Ritagli di percezione

Emma Ciceri, una giovane quanto profonda artista, presenta i suoi lavori alla Galleria Riccardo Crespi di Milano. L’esibizione è su “quel che rimane”.
MANUELA CATTANEO DELLA VOLTA
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[MILANO]

Incontro come momento di unione tra due percezioni, realtà, cose, emozioni, che solitamente viaggiano in direzioni diverse: la sua ricerca si basa sull’esplorazione dell’Incontro. E riflette su quel momento preciso – casuale? – di unione: che cosa porta, cosa lascia, come trasforma gli oggetti o i soggetti dell’incontro prima di allontanarsi in un’altra esperienza. Emma Ciceri è una giovane quanto profonda artista che presenta i suoi lavori alla Galleria Riccardo Crespi di Milano. L’esibizione è su “quel che rimane”.

La mostra si sviluppa su due piani con un taglio orizzontale. La prima sala dà il benvenuto con un lavoro dell’artista che va avanti da sempre, nel senso reale del termine: “Per comodità le chiamo Le cancellature, anche se sono senza titolo”.  Sin dall’infanzia Emma accumulava immagini da libri, fumetti, riviste, quotidiani; guardava strappava archiviava. Non ha mai smesso. Da quelle pagine ha cominciato a togliere il superfluo, con la gomma da cancellare prima, con delle gomme particolari dopo:

È una pratica quotidiana, la chiamo allenamento dello sguardo, della mente e del corpo, per stare all’erta. Sottraggo ciò che per me è superfluo e aggiungo il vuoto. Limare per ciò che è indispensabile del mio modo di percepire la realtà in quel momento.

In queste cancellature vengono mostrate immagini accoppiate e “chiuse” nel vetro, altro elemento integrante dell’opera artistica.

All’inizio era solo per proteggere e conservare – spiega Ciceri – poi è diventato un elemento che comunicava un campo visivo: col vetro dai contorni irregolari e taglienti esco dalla rigidità della norma del foglio A4 per farlo diventare taglio soggettivo.

Se le cancellature possono essere immaginate come sottolineature di un testo, secondo l’artista, micro-narrazioni secondo il gallerista e rime poetiche per chi scrive, nella seconda sala l’impatto con due scatole è più come un abbraccio emotivo: un collage che mostra della cancellature, un dipinto raffigurante un paesaggio, un cervo e un nido, vero, raccolto dall’artista in un bosco.

La scatola trasparente è il tentativo di ricostruire, di dare rifugio a un momento specifico della mia memoria: regalarmi la possibilità di riportare in superficie il ricordo di quell’incontro.

Infatti, Ciceri ha inscatolato così la sua personale esperienza: un bosco, da sola, seduta. La percezione netta di essere guardata. L’attenzione alla percezione prima di alzare lo sguardo e incontrare gli occhi di un cervo. Un momento unico, appunto, e il desiderio di perpetuarlo nel tempo.

Al piano inferiore, video e immagini, ognuno con un racconto e l’emozione di un’esperienza. Per esempio Respiro Sole, che dà il titolo alla mostra, nasce dalla percezione di Emma Ciceri di uno spicchio di luce filtrato nel suo studio su una parete:

Quella luce arrivava lì sempre ovviamente, quindi la prima emozione è stato lo stupore di essermene accorta solo in quel momento e mai prima.  Poi ho voluto tessere una possibilità di dialogo con quel riflesso. Ho usato un pigmento blu producendo la traccia del momento, l’incontro breve e poi l’inevitabile allontanamento. La relazione con questa luce, l’aspetto irrazionale del tentare di fermarla e la ripresa con una camera fissa per mostrare la logica del movimento.

E se in Respiro sole è l’artista a piegarsi volontariamente alla casualità rituale del quotidiano, un allenamento al vuoto per focalizzare l’attenzione sull’essenziale, in Non potete andare via anche se a poco a poco il vento vi sconvolge, è una camera fissa che riprende ad hoc una scena costruita dall’artista: Ciceri ha appeso a un albero di magnolia alcune foglie cadute durante l’inverno: il tentativo era di bloccare le foglie prima della caduta:

Ho ridonato loro la leggerezza ma allo stesso tempo ho negato loro la sensazione del volo. 

Approfittando del vuoto

E invece ha restituito il movimento del volo in un altro lavoro, Approfittando del vuoto, composto da cento immagini che si ripetono in un segmento di dieci, in cui l’artista ha incontrato un sacchetto giallo in un paesaggio innevato e ne ha rilevato il percorso originato dal vento fino alla caduta in un dirupo.

Altre opere completano la mostra con un riflesso della pratica continua e quasi ascetica di Emma Ciceri, ma il momento dell’incontro lo mette l’osservatore, con il proprio ricordo, una personale emozione, un accento rimato, dove la poesia immaginifica riempie ogni spazio o, a scelta, il vuoto.

Emma Ciceri Respiro sole (per Ico)

Galleria Riccardo Crespi
Via Mellerio 1
Milano
Fino al 19 luglio 2019

Ritagli di percezione ultima modifica: 2019-05-31T11:38:08+02:00 da MANUELA CATTANEO DELLA VOLTA
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