Storie e Storia nel bel giallo di Daria Lucca

“La mossa dell’impiccato” vede protagonista la vice-questora Amanda Garrone in una vicenda torbida con al centro la morte di un rampante bancario rubacuori nella terra stupefacente della campagna senese, con riferimenti storici antichi che irrompono nell’attualità.
BARBARA MARENGO
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Gioco erotico finito male, omicidio o suicidio? La vice questora Amanda Garrone indaga sulla morte del rampante bancario rubacuori in un agosto torrido nella terra stupefacente della campagna senese: poiché i giorni di agosto sono quelli che precedono il Palio dell’Assunta, si capisce subito come La mossa dell’impiccato (Amazon publishing) sia un giallo da leggere tenendo presenti vari ed originali punti di vista.

Daria Lucca, giornalista di lunga militanza e scrittrice, ci fa entrare con passione in una torbida vicenda che inizia con il ritrovamento di un impiccato, ma né l’impiccato né il luogo del ritrovamento possono lasciare indifferenti. E l’occasione spalanca le porte sulla vita – complicata – della bella vice questora Amanda e della sua valente squadra di investigatrici ed investigatori, sullo sfondo di luoghi storicamente importanti, della magnifica campagna senese, della natura ancora incontaminata, delle tradizioni culinarie che vivono in noi di pari passo con la storia, e delle malefatte di varia natura di associazioni a delinquere tipiche della nostra cara Patria, dalla mafia al riciclaggio, dalla ricettazione di reperti artistici ai giochi della finanza.

Ma in questo libro giallo c’è un di più, ed è questo di più che fa la differenza: i riferimenti storici antichi che irrompono nell’attualità, come il cippo che ricorda la battaglia di Montaperti del 1260, epocale scontro tra i guelfi di Firenze ed i Ghibellini di Siena che parteggiavano rispettivamente per Papato ed Impero. Se lo scatenato bancario viene trovato impiccato (alla maniera di Luigi Enrico di Borbone principe di Condè) al cippo che rievoca la vittoria dei senesi sui fiorentini, se nel corso delle indagini Amanda si scontra con torbide storie di sesso e finanza legate ad una banca senese, se dalla Fondazione di questa banca che fu potentissima dipendeva “la vita – o la morte – di aziende, enti, associazioni provinciali e persino l’ottima manutenzione pubblica”, gli argomenti di stretta attualità sono qui, ben spiattellati e descritti, analizzati e spiegati.

Il cippo che ricorda la battaglia di Montaperti

Il filo rosso della storia spazia tra passato e presente, collega un misterioso quadro di scuola barocca senese del XVIII secolo alla ricettazione di vasi, quei lekythos etruschi che fanno dire alla nobildonna austriaca vittima del furto “quel magnifico popolo che voi (italiani) valorizzate così poco”. Una catena di omicidi parte dunque da quella piramide di travertino con appeso l’impiccato, in uno sfondo naturale bellissimo nonostante tutto, le Crete senesi, i fitti boschi di castagni del monte Amiata, i panorami di campi e vigneti di quel particolare colore che solo in agosto e solo a Siena prende quella tonalità calda ed avvolgente.

Ma ecco che la storia irrompe di nuovo nella trama, e ci riporta al 1799, anno turbolento con le truppe di Napoleone che dilagano nella Penisola indifesa e indifendibile: in quell’anno, in quella città ricchissima, un rigurgito di antisemitismo fa si che si compia un’epurazione e vari omicidi di ebrei residenti in città, uno dei quali, Leon Vita Ferrara, è anche collezionista d’arte. Ed allora lo spirito italico ricco di storie di lotte fratricide e di odi e rivalità tra città e famiglie galoppa verso la vicenda dell’impiccato, con la vice questora Amanda costretta a giocare su più fronti, non sempre in maniera limpida.

Le donne fanno da corona a questa vicenda, siano esse poliziotte o magistrate, vittime o fedifraghe, ma anche figlie irrequiete, capaci peraltro di preparare ottimi pranzi come da tradizione italica. 

Ferve e ruota incalzante la trama, attorno ai quindici giorni di fuoco (letteralmente e meteorologicamente) che in agosto preparano il Palio dell’Assunta, un evento che non è solo spettacolo ma vive nel DNA di ogni senese in maniera viscerale.

Ogni volta che Amanda esamina la patata bollentissima che le è capitata tra le mani si apre un nuovo inquietante scenario, che contempla massoneria, mafia, finanza, ma anche abitudini quotidiane e relazioni al caffè o complicata vita di poliziotti allo sbaraglio. Un contesto molto italiano, nel quale ritroviamo allusioni ad importanti eventi che hanno scosso sistema sociale e finanziario, politico e religioso, tra mazzette e corruzione, potere e controllo di flussi finanziari che l’autrice descrive con magistrale competenza, con attenti inserimenti psicologici verso chi si crede intoccabile: in questo caso una famiglia potente, protetta, che si crede al di sopra di leggi e convenzioni. Ma c’è un ma, che si chiama Amanda Garrone.

Come tutti i gialli con la “g” maiuscola, La mossa dell’impiccato tiene viva l’attenzione dall’inizio alla fine dei 48 capitoli.

Storie e Storia nel bel giallo di Daria Lucca ultima modifica: 2019-09-27T19:17:21+02:00 da BARBARA MARENGO
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