L’Italia gialloverde, tra Far West e Alabama

Ancora due episodi di cronaca marcano la trasformazione della nostra società verso forme di violenza e di intolleranza che non ci appartenevano
ANTON EMILIO KROGH
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In questi giorni si respira la sensazione di essere stati catapultati nella macchina del tempo, ma il set non è quello di “Ritorno al futuro” con il bravissimo quanto sfortunato Micheal J.Fox. Due le destinazioni per viaggiatori in cerca di brivido in epoche ormai lontanissime: il Far West e le piantagioni di cotone dell’Alabama di fine 800.

Complici di questo viaggio surreale, due episodi solo in apparenza lontani perché in realtà facce della stessa medaglia.

La nazionale femminile italiana di calcio riscuote in Francia grandi successi e soddisfazioni ma la sua capitana Sara Gama, nata in Italia da padre congolese e madre triestina, per inciso anche ragazza bellissima, viene insultata, denigrata e bullizzata sui social per il colore della sua pelle.

In un paesino del nord Italia nel corso di una rapina in una tabaccheria ci scappa il morto, uno dei malviventi per l’esattezza, peccato che da quanto trapelato dall’autopsia il tabaccaio-pistolero abbia sparato dal balcone della propria abitazione colpendo l’uomo alle spalle mentre si dava alla fuga. Sembrerebbe quindi che la versione fornita dal tabaccaio nell’imminenza dei fatti sia assolutamente contrastante con le risultanze autoptiche e che, ferma restando l’enorme gravità dell’episodio rapina, non ci fosse nessuna necessità di sparare su un uomo che si trovava in strada, all’esterno pertanto della abitazione del rapinato e del suo perimetro di azione, oltre che di spalle e in via fuga.

Sarà la magistratura ad accertare i fatti, ma certo l’episodio in sé lascia sconcertati perché se è vero, e non c’è ragione di non ritenerlo, quello che abbiamo letto sui risultati dell’autopsia, sono moltissime le domande che dovremmo porci sul punto. Le stesse che valgono per gli insulti nei confronti della bella e brava giocatrice di calcio, chiedendoci in entrambi i casi perché tutto questo solo un anno fa non sarebbe accaduto.

E allora senza farne necessariamente una questione di destra e sinistra interroghiamoci su come sia possibile che chi anche legittimamente abbia votato un partito, possa condividere questa trasformazione della società verso forme di violenza e di intolleranza che non ci appartenevano e che se mai qualcuno le avesse esternate sarebbero state oggetto di condanna e disapprovazione unanime da parte della società civile.

Oggi invece, gli insulti razzisti verso una campionessa nazionale e una sparatoria da un balcone che sa molto più di Far West che di legittima difesa non sembrano scuotere più di tanto una società sonnolenta che sembra reagire solo alla incitazione, alla violenza e alla ricerca di un nemico da combattere, qualsiasi esso sia.

Dove si arriverà se non ci fermiamo in tempo, se non smettiamo di far lavorare la pancia anziché il cervello e il cuore, se non comprendiamo che qualsiasi cambiamento promesso da forze politiche gialle, verdi o arancioni che siano non può passare attraverso il sacrificio di valori irrinunciabili perché il prezzo da pagare sarebbe davvero troppo alto, un viaggio all’indietro in un tempo lontano e senza facile ritorno.

L’Italia gialloverde, tra Far West e Alabama ultima modifica: 2019-06-12T14:41:59+02:00 da ANTON EMILIO KROGH
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