Si è inaugurata venerdì 5 aprile, presso lo spazio espositivo Arte Spazio Tempo di Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, la mostra “Venezia – New Orleans 1975” nella quale l’artista Paolo Bertuzzo espone, fino al 28 aprile, una selezione dei numerosi scatti del suo progetto fotografico “Creazione collettiva del Living Theatre”, titolo del catalogo annesso all’esposizione.

All’interno del suggestivo spazio, Paolo Bertuzzo restituisce il suo punto di vista estremamente soggettivo dell’esperienza del Living Theatre alla Biennale di Venezia del 1975, che in quell’occasione, capitanati da Julian Beck e Judith Malina, hanno scelto di presentare nella città lagunare lo spettacolo “The Legacy of Cain – L’eredità di Caino”. Questo ciclo di spettacoli è ispirato all’opera incompiuta di Leopold von Sacher-Masoch. Ne vennero presentati tre, soffermandosi sui vari aspetti della violenza, eredità lasciata da Caino: Sette meditazioni sul sadomasochismo politico, La torre del denaro, Sei atti pubblici.
Ad Arte Spazio Tempo, Paolo ci presenta alcuni degli scatti appartenenti ai tre atti rappresentati.
La bellezza delle fotografie di Bertuzzo emerge dal sapore di novità che i suoi occhi registravano nell’epoca degli anni Settanta, periodo di grande movimento culturale, nel quale le novità portate dalla Biennale e successivamente fatte proprie dalle importanti gallerie veneziane, educavano lo sguardo dei giovani artisti al “foresto”, ovvero quello che arrivava sia dall’Europa, ma soprattutto dall’America.
In Sei atti pubblici è possibile percepire il gremire della folla in Piazza San Marco, il concitamento degli attori e la loro fusione con gli spettatori, il continuo muoversi di attori, l’aumento di tensione che il gruppo cercava di diffondere agli spettatori. Lo stesso artista è coinvolto nello spettacolo ed è ormai parte integrante di esso, Bertuzzo scatta da punti vista estremamente ravvicinati:
Io scatto, ma vorrei che il suono venisse captato dalla pellicola.

Paolo Bertuzzo attraverso i suoi scatti ci comunica il continuo muoversi di attori, l’aumento della tensione che il gruppo di attori cercava di diffondere agli spettatori:
Non fu facile mantenere una posizione avanzata, a volte il gruppo sembrava una mischia nella partita di rugby. Appiccicati come a una processione del santo patrono, il gruppo proseguì verso l’ala Napoleonica per poi passare sotto i portici, verso il cinema San Marco. I volti degli attori trasmettevano sofferenza.

L’esposizione prosegue con i successivi Sette meditazioni sul sadomasochismo politico e La Torre di Denaro realizzati all’interno del’Ex Chiesa di San Lorenzo, un luogo provocatorio per le tematiche rappresentate, quali: sottomissione e repressione sessuale, sul rapporto padrone-schiavo, sulla violenza e la repressione poliziesca, ecc.
Nonostante il cambio di contesto, Paolo Bertuzzo riuscì a guadagnare la prima fila, rendendo le fotografie, di questi due ultimi atti, altrettanto coinvolgenti:
Da qui il panorama per le foto era coinvolgente, era possibile sentire l’alito e il sudore degli attori.

Le pareti dello spazio espositivo veneziano si popolano quindi dei volti degli attori e non solo, in un bianco e nero che restituisce il pensiero di un’intera generazione, quella degli anni Settanta, in cui il desiderio di evoluzione, cambiamento e riscatto emergeva in tutti gli ambiti della vita, e soprattutto nell’arte.
“Creazione collettiva del Living Theatre” di Paolo Bertuzzo “Venezia – New Orleans 1975”, Paolo Bertuzzo e Tony Green, 5 – 28 aprile 2019, dal martedì al sabato 11-14, 15-18.
Arte Spazio Tempo, Campo del Ghetto Nuovo.

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