Curiose analogie o contaminazioni a Chişinău

Un viaggio in Moldova, alla scoperta di una storia sorprendente d’incroci e sovrapposizioni religiose e culturali.
FRANCA SEMI
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pubblicato l’11 aprile 2019

C’è un paese del quale ogni tanto parliamo, sentiamo qualche strana notizia, e che ha circa il cinquanta per cento della popolazione emigrata. Si tratta della Moldova. Non dite Moldavia, perché ai moldavi suona come un’espressione russa, c’è chi la gradisce e chi no. Moldova dunque (almeno per me), con dizione rumena.

Talvolta ricordo con stupore un viaggio che ho fatto molti anni fa. Conoscendo una signora moldava e parlando con lei del suo paese, ho avuto una curiosità: vedere quel paese, abbastanza vicino a noi, e saperne qualcosa in più.

La signora moldava aveva (e ha) ovviamente parenti rimasti lì: quando ho deciso di partire, mi organizzò bene il viaggio. Dico “bene” perché la signora faceva parte di quella che, forse ancora oggi, si potrebbe definire “classe media”: il marito era un medico, lei dirigeva una scuola e molti in famiglia erano (e sono) laureati. Poi… i casi della vita: lei venne in Italia per procurarsi i mezzi per curare il marito (cancro: Chernobyl?). Non dirò di più, ma poi piano piano altri parenti e amici vennero in Italia, dove ora c’è una robusta comunità. 

La signora, attraverso una sorella, mi procurò una guida che in macchina mi scarrozzò per una settimana. Come può capitare per un viaggio in un paese che non conosci, ovviamente mi preparai. Ora, con il computer, è perfino divertente. Ho cominciato con Google per vedere almeno la mappa della capitale e qui cominciai con una sorpresa. Mi apparve un grande parco, quasi in centro a Chişinău. Ma poi approfondendo seppi che non si trattava propriamente di un parco, ma di un cimitero.

Cimitero ebraico visto dall’alto (foto 1)

Un cimitero ebraico (foto 1). Un grandissimo cimitero, per lo più abbandonato (foto 2). Devo dire che, con tutte le vicissitudini che ebbe l’ebraismo in Moldova, fui proprio colpita dal fatto che il cimitero, in area centrale, esistesse ancora. È vero che i cimiteri ebraici non devono essere distrutti, ma considerati i pesanti pogrom del 1903 e 1905 questo è un fatto eccezionale. Però, in fondo, non conosco bene la storia di questo incredibile paese. 

foto 2

E così programmai il mio viaggetto anche sul versante ebraico, con meraviglia della mia guida che forse mi considerò “un po’ ebrea”, anche se non lo sono.

Il primo giorno, non lo sapevo, era una festività nazionale. La strada principale, Ştefan cel Mare, era invasa da banchi e banchetti, pieni per lo più di artigianato locale: e qui ho cominciato a meravigliarmi. Un banco era addobbato (foto 3) come si può vedere da noi talvolta per la “festa delle capanne”, una festa ebraica. Ho pensato: sarà un caso. Ma poi, scarrozzata appunto dalla mia guida, ebbi altre sorprese. 

Visitammo un monastero ortodosso, restaurato così così, a Saharna. In Italia abbiamo, direi, quasi un culto per il restauro, e questo con improbabili azzurri mi lasciò almeno perplessa. Certo, un buon restauro costa, e certamente la cultura del restauro da noi ha una lunga storia. Comunque… 

foto 4

Il monastero si trova in una posizione particolare (foto 4): guarda un po’ nascostamente il fiume Nistro (o Dnestr), che divide la Moldova: oltre il fiume c’è la Transnistria, sulla quale si potrebbe scrivere un romanzo, che si è proclamata indipendente (ed è riconosciuta solamente dalla Russia). E poi si può vedere il monastero da un altopiano, che potrebbe fare la gioia di molti archeologi: la Moldova è una terra dei cimbri. Nel Museo nazionale di Chişinău, accolta da una gentile funzionaria (che mi ha fatto sentire una “personalità”) ho poi potuto vedere molti reperti cimbri. 

Ma c’è un fatto che mi ha particolarmente colpito, a proposito del monastero: che per una grande parte s’addossa a una montagna, a una roccia, dove si trovano (o trovavano), credo, le celle dei monaci (foto 5).

foto 5

Lì appare una roccia, appunto, con le finestre delle celle dipinte di azzurro. Ma è la roccia a sorprendere: come fosse il Muro del Pianto di Gerusalemme è pieno di bigliettini di preghiera, in tutte le fessure possibili (foto 6). Forse è la mia ignoranza a meravigliarmi: ma non ho notizie di altri luoghi analoghi, sempre ricordando che si tratta di un monastero ortodosso.

foto 6

E così, sempre con la mia guida meravigliata, chiesi di visitare il grande cimitero ebraico visto su Google. È un cimitero sterminato, nel quale solo su un lato c’è un sentiero praticabile. In generale è impraticabile e selvaggio (foto 7 e 8). I parenti dei defunti, lasciando il paese, hanno cercato di proteggere le tombe perimetrandole con barriere di reti metalliche (foto 9), di nessuna resa pratica a dire il vero.

Ma la sorpresa è stata che in prossimità di alcune tombe c’era, in pietra o cemento, un tavolo con due panche ai lati (foto 11): lì i parenti, adottando un’usanza ortodossa, portavano cibarie varie e mangiavano con il defunto. In nessun cimitero ebreo si mangia (come anche nei cimiteri cattolici): l’usanza è, appunto, ortodossa.

Chişinău prima della seconda conquista russa (1940) era una città ebraica: metà della sua popolazione era ebrea e vi si potevano contare circa settanta sinagoghe (foto 12). I russi fecero stragi: si può dire che all’inizio del secolo in Moldova ebbe inizio la shoah. Dopo il 1940 molte sinagoghe furono trasformate in abitazioni, piccoli musei, teatri. Ma girando per la città l’impronta ebraica resiste: come non riconoscere in antiche sinagoghe quei piccoli edifici (foto 13), trasformati nell’uso, quando già esternamente presentano sette grandi finestre? E non si tratta di un edificio, ma di molti edifici. E poi le vie: ce n’è perfino una, centralissima – dove si trova l’attuale sinagoga – che si chiama Jerusalim (foto 14). 

La Moldova ora è un paese ortodosso e gli ebrei sono assai pochi. La Chiesa ortodossa predilige, aiuta molto il regime filo-russo: un reciproco aiuto che tende a rendere russe quelle terre.

Per concludere dirò di un episodio, accaduto in Italia ma trascurato dalle nostre cronache. Quando in Moldova si vota, vari esponenti politici vengono anche in Italia per la loro campagna elettorale fra i moldavi emigrati. E c’è stato, più o meno un anno fa, un esponente filo-russo (appunto) che si è presentato, agli elettori potenziali, addirittura accompagnato da molti preti ortodossi.

Il servizio fotografico è di Franca Semi

Curiose analogie o contaminazioni a Chişinău ultima modifica: 2019-08-17T15:00:53+02:00 da FRANCA SEMI
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