Può accadere che la notte di San Lorenzo lo sguardo per una volta cambi direzione e si diriga verso il mare anziché il cielo stellato. È successo a me, in un angolo remoto di quell’impagabile paradiso in terra chiamato Sicilia, dove con mio marito Michele abbiamo deciso di estraniarci per qualche settimana dal mondo e da quella socialità esasperata che sembra travolgere tutti in estate, quasi come se il resto dell’anno lo trascorressimo in letargo seppelliti in qualche caverna.
E così il mare ha vinto sul cielo e quell’immensa distesa d’acqua avvolta dall’oscurità ci ha rapiti più della solita caccia alle stelle cadenti a cui collegare velocemente il desiderio di turno. Osservando il mare, forti della sicurezza di sentire i nostri corpi poggiati sulle rocce mentre alle nostre spalle l’antica struttura della tonnara che ci ospita illuminata da una fioca luce, ci ricordava le nostre fortune e i privilegi che la vita ci ha regalato , abbiamo iniziato a pensare ad alta voce.
Quanto immenso deve essere il terrore di attraversare quel mare stipati in centinaia su imbarcazioni di fortuna attraversando notti buie e giornate arse dal sole. Alle spalle tutta la propria vita, gli affetti, la genesi di ogni cosa e un carico di dolore probabilmente tanto pesante da non poter essere pesato da nessuna bilancia al mondo.
E la domanda successiva a questo pensiero è sorta spontanea: può esistere un credo politico che vada oltre tutto questo? Puoi esserci spazio per una idea di cambiamento che si fondi sullo spazzare via il dolore e la storia di migliaia, milioni di esseri umani attraverso la derisione della sofferenza, il disprezzo delle loro stesse vite, lo svilimento della richiesta di aiuto e soccorso?
No, non può esistere, questa è l’unica risposta che ci siamo riusciti a dare. Esiste invece la cattiveria, il “male” che s’oppone al “bene” dall’alba dei tempi e che può essere l’unica e sola spiegazione a quel clima di crudeltà, orrore e odio che respiriamo.

La storia ci ha “regalato” i forni crematori, i vuelos de la muerte, le deportazioni nei gulag, e moltissimo altro, e dietro a questi orrori c’è sempre stato un uomo che, solo dopo la sua fine e spesso morte, è stato riconosciuto da chi gli è succeduto e dalla stessa “storia” come la mente criminale artefice di tanto dolore. I nomi sono scolpititi nella memoria di tutti, sarebbero troppi da citare ma basta ricordare i più recenti da Hitler e Mussolini a Pinochet, Stalin, Saddam Hussein.
La cattiveria e la crudeltà esistono, quel “male” è parte della natura umana, e a volte trova in alcuni esseri umani la sua massima espressione, con la complicità di squilibri mentali, deliri di onnipotenza, insicurezze e mitomanie. Quando questi uomini per un particolare momento storico e condizioni a loro favorevoli hanno raggiunto un potere oltre e fuori controllo, è successo sempre l’irreparabile.
Nella notte di San Lorenzo guardando il mare, consapevoli che per nessun merito eravamo al sicuro su quello scoglio anziché fra le onde al buio, io e Michele abbiamo sentito forte e con un brivido sulla pelle che quel “male” non conosce confini, barriere storiche e geografiche, viaggia veloce oltre i luoghi e il tempo, e per questo va sorvegliato, tenuto a bada e sotto scacco, non va mai perso di vista perché la “storia” si può sempre ripetere e ne potremmo, nostro malgrado, divenire involontari testimoni.

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