Monica Sambo. Il nostro endorsement

Per sfidare Brugnaro, la sua candidatura (alla testa di una “femmi-lista”) non sarebbe l’ultima carta per la sinistra e il centrosinistra veneziani, ma un asso, un’opportunità insperata di costruire un fronte in grado di batterlo.
YTALI
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Naturalmente non vogliamo dar credito a certe voci che girano. L’imprenditrice Gabriella Chiellino, sostengono queste malelingue, avrebbe sorprendentemente rinunciato alla candidatura a sindaco di Venezia, sotto pressione di ambienti confindustriali lagunari, debitamente sollecitati da un noto ex presidente di Confindustria veneziana con la passione del basket: si faccia da parte, le sarebbe stato consigliato amichevolmente, altrimenti si scordi di lavorare in futuro con la sua impresa a Marghera e dintorni. I soliti poteri forti? Le solite dietrologie che piacciono tanto a una certa sinistra paranoica e complottista?

Non avendo alcuna “pezza” d’appoggio per confermare queste voci, ci guardiamo bene dal farle nostre e rilanciarle. Però. Certo è che sicuramente una spiegazione ragionevolmente credibile della sua decisione è auspicabile, da parte di Chiellino e dei suoi sponsor, anche per diradare certi interrogativi maliziosi, che in circostanze come quelle attuali, con un voto importante in vista, e in un mondo in cui si vuol credere alle cose più incredibili, è bene non girino liberamente, senza una ferma e convincente risposta.

D’altra parte, se possono prendere corpo e perfino credibilità voci del genere, è anche perché ormai, anche tra chi dovrebbe opporsi a lui, si tende a considerare Brugnaro il dominus assoluto e incontrastato della città; anzi, una parte dello stesso centrosinistra – per fatalismo o per opportunismo o per calcolo o per realismo, o per deliberata intelligenza con il nemico – si trova “oggettivamente” in combutta con lui, nella convinzione che, essendo appunto ormai il paron de Venessia, conviene tenerselo amico e avere canali oliati di comunicazione e interazione con lui. Perché perder tempo con impossibili, improbabili tentativi di farlo cadere dalla più alta carega cittadina? 

Indubbiamente siamo di fronte a una vicenda singolare. D’altronde il modo in cui s’era arrivati alla designazione di Chiellino era stato esso stesso sorprendente. Anche i ben informati trasecolavano apprendendo la notizia della scelta. La maggioranza di quelli che normalmente sanno le cose, sapeva poco o niente del personaggio e del modo in cui ci si era arrivati. Sembrava più una trovata senza una paternità certa che l’esito di un processo decisionale limpido e un minimo condiviso.

Tutto questo fa apparire patologico lo stato confusionale in cui si trovano da tempo ormai la sinistra (le sinistre) e il centrosinistra veneziani. A tre mesi neppure dal voto per il sindaco, per il rinnovo del consiglio comunale e delle municipalità, si direbbe che siamo finiti in un vicolo cieco, in una condizione senza sbocchi di cui non resta che prendere desolatamente atto, rassegnandoci al peggio.

C’è un modo perché non sia cosi, che non finisca così?

ytali, prima della designazione di Chiellino, aveva rilanciato la proposta di Michele Savorgnano, una femmi-lista per Venezia. Una proposta evidentemente provocatoria, eppure concreta e praticabile nel suo significato di fondo, e, a nostro avviso, l’unica in grado di dare filo da torcere a Brugnaro e di rimettere in posizione perfino paritaria, con l’avversario, la competizione per il prossimo sindaco:

una femmi-lista sostenuta da una moltitudine, guidata da una triade composta da una sindaca della Città di Venezia, una pro-sindaca della Terraferma e (novità assoluta) una pro-sindaca della Città d’acqua (che amo chiamare Arcipelago veneziano).

Una lista molto caratterizzata al femminile, insomma, con numerose donne, alcune delle quali in corsa per i posti che contano al vertice della città.

Diversi interventi (Serena Nono, Barbara Marengo, Cristina Giussani, Adriana Vigneri) hanno poi dato sostegno all’iniziativa di Savorgnano, problematizzando, elaborando e arricchendo la proposta.

Sappiamo che da tempo c’è chi cerca di convincere Monica Sambo a mettersi in gioco, candidandosi lei a sfidare il sindaco uscente. Sono in tanti dentro il Pd e fuori a farle pressioni. Noi siamo tra questi.

Ci sono molte buone ragioni per chiederle di accettare la sfida. ytali, in successivi articoli spiegherà meglio chi è Monica e perché è lei il nome che vogliamo sulla scheda.

Monica Sambo

L’importante, perché il tempo corre veloce, è che l’interessata, nel valutare se accettare la proposta, nel caso le fosse davvero offerta, valuti lo scenario di una sua candidatura dentro uno schema di forte, qualificata ed evidente connotazione al femminile della lista che la sosterrà.

Solo così – a parte le numerose considerazioni di merito – la sua sfida avrebbe fin dall’inizio la forza per proporsi come credibile e fattibile, e avrebbe la grande attenzione che merita, spiazzando gli avversari interni e costringendoli a uscire allo scoperto, e scompaginando – come alternativa immediatamente ed evidentemente percettibile – i piani strategici di un avversario in giaccone mimetico, emblema del machismo salviniano che niente può avere a che vedere con la cultura e la tradizione di una città aperta e plurale come Venezia.

Monica Sambo. Il nostro endorsement ultima modifica: 2020-02-19T16:52:31+01:00 da YTALI
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