[PADOVA]
Alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, lo scorso fine settimana hanno preso il via le celebrazioni e le iniziative di Padova Capitale europea del volontariato 2020. Un bagno di folla per il presidente e una mobilitazione straordinaria per la città e i suoi volontari. È la prima volta che il riconoscimento è toccato a una città italiana. Da quando è stato istituito, nel 2014 su iniziativa del Centro europeo per il volontariato e con il sostegno dell’Unione europea, il ruolo di capitale europea del volontariato è toccato a città come Barcellona (Spagna), Lisbona (Portogallo), Londra (Gran Bretagna, i tempi della Brexit erano ancora lontani), Sligo (Irlanda), Aarhus (Danimarca) e Kosice (Slovacchia). Il prossimo anno toccherà invece a Berlino. Il Comune di Padova, su iniziativa del locale Centro di servizi per il volontariato e del suo presidente Emanuele Alecci, ha avanzato la candidatura della città nel 2018, forte della propria storia e di una fitta rete di associazioni di volontariato e di iniziative innovative, riuscendo ad ottenerne lo scorso anno l’importante riconoscimento.
Così venerdì mattina, 7 febbraio, presso la Fiera di Padova il presidente della Repubblica ha ricordato davanti a migliaia di volontari, di giovani e di cittadini, nel suo discorso di apertura dell’anno in cui Padova sarà Capitale europea del volontariato, che certo
Si tratta di un prestigioso riconoscimento alla città, alla sua cultura di solidarietà, alla storia di donne e uomini che hanno lasciato tracce preziose; e aperto strade su cui altri hanno potuto poi camminare.
E a questo proposito ha ricordato alcuni di loro che negli anni passati si sono contraddistinti per il loro impegno e la loro umanità, da monsignor Giovanni Nervo, prima padre della Caritas Italiana e poi della Fondazione Zancan, a Tom Benetollo, presidente dell’Arci e tra i principali promotori del movimento pacifista in Italia ed Europa, a Luciano Tavazza, presidente del Movi e poi della Fondazione per il volontariato. Mattarella ha poi continuato ricordando che questa occasione
al tempo stesso è una responsabilità, un impegno che Padova assume affinché questi mesi non si limitino alla pur legittima celebrazione di tante positive esperienze, ma rappresentino un avanzamento per l’intero Paese, una stagione di crescita collettiva italiana. Il volontariato è un’energia irrinunciabile della società. Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulla qualità delle nostre vite, a partire da coloro che si trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti.
Un richiamo, quello del capo dello Stato, che affonda nei problemi dell’Italia di oggi e come mai tempestivo.
Non a caso il tema scelto dal comitato promotore per Padova Capitale europea del volontariato è particolarmente significativo, tanto più nel Veneto di questi tempi, ed è: Ricuciamo insieme l’Italia. Sì, proprio alle latitudini in cui nel tempo si sono coltivate tentazioni secessioniste e ora s’immagina un’Italia di autonomie differenziate, c’è una società che pensa di provare a ricucire un paese slabbrato e fiaccato da squilibri antichi e nuove differenze, incattivito da un discorso pubblico spesso urlato e senza lungimiranza.
Padova, profondo Nord, ha le carte in regola per cercare di svolgere il ruolo assegnatole e stimolare un’azione più ampia in tutto il paese. Da anni il Centro di servizi cura un rapporto annuale sul volontariato padovano dal quale emerge che le organizzazioni di volontariato sono in costante crescita (ben 6466 nel 2019 nell’intera provincia), promuove il festival Solidaria giunto quest’anno alla sua terza edizione, e da questa città sono partite e hanno sede esperienze innovative e ormai consolidate come Banca Etica e Fairtrade, il consorzio associativo che garantisce i prodotti del commercio equo e solidale.
Qui nel passato si tenne Civitas, la fiera del Terzo settore, e per la prima volta il Forum del Terzo settore, ai suoi esordi, sottoscrisse con il governo (all’epoca guidato da Romano Prodi) un protocollo d’intesa che ne riconosceva il ruolo e ne avviava la collaborazione; la Fondazione Zancan da 56 anni è un laboratorio di idee ed elaborazioni preziose, punto di riferimento per tutto il volontariato italiano.
Non sono del resto i tre giorni, pur assai densi, d’avvio delle manifestazioni di Padova Capitale europea del volontariato a esaurirne il percorso appena iniziato.
Sette tavoli di lavoro hanno cominciato a interrogarsi e proseguiranno a farlo nel corso dell’anno su singoli temi (povertà e nuove emarginazioni, salute sport e benessere, cultura e istruzione, ambiente e urbanistica, economia e sviluppo sostenibile, tecnologia e innovazione, pace diritti umani e cooperazione internazionale) nell’ottica degli obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

A marzo, per tre fine settimana, partirà la sfida di 20.020 ore di solidarietà, e a seguire ci saranno iniziative sul fronte del volontariato in ambito culturale (Padova è candidata ad essere uno dei nuovi siti Unesco italiani), un incontro con le altre città che hanno negli anni passati rivestito lo stesso ruolo di Capitali europee del volontariato è in programma entro la fine di giugno. L’iniziativa 20 libri per il 2020, per discutere e confrontarsi con le principali emergenze sociali e ambientali e le problematiche culturali del nostro tempo, prenderà il via ad aprile e si snoderà lungo tutto l’anno. E molte altre ancora saranno le iniziative (compresa una fase di ascolto con il mondo delle imprese) che andranno avanti fino alla giornata mondiale del volontariato che si celebra ogni 5 dicembre, occasione nella quale si effettuerà il passaggio di testimone con Berlino, Capitale europea del volontariato 2021.
Nel corso dell’anno, inoltre, saranno molte le iniziative promosse nazionalmente a Padova dalle tante reti associative italiane, in un calendario che va arricchendosi di ora in ora. Padova sarà, insomma, il cuore e al tempo stesso la ribalta di quella straordinaria risorsa rappresentata dal volontariato italiano.

Sono oltre sei milioni i volontari nel nostro paese, parte rilevantissima di quel mondo in crescita rappresentato dal non profit con oltre 336 mila organizzazioni censite dall’Istat e un grado di fiducia da parte degli italiani che è con il settanta per cento tra i più alti (come ha documentato nel suo ultimo rapporto pochi giorni fa l’Eurispes) mai registrati. Una cittadinanza attiva che dalla Protezione civile alle attività culturali, dalla salute all’assistenza sociale, dalla cultura alla solidarietà internazionale fa del nostro paese un paese migliore e molto diverso da quello che prevalentemente si cerca di raccontare, in grado di costruire comunità solidali, senza piegarsi all’odio, mettere in campo iniziative straordinarie.
Non a caso, al termine del suo discorso di apertura il Presidente Mattarella ha voluto ricordare e ribadire
l’apprensione per le sorti di Silvia Romano, la giovane rapita in Kenya mentre svolgeva la sua opera generosa di solidarietà e di pace. Da Padova-Capitale non può mancare per lei il nostro pensiero, che si unisce al costante impegno delle istituzioni per ottenerne la liberazione.

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