Una foto parla più di mille parole e la foto in questione è quella di Rita Pavone tra la senatrice Monica Cirinnà, firmataria della legge sulle unioni civili, e una coppia di novelli sposi, ossia il sottoscritto e il di lui marito, di cui Rita è stata testimone di nozze il 15 settembre 2018. Strano set fotografico per una persona definita in questi giorni dagli hater del web come sovranista, razzista e finanche omofoba.
Ma si sa, gli hater, che siano di destra, di sinistra, di centro, di sopra o di sotto, insultano e aggrediscono senza nozione di causa, per sentito dire, per frustrazione, per ignoranza, per invidia sociale, per rabbia e aggressività represse e soprattutto senza sapere nulla del soggetto preso di mira a parte il fatto che sia una celebrità, aggravante questa che merita una razione doppia di insulti e aggressività.

Ma Rita Pavone pronta a calcare le scene del Teatro Ariston al prossimo settantesimo Festival della canzone, resta intoccabile nella sua qualità di “Regina” assoluta della musica. A una festa a Milano un po’ d’anni fa pullulante di personaggi famosi, ricordo che Vittorio Sgarbi sollevò Rita in trionfo urlando agli astanti: la Pavone è come Garibaldi, monumento nazionale.
Sì, perché al di là di generi e gusti musicali, parliamo di un’artista con una carriera che non regge confronti. Le sue hit da milioni di copie, indimenticabili, conosciute da tutti e tramandate di generazione in generazione, la sua interpretazione magistrale nel cult Il giornalino di Gian Burrasca, diretto dal premio Oscar Lina Wertmüller, con musiche degli altrettanti Oscar Luis Bacalov e Nino Rota, le vittorie al Cantagiro e una popolarità talmente esplosiva da meritare le attenzioni di Umberto Eco, ma anche di Palmiro Togliatti, mentre Antonello Falqui la scelse per Studio Uno e per i più popolari show del sabato sera.
E a seguire l’ingresso nei mercati internazionali incidendo per la Decca nel Regno Unito, per la Polydor in Germania, per la RCA Victor negli Stati Uniti, Giappone e Sud America, per la Phonogram in Francia. E le cinque partecipazioni all’Ed Sullivan Show con Duke Ellington ed Ella Fitzgerald, la Carnegie Hall e altri spettacoli televisivi americani con The Beach Boys, The Supreme e molti altri. Ma anche i trionfi all’Olympia di Parigi e la scalata delle classifiche di mezzo mondo quando per la musica italiana era impensabile sfondare in mercati come quello statunitense o del Regno Unito.

Rita Pavone sarà anche signora del teatro e della rivista con attori di prima grandezza come Erminio Macario, Carlo Dapporto e Franco Branciaroli che la vorranno al loro fianco in fortunatissime tournée dal tutto esaurito. E non si contano gli show televisivi e gli speciali dedicati a questa grandissima artista negli ultimi cinquant’anni, i quasi sessanta milioni di dischi venduti, la sua fortunatissima partecipazione alla show Ballando con le Stelle nel 2016 arrivando in finale e conquistando il terzo posto dopo dodici puntate, il premio alla carriera nel 2017 sempre sul palco del Teatro Ariston e una strepitosa tournée in Brasile nella primavera 2018 con il tutto esaurito dovunque.
Che dire, questo è solo un piccolissimo riassunto di un percorso professionale e sentire qualcuno blaterare che Rita Pavone abbia avuto bisogno di una spintarella per andare al Festival di Sanremo fa sorridere come e più del definirla omofoba e sovranista guardando quella foto.
De gustibus non est disputandum e non si può piacere a tutti, ma una cosa è certa, e per buona pace degli hater: nei minuti in cui questa “Signora della canzone” si esibirà su quel palco, il Festival di Sanremo rivivrà i fasti di antica memoria.



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