Sul nome di Monica Sambo si può creare presto una vera coalizione

Meriterebbe la candidatura non perché ha le gonne, ma perché è appassionata, competente, e in questi anni come consigliere comunale è stata la vera antagonista del sindaco-padrone.
SILVIO TESTA
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Confesso che la discussione sulle “quote rosa” non mi ha mai appassionato, anche se capisco che in una situazione fortemente squilibrata, che danneggia il ruolo delle donne e di riflesso penalizza l’intera società, l’escamotage – che tale mi pare – ha una sua ragion d’essere. Condivido comunque il pensiero di Adriana Vigneri, che su ytali rilancia le potenzialità e le ragioni di una candidatura femminile a sindaco di Venezia, e ancora condivido quantomeno l’intento provocatorio della femmi–lista proposta da Michele Savorgano, ma sotto sotto io continuo a pensare che contano le persone, e non gli “ismi” o gli “isti”, e proprio per sottolineare questo concetto ricordo lo scampato pericolo per la Sinistra della candidatura di Gabriella Chiellino, donna sì, ma come ha sottolineato il Gruppo 25 Aprile con un icastico aforisma, “una Brugnaro con le gonne”.

Parentesi: il Pd veneziano sembra proprio animato da un “cupio dissolvi”, non ne azzecca una, sembra aver perso il contatto con la Città, scambiando i cittadini con quei poteri e con quelle lobby che da sempre cercano di condizionarne la vita. Forse c’entra ancora la famosa “fusione fredda” tra Ds e Margherita, che ha dato vita a una pietanza né dolce né salata, un po’ di qua e un po’ di là, che neppure l’uscita di Renzi verso destra, facendo potenzialmente chiarezza, ha potuto far lievitare a puntino. Ci vorrebbe, al riguardo, un patto forte con Liberi e Uguali, se non una riconciliazione, che ora avrebbe un senso, ma per adesso l’ipotesi non è all’orizzonte.

L’anima cattolica, tolti Alessandro Maggioni e Pierpaolo Campostrini, se n’è rimasta al calduccio tra i Democratici, forse per calcoli di poltrone, forse temendo che il giocattolo di Renzi si sfasci al primo approccio alle urne, e così dietro a certe manovre pre elettorali s’intravede sempre la longa manus di Paolo Costa, che attraverso i suoi uomini finisce per avere influenza sia in casa propria che in Italia Viva.

Monica Sambo

Eppure il Pd una donna ce l’ha, ed è Monica Sambo, che meriterebbe la candidatura non perché ha le gonne (tra l’altro mi pare che nel suo vestire privilegi i pantaloni o d’estate le braghe corte, visto che su ytali si è parlato anche di questo a proposito del gusto, cattivo, di Brugnaro), ma perché è appassionata, competente, e in questi anni come consigliere comunale è stata la vera antagonista del sindaco-padrone.

Se il Pd cerca un candidato che abbia un contatto con la gente e con i vari movimenti che animano la vita civile e politica di Venezia e di Mestre, ebbene, ce l’ha in casa. Giovane, attiva, in grado di catalizzare consensi e simpatie. Avrebbe avuto anche Andrea Martini, ma il presidente della Municipalità è uscito dal partito dopo esserne stato scaricato per la sua autocandidatura, e se si vuole avere qualche chance contro Brugnaro dal Pd non si può prescindere, per quanto ambiguamente schierato su tanti temi.

Sul nome di Monica Sambo si può creare velocemente una vera coalizione di centrosinistra, aperta a civiche, Verdi, movimenti, in grado di arrivare almeno al ballottaggio, e poi, se ci saranno altre convergenze, chissà…

Sul nome di Monica Sambo si può creare presto una vera coalizione ultima modifica: 2020-02-20T00:04:36+01:00 da SILVIO TESTA
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