Femminismo? No, direi che Basta!, l’ultimo libro di Lilli Gruber, è sostanzialmente razionalità. E neppure un manifesto contro gli uomini o il maschilismo. Semplicemente – si fa per dire – una storia o meglio una cronaca. Fatti e persone che nella sua lunga esperienza di giornalista soprattutto, ma anche di politica ha potuto vivere di persona.
E quindi, anche chi abitualmente legge cronache politiche e non, chi insomma legge giornali e non social, come oggi troppo spesso accade, apprende nomi e fatti di persone – uomini e donne – che in questo nostro periodo stanno facendo la storia.
Molte persone che spesso non conosciamo o che appena abbiamo sentito nominare. Certo di Trump “l’espressione più caricaturale della deriva anti-democratica” abbiamo inondazioni di notizie, ma molti, troppi particolari del suo vivere non ci sono noti. E così Johnson, Bolsonaro, Putin, per citare soggetti che spesso compaiono sulle pagine dei giornali. Nonché altri che pur non molto spesso citati, occupano posizioni politiche o economiche di rilievo, posizioni che incidono inevitabilmente sulla nostra vita.
Interessanti e che c’informano.
Ma… le donne. Di molte Gruber scrive, ma quattro soprattutto, notissime, attirano, nel libro la mia attenzione.
Nancy Pelosi dapprima, che riesce combattivamente e con ostilità a far sperare in un impeachment del suo presidente. Settantanove anni, aspetto più che giovanile, sempre curata, attenta, colta e per giunta madre di quattro figli.
Angela Merkel, originaria della ex Germania dell’Est, ora la donna o “il politico” più rilevante di Europa.
Christine Lagarde, che oggi ha preso il posto – da lui pare sostenuta – di Mario Draghi, e già presidente del Fondo Monetario Internazionale. E infine la recentissima Ursula Von der Leyen, dottore in medicina, presidente della Commissione europea.
Si sofferma, Gruber, anche sull’aspetto e la cura alla persona di queste quattro grandi, ma non solo. Riconosce che l’eleganza o almeno la correttezza nell’aspetto, sono non una necessità, ma un banale dovere.
Ricorda come lei stessa, fin dall’inizio del suo lavoro, non per vanità, pare, ma per professionalità vestiva e aveva cura di sé.

Molte, molte altre donne, impossibili da citare per il loro numero e per un lavoro, oscuro ai più. Tutte comunque – fatti salvi i quattro esempi e poche altre – influenti, ma che, con le unghie e con i denti hanno dovuto e poi potuto arrivare a posizioni se non di potere, almeno di prestigio. Il lavoro, anche in presenza di notevole cultura e preparazione, se non boicottato, comunque sottovalutato.
Sono tutti fatti, non gossip, situazioni reali alle quali le giovani di oggi potrebbero, anzi dovrebbero prestare attenzione.
Certo, negli ultimi decenni molto è cambiato e Gruber, non giovanissima, ma ovviamente non anziana, non ha potuto vivere la situazione femminile ad esempio negli anni Sessanta, situazione che io stessa ho ricordato, avendola vissuta, in un mio recente lavoro. Non esisteva il divorzio, esisteva ancora – fino al 1981 – l’obbrobrio del delitto d’onore, le donne non erano ammesse alla magistratura se non nel 1963 e… altro.
Oggi la normativa si è “civilizzata”, ma non la mentalità e la cultura. È quanto constata con acume, intelligenza e perspicacia Gruber, dedicando una parte del suo lavoro, la finale e quindi direi conclusiva, alla fisicità. Perché i termini “mestruazioni”, “menopausa” e organi genitali femminili sono usati con circospezione, quasi fossero da nascondere, perché invece gli organi riproduttivi maschili vengono se non esibiti, trattati con disinvoltura? Perché nella menopausa, quando noi donne smettiamo di procreare, diventiamo “inservibili”, mentre in realtà è un fatto fisiologico e null’altro?
Un libro quindi tutto da leggere, soprattutto dalle nuove, giovani generazioni, alle quali l’autrice con eleganza da alcuni suggerimenti.
Una minuscola osservazione, alla fine: non molto viene dedicato alla quotidianità “casereccia” delle donne. E come mai si citano i quattro figli della Pelosi, nonché i sette della Von der Leyen, come fossero meriti specifici, nonostante i successi professionali? Non così per gli uomini al potere.
Ho letto il volume con molta attenzione, ho appreso molto, ho riflettuto e lo consiglierei a chiunque, uomo o donna. Troppo spesso diamo per scontate situazioni che ci sembrano rientrare in una normalità, mentre ancora molto rimane da fare e da costruire.


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1 commento
Chi ricorda Mdme De Stael allontanata da Napoleone perchè troppo intelligente e perciò pericolosa come fu la Sarfatti per Mussolini e magari anche la coltissima Aspasia per il cinico vescovo di Alessandria? Il peso della tradizione machista premia la Forza con Trump,Putin e Xi ma se i razzi hanno sostituito le lance a punta di selce il gioco politico non può essere ancora condotto dall’ormone maschile. Che ne sa della vita se il maschio se la “spara” soltanto mentre la donna la cova per nove mesi?