialista e femminista continentali. È il gruppo parlamentare di Unidos Podemos, del PCF, della Linke, del partito di Tsipras e dell’aggregazione France Insoumise di Jean Luc Mélenchon.

Un gruppo parlamentare che, nelle scorse elezioni europee grazie a L’altra Europa, ha visto tre eletti: i due giornalisti Barbara Spinelli e Curzio Maltese e la giovane ricercatrice di Rifondazione comunista Eleonora Forenza, candidata alla presidenza del parlamento europeo contro Tajani e, recentemente, autrice di un appassionato intervento all’audizione del premier Conte.
Una lista che si oppone sia al populismo reazionario, ispirato da Trump, del governo Conte o dei governi del centro-europa, sia al liberismo della maggioranza dei partiti socialisti alleati di liberali e popolari che sono stati gli ideatori e i realizzatori dell’austerità economica.
Questa area politica in Italia sembrava essersi votata al nuovo santo redentore, il pur bravo sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ha recentemente ritirato la disponibilità a candidarsi con il suo simbolo DeMa allargato alle altre forze della sinistra esistenti, quali Rifondazione comunista, Sinistra Italiana, Possibile e quel che resta di LeU senza Bersani e D’Alema. Una figura, quella di De Magistris, che avrebbe potuto rappresentare, davvero, l’antiSalvini, cioè il “populista” di sinistra.
Al di là della leadership persa, sembra fondamentale riportare nel Parlamento europeo gente che ha dato battaglia contro la svendita dello stato sociale europeo e del patrimonio industriale, contro trattati capestro con Usa e Canada, per la democratizzazione della Turchia e la difesa del Kurdistan. In questa pattuglia parlamentare si è distinta anche Elly Schlein, ex giovane promessa della sinistra Pd e del socialismo europeo, che ha preferito rimettersi in gioco con questo progetto di Sinistra europea.

L’altra forza concorrente, i Verdi, pare molto meno lineare, persino sul suo tema cardine delle politiche contro il cambiamento del clima. Non paiono, infatti, molto coerenti tra loro il richiamo alla green economy da parte dei suoi leader – per verità un po’ usurati – Angelo Bonelli e Alfonso Pecoraro Scanio, e l’esplicita disponibilità al sostegno di governi regionali e nazionali con la Merkel e i liberali tedeschi.
Il gruppo GUE/NGL ha, infatti, una robusta componente ambientalista nordeuropea che si è fatta sentire orientando le posizioni della sinistra laburista e anticapitalista più tradizionali. Per questo la lista della Sinistra europea, più delle altre, ha una naturale interlocuzione coi movimenti che hanno organizzato la mobilitazione nazionale per la giustizia climatica di oggi e la manifestazione romana contro le grandi opere di sabato prossimo.
Si tratta di una lista che potrebbe dare una sponda politica, come accade nel resto d’Europa, a tutta la sinistra sindacale – dalla Cgil al sindacalismo di base – stretta dalle avances del Pd zingarettiano e il M5S post-grillino.
Risulta necessario, però, che questa lista sia davvero una
confluenza che abbia come obiettivi la difesa dei beni comuni e dei diritti di lavoratrici e lavoratori, la riduzione dell’orario di lavoro, il contrasto delle diseguaglianze e del patriarcato, la riconversione ecologica dell’economia, il diritto al reddito e al welfare, la giustizia fiscale e la lotta ai paradisi fiscali, la disobbedienza ai vincoli imposti dall’UE per rompere la camicia di forza neoliberista dei trattati
come scrivono le forze promotrici.
Un consiglio non richiesto di un umile elettore: per avere successo, la lista deve scegliere le candidate e i candidati non con il metodo “concertativo pattizio”, a usare un eufemismo, tra dirigenti delle forze esistenti, ma con un percorso aperto. Il tempo si sta esaurendo!

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