Misure concrete per salvare il mare dalla plastica

Ogni anno finiscono nelle acque del globo otto milioni di tonnellate di materiale plastico. Con l’obiettivo di contrastare il fenomeno, grazie all’aiuto dei pescatori, lo scorso luglio è stata depositata una proposta di legge per consentire ai pescherecci di raccogliere i rifiuti marini e di conferirli nel porto di appartenenza senza oneri aggiuntivi.
ROSSELLA MURONI
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Il marine-litter è ormai una delle più gravi emergenze ambientali del pianeta. Ogni anno, ci dice infatti l’Onu, finiscono nelle acque del globo otto milioni di tonnellate di materiale plastico. Come se non bastasse almeno il settanta per cento di questi rifiuti affonda, rendendo più difficile il suo recupero, e l’inquinamento arriva anche in luoghi ritenuti fino poco tempo fa incontaminati.

Il reportage “Un mare da salvare – Lo stato dell’artico” prodotto da Sky Tg24, per esempio, mostra che nelle acque dell’Artico sono state ritrovate dodicimila particelle di microplastiche per litro. Il fenomeno riguarda da vicino anchel’Italia: il Mediterraneo è tra le sei zone di maggior accumulo del pianeta.

Oltre ad avere pesanti conseguenze sull’ecosistema e sulla fauna marini, il marine-litter mette a rischio la nostra salute: l’ingestione di rifiuti o frammenti in plastica è stata documentata in oltre 180 specie marine, entrando così nella catena alimentare.

Proprio con l’obiettivo di contrastare il fenomeno e risanare le nostre acque grazie all’aiuto dei pescatori, lo scorso luglio ho depositato una proposta di legge per consentire ai pescherecci di raccogliere i rifiuti marini e di conferirli nel porto di appartenenza senza oneri aggiuntivi (A.C. 907). 

La proposta, che è sottoscritta anche dal collega Fornaro, si ispira al progetto sperimentale Arcipelago Pulito e all’impegno per i nostri mari delle associazioni ambientaliste, MareVivo e Legambiente in primis. Il testo è calendarizzato per l’Aula di Montecitorio per giugno ed è stato “adottato” anche dal Ddl Salva-mare firmato dal ministro Costa.

Ma nel testo varato dal consiglio dei ministri la scorsa settimana ci sono alcune criticità che andranno migliorate nel passaggio parlamentare. Per evitare che gravino sui pescatori e sugli utenti dei porti, il Salva-Mare prevede che i costi di gestione dei rifiuti marini siano coperti da una componente della tariffa del servizio integrato dei rifiuti che dovrà essere stabilita tramite una delibera dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Per dare attuazione al Ddl serviranno anche sei decreti ministeriali, procedure che certo ne complicheranno e ne rallenteranno l’effettiva entrata in vigore.

Altra questione delicata che meriterebbe maggiori paletti: agli imprenditori ittici che conferiscono in porto i rifiuti recuperati in mare viene riconosciuta una certificazione di sostenibilità ambientale, indipendentemente dalla tecnica di pesca utilizzata. Non è escluso, dunque, che si possa certificare chi usa lo strascico, notoriamente dannoso per fondali ed ecosistema. Il ddl Salva-mare intende promuovere anche il riciclo della plastica recuperata in mare e a tal fine il ministro dell’Ambiente stabilirà i criteri con cui i rifiuti pescati cessano di essere qualificati come tali.

Peccato che le nostre imprese dell’economia circolare stiano aspettando da ormai troppo tempo i decreti end of waste necessari a dare ossigeno ai loro investimenti. Per il Ddl Salva-mare non sono stanziati fondi dedicati, ma si prevede l’invarianza finanziaria. Auguri quindi a comuni e porti che si ritroveranno a gestire questo servizio aggiuntivo senza alcun aiuto.

Rispetto agli annunci più volti fatti sul provvedimento, infine, manca la parte che avrebbe dovuto anticipare l’entrata in vigore delle norme europee sulla messa al bando dei principali oggetti di plastica usa e getta. Una brutta sorpresa per la quale dobbiamo senza dubbio ringraziare le divisioni del governo e in particolare la Lega, che non ha evidentemente a cuore l’evoluzione verso il futuro e la sostenibilità dell’industria della plastica, e che ha remato contro.   

Misure concrete per salvare il mare dalla plastica ultima modifica: 2019-04-09T11:08:04+02:00 da ROSSELLA MURONI
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