Brasile. La criminale decisione di cacciare i medici cubani

Il nuovo presidente Jair Bolsonaro ha posto fine all’accordo con il governo dell’Avana sui sanitari cubani, sottoscritto nel 2013 dall’allora presidente Dilma Rousseff.
CLAUDIO MADRICARDO
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Sono almeno ventotto milioni i brasiliani che hanno pagato sulla loro pelle la decisione con la quale il presidente Jair Bolsonaro ha deciso di mettere fine all’accordo con il governo dell’Avana sui medici cubani, sottoscritto nel 2013 dall’allora presidente Dilma Rousseff. Il programma, conosciuto col nome di Mais Médicos, prevedeva il trasferimento di medici cubani in Brasile e ha avuto il risultato di aumentare la copertura sanitaria primaria portandola dal 59,6 al settanta per cento della popolazione nel 2018, secondo quanto riportano i dati dell’Organizzazione Panamericana della Salute. 

Una collaborazione che fin dall’inizio non è piaciuta a Bolsonaro, su cui, una volta entrato in carica, ha deciso di mettere la parola fine con la motivazione che i medici lavoravano in condizioni di semi schiavitù, con circa il settanta per cento del loro salario trattenuto dal regime castrista che in questa maniera poteva contare su una fonte non indifferente d’ingresso di valuta nell’isola. Una boccata di ossigeno che agli occhi del presidente brasiliano permetteva al governo comunista di mantenersi al potere. 

Una decisione che si spiega più con le convinzioni politiche del nuovo presidente, acceso anticomunista, che in tal modo ha voluto dare il proprio personale contributo alla lotta ingaggiata da Trump per strangolare l’economia dell’isola caraibica attraverso un irrigidimento delle sanzioni. Ultimo in ordine di tempo, il divieto alle crociere di propri concittadini di fare scalo al porto dell’Avana. Una fonte di guadagno non indifferente legata al turismo di massa che ora viene a mancare, e che è destinata ad aggravare la non rosea situazione economica dei cubani che già nelle scorse settimane hanno visto nuovamente razionare o sparire prodotti di prima necessità dagli scaffali dei negozi.

L’arrivo in Brasile di un gruppo di medici cubani, 4 settembre 2013

Un progetto di collaborazione che, al netto delle sue implicazioni ideologiche ed economiche, aveva comunque permesso al governo brasiliano di trovare una soluzione alla grave insufficienza di medici. Una scelta che si è rivelata controproducente, tanto più che a sei mesi dall’assunzione del potere da parte del nuovo presidente, in Brasile risultano ancora mancare 3.847 professionisti in circa tremila municipi, nonostante il paese riesca a formarne nelle università ventimila all’anno. Una situazione che è stata non di poco aggravata dal rientro in patria da parte di 8.500 medici cubani che prestavano la loro opera professionale nei luoghi più sperduti dell’immenso paese. 

Mentre ai circa duemila cubani che hanno deciso di non fare ritorno nell’isola cedendo alle lusinghe di Bolsonaro che aveva promesso loro che avrebbero potuto esercitare la professione col salario finalmente completo dopo essersi sottoposti a un esame attitudinale, il governo non è ancora stato in grado di consentire di lavorare. 

La conseguenza è che in vari stati le cliniche e i loro pazienti non dispongono di personale sanitario in numero adeguato, il che impedisce di garantire diagnosi in tempo utile e di monitorare la salute di bambini e gestanti. La situazione è stata recentemente oggetto di denuncia anche dell’Organizzazione Panamericana della Salute, che ha calcolato che la mancanza di personale dedicato alla medicina primaria potrebbe provocare il decesso di trentasettemila minori di età entro il 2030.  

Tutto ciò mentre Luiz Henrique Mandetta, ministro della salute di Bolsonaro che nei sondaggi è considerato il presidente che gode minor fiducia tra tutti i suoi predecessori dopo sei mesi di governo, ha promesso un piano di riforma sanitaria per marzo o aprile che non è riuscito a far nascere, e che ora è costretto a far slittare a fine giugno.

Nell’immagine d’apertura in bianco e nero il medico cubano Sael Castelo Caballero abbraccia una delle sue pazienti nella Serra da Guiam (foto di Araquém Alcântara, Brasil de Fato)

Brasile. La criminale decisione di cacciare i medici cubani ultima modifica: 2019-06-13T15:37:39+02:00 da CLAUDIO MADRICARDO
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