Tanta gente all’assemblea “Acqua Alta Straordinaria” voluta dal comitato “No grandi navi” e da “FridaysForFuture”. La sala San Leonardo trabocca di giovani e meno giovani. Chi non riesce ad entrare occupa l’omonimo campo per ascoltare gli interventi trasmessi sullo schermo posto fuori dalla sala. In una classica giornata di un novembre veneziano, le associazioni ambientaliste veneziane esprimono la loro rabbia sul MoSE e sulla gestione passata e attuale della città.

Dal palco chi interviene chiede ai Veneziani di “agire e di reagire” all’acqua alta straordinaria. “Per salvare Venezia”, dicono alcuni di loro,
[…] bisogna fermare il MoSE, senza incertezze: i problemi tecnici sono troppi, i rischi climatici sono presenti a tutti. Il MoSE è un’opera che serve soltanto ad arricchire qualcuno.
Sono molti gli interventi che si susseguono perché gli organizzatori dell’evento concedono solo cinque i minuti per parlare. Il sindaco è tra gli obiettivi delle critiche. Qualcuno lo definisce “indegno” del ruolo che ricopre, per la gestione e le parole utilizzate nei momenti dell’emergenza.

Molte le testimonianze dalle isole. Come quella di Elia da Pellestrina – l’isola più toccata dalla grande acqua alta di qualche giorno fa – che parla della sua isola da sempre “vittima dell’indifferenza della politica” mentre in quella sottile striscia di terra “nasce un museo della laguna”.
Ma è sul MoSE che si concentrano le critiche. Come quelle di Marta Canino, dalla Giudecca:
Il MoSE è un’opera morta e sepolta, della quale ci portiamo addosso i segni di questi giorni: la fatica fisica […] Venezia non è “caduta” quella tragica notte: Venezia era in piedi e con la mano tesa verso gli altri.

Per Anna Clara di “FridaysForFuture”:
[…] serve un’inversione di tendenza, bisogna fare manutenzione. Quello che stiamo vivendo non è un capriccio della natura ma una conseguenza di provvedimenti sbagliati.

È il turno, poi, di Armando Danella con stivali e tuta da combattimento. Danella è un ex dirigente del Comune di Venezia, che conosce bene la città lagunare, visto che per vent’anni è stato il responsabile della Legge Speciale regionale del Veneto per la salvaguardia della laguna di Venezia.
Il problema non è di Venezia ma di tutto il mondo. Conosciamo già le cose da fare. Primo: ridurre le sezioni delle bocche di porto. Con restringimenti fissi o rimovibili stagionalmente e con l’innalzamento dei fondali. Bisogna ridurre la portata tra mare e laguna. Per contrastare anche la fuoriuscita di sedimenti che costituisce uno dei problemi più gravi della laguna. Secondo: Si devono aprire le valli da pesca alla libera espansione delle maree. Terzo: abbiamo bisogno di un piano morfologico che sia collegato con l’operatività del Porto, presente e futura. Il piano operante del Porto oggi deve prevedere che le navi da crociera escano dalla laguna. Infine, poiché i soldi del progetto manutenzione integrata rii sono stati deviati verso il MoSE, la manutenzione è assolutamente da riprendere.
E continua:
Dobbiamo davvero alzare Venezia. Ci sono esperimenti fatti e da fare. Però bisogna fare ricerca. Perché è nella ricerca la soluzione. Ricerche che sono state bloccate nel passato perché alternative al MoSE. Oggi però assistiamo ad una popolazione che ha cominciato a capire che alcuni meccanismi decisionali sono da mettere in discussione.
Mentre la sala omaggia a Edoardo “Eddy” Salzano, fuori le sirene dell’acqua alta riportano i presenti all’impellente realtà.
Dall’intervento tecnico di Danella si passa a quello di Tommaso Cacciari, del comitato “No grandi navi”, che riscalda la platea:
Il MoSE non è la soluzione, è il problema. È una della cause, oltre al cambiamento climatico, che va ad aggravare il degrado della laguna. Spendere su quell’opera è criminale.
Interviene poi Maria Rosa Vittadini, docente allo Iuav e una della maggiori esperte di valutazione di impatto ambientale (Via). Vittadini invita a riflettere sulle preoccupazioni avanzate nei giorni scorsi da qualcuno sul rischio che la laguna si trasformi in un braccio di mare. E, a tal proposito, ha criticato il sindaco, sollevando dubbi sulla sua capacità di comprensione del problema:
Durante la recente conferenza stampa, il sindaco Brugnaro è ha invitato a non raccontare “balle” sulla trasformazione della laguna in un braccio di mare, esclamando “certo che la laguna è un braccio di mare, la laguna è salata”!
Un’assemblea che non termina oggi ma che fa parte di una due giorni di mobilitazione delle associazioni ambientaliste. Domani, alle 14, partirà da Campo Santa Margherita la manifestazione “Salviamo Venezia!”, un corteo per dire che
[…] la città non può e non vuole rimanere in silenzio, non può subire la narrazione tossica del MoSE. È il momento di riunirsi, di scrivere assieme una storia diversa e di farla vivere, in migliaia.
Una piazza che, come recita il volantino della manifestazione, ha delle parole d’ordine chiare: stop Mose, no Grandi Navi, giustizia climatica, e le dimissioni del sindaco Luigi Brugnaro.
a cura di Marco Michieli, con la collaborazione di Claudio Madricardo e Luna Moltedo

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