A remi per mettere in luce la più grande insidia alla tenuta di Venezia

È un enorme problema, per la città storica, per la laguna, il moto ondoso? Lo è. Si è fatto abbastanza, si fa abbastanza, per contrastare il fenomeno? No. Chi va in barca lo vede e lo vive più degli altri. È preoccupato più di chiunque altro dell’avvicinarsi a un punto di non ritorno. Per questo la bella iniziativa della Tre Archi di sabato sera è importante e va “ascoltata”.
YTALI
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Sabato scorso, all’imbrunire, un corteo acqueo, accompagnato dalla musica, è partito dal ponte Longo di Murano per raggiungere il rio di Cannaregio e quindi attraversare il Canal Grande fino a Rialto e infine rientrare a San Giobbe. Il Corteo delle Luci. Alla sua seconda edizione. Un’iniziativa del Gruppo Tre Archi che rinverdisce una vecchia tradizione ormai caduta in disuso e che coinvolge tutte le remiere e le imbarcazioni a remi private della città. Non folklore, ma spettacolare testimonianza di interesse, anzi d’amore, per la propria città e per la sua tutela da parte di un mondo intrinsecamente legato a Venezia, connaturato con la sua peculiarità di città d’acqua e di laguna, minacciata dalla convergenza di fenomeni sempre più aggressivi, solo in parte naturali e in gran parte prodotti dall’uomo, consapevolmente.

Chi ha partecipato, o anche solo visto, il Corteo delle Luci ha vissuto la magica atmosfera di barche di diverso tipo, addobbate con luminarie, per concorrere al premio finale conferito all’imbarcazione con la migliore illuminazione. Ma è stato anche testimone di ciò che le remiere, insegnando e diffondendo la voga alla veneta propongono. Come sostengono alla Tre Archi:

Le remiere propongono la continuità di una tradizione, quella del remo, l’unica peculiare e realmente rispettosa del fragile equilibrio di Venezia, sempre più minato dall’ingerenza e dalla prepotenza dei motori e del conseguente moto ondoso, rovina della città. […] Oltre a essere uno sport meraviglioso e riproporre la continuità della tradizione, la voga è compatibile con l’ambiente perché ci riporta “a passo di remo” opponendosi e facendo decelerare o fermare le imbarcazioni a motore: è la migliore arma che ci ha tramandato Venezia.

Uno scialle funge da “drappo nero” sulla prua di una barca. Nel Corteo delle luci ogni equipaggio se n’è creato uno proprio diverso dagli altri, a segnalare l’allarme moto ondoso

Tutte le fotografie sono di Simone Gabbia, eccetto l’ultima

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A remi per mettere in luce la più grande insidia alla tenuta di Venezia ultima modifica: 2019-09-23T14:46:58+02:00 da YTALI
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