Covid-19. Costa cara la carnevalata di Brugnaro

Inascoltati gli appelli a cancellare il Carnevale di Venezia. Oggi se ne pagano le conseguenze.
ENZO BON
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Chissà se il Carnevale di Venezia ha contribuito a incrementare il numero dei malati e, ahimè, dei decessi a causa del coronavirus. Era questa la domanda che noi di ytali c’eravamo posti con insistenza da parecchio tempo: almeno da quel sabato 22 febbraio quando, preoccupati dall’evolversi rapido del contagio, avevamo lanciato – inascoltati – alle autorità locali un forte appello affinché la manifestazione fosse immediatamente sospesa. Troppi, per noi e non solo per noi, erano i rischi che tale afflusso di persone potesse fare da volano alla trasmissione di una subdola malattia che già si era manifestata a qualche decina di chilometri dalla nostra città il giorno prima, venerdì 21 febbraio, con il cluster di Vo’ Euganeo e ancora prima, giovedì 20, a Codogno, in Lombardia.

Allora, avevamo scritto “non crediamo valga la pena correre rischi: “Passiòn òrba razòn”, la passione acceca la ragione”, come dice un proverbio veneto, tenendo anche conto del fatto che molti dei partecipanti alla festa di domenica 23 febbraio, quando si svolge il volo dell’angelo, evento clou del Carnevale, vengono a Venezia in giornata, e quindi possono arrivare senza problemi da tutto il Veneto e dalla Lombardia, oltre che da altre aree limitrofe. Per non parlare delle manifestazioni che si sarebbero svolte a Mestre, a Marghera e nell’intero territorio comunale.

Ci avevano dato delle Cassandre quando, il 24 febbraio, avevamo definito la scelta di confermare la manifestazione una “irresponsabile carnevalata di Brugnaro”, perché, a meno di due ore dal lancio dal campanile di San Marco dell’angelo Kristian Ghedina, nel bel mezzo della festa, le agenzie di mezzo mondo battevano la notizia che due persone risultavano positive al virus ed erano state ricoverate all’Ospedale Civile di Venezia, a qualche centinaio di metri da Piazza San Marco. “Abbiamo evitato qualsiasi situazione di panico, dimostriamo di avere sangue freddo”, aveva risposto piccato il sindaco alle insistenti domande dei giornalisti, paventando problemi di ordine pubblico se la manifestazione fosse stata sospesa i giorni prima.

Oggi, purtroppo, abbiamo una risposta precisa a quella domanda che c’eravamo posti: il Carnevale di Venezia, per un alto dirigente medico dell’Ospedale civile di Venezia, potrebbe aver contribuito sicuramente alla diffusione del virus in città e chissà dove altro, visto che, appunto, quel giorno la Piazza e le calli erano gremite di persone arrivate da ogni parte del mondo. 

La conferma è uscita ieri nel corso di una riunione sindacale e riportata dai bollettini interni di due dei maggiori sindacati della sanità veneziana: è chiara, si legge, la “conseguenza del Carnevale” sul contagio di moltissimi operatori sanitari in quarantena perché venuti a contatto con i primi malati. Ma non basta. Perché, scrivono i sindacati riferendo le dichiarazioni del dirigente,

tra i pazienti deceduti [da Coronavirus, ndr] ci sono stati degli esercenti che molto probabilmente hanno avuto contatti in quel periodo.

Non possiamo né vogliamo, per osservanza alla privacy, al segreto professionale dei medici, al codice deontologico di noi giornalisti, spingerci oltre e indagare su quanti e chi siano questi esercenti morti da Coronavirus, o sulle altre vittime, nonché sui malati del Comune di Venezia e della Città Metropolitana, augurandoci che per tutti quelli che sono ancora in ospedale arrivi presto la guarigione e quest’ora buia passi per tutti.

Sfilata dei carri allegorici a Marghera

Noi, da cronisti, possiamo solo analizzare quanto successo e trarre delle conclusioni da questa vicenda. E proprio da cronisti, cioè da quelli che raccontano la storia e lo scandire dei suoi tempi, abbiamo il dovere di ricordare come già giovedì 30 gennaio il governo avesse fatto il punto, durante una conferenza stampa, sulle misure di carattere precauzionale da adottare in Italia dopo i primi casi di contagio dei due cittadini cinesi a Roma; mentre venerdì 31 gennaio veniva deliberato lo stato d’emergenza della durata di sei mesi a seguito delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Dal 1 al 10 febbraio poi, governo, dipartimento della Protezione civile e Istituto superiore di Sanità si riunivano quasi giornalmente per fare il punto della situazione e per preparare gli interventi necessari ad affrontare l’epidemia (vedi la dettagliata cronistoria sul sito del governo. Fino a venerdì 21 febbraio, quando il ministro Roberto Speranza firma un’ordinanza che prevede la quarantena per chi sia stato in contatto con un positivo e dispone la sorveglianza attiva. 

Siamo dunque ritornati a quel venerdì 21 febbraio, quando appunto a Vo’ Euganeo si scopre un focolaio di coronavirus e il governo prende le prime misure speciali per arginare la diffusione del contagio, problema che da quasi oltre venti giorni era nell’agenda del primo ministro e del ministro della sanità, nonché nelle informative inviate ai presidenti delle Regioni. 

Carnevale a piazza Ferretto, Mestre

Ma a Venezia nulla. È venerdì, e ci sarebbe tempo per cancellare tutto. Soprattutto per impedire alla grande massa di giungere domenica che, come detto, è il momento clou del Carnevale. Ma venerdì 21 e sabato 22 febbraio il sindaco, diranno in molti in città, non si vede né si sente: nessun comunicato stampa, nessuna iniziativa o decisione in merito. E mentre il sindaco di Padova, come altri suoi colleghi, si premura di cancellare la sfilata dei carri allegorici, a Marghera quello stesso sabato eccome che si terrà la sfilata “lungo le vie della Città Giardino i grandi carri mascherati e altrettanti gruppi locali, con 1550 figuranti”, come si può ancora leggere sul sito del Carnevale di Venezia 2020.

Racconta il Gazzettino:

Voglia di divertirsi batte paura per il coronavirus, uno a zero. I timori per l’influenza, proveniente dalla Cina, non hanno avuto la meglio sulla sfilata del carnevale di Marghera. I dati ufficiali, comunicati da Vela e dagli organizzatori di Marghera 2000 e Catene 2000, parlano di undicimila persone che ieri pomeriggio hanno gremito il centro della città giardino. 

Ma oltre alla festa popolare, alla sera di quel sabato c’è il sontuoso Ballo del Doge, questo per soli vip, visto il costo del biglietto di ingresso di ben millenovecento euro (scontati a milleduecentotrenta più Iva per i partecipanti di Confindustria) che, guarda caso, si tiene alla Scuola Grande della Misericordia, prestigioso complesso del Comune di Venezia dato in concessione per 42 anni e venti giorni alla “Scuola della Misericordia di Venezia Spa”, società controllata proprio da Brugnaro ma ora, forse, in blind trust. Sarebbe un peccato, dicono alcune voci critiche a Venezia, cancellare questa festa super esclusiva. Già, perché un’eventuale ordinanza urgente e contingibile per motivi sanitari, purtroppo, non guarda in faccia nessuno, e neppure fa la differenza se le feste siano per il vulgo o per i vip. E dunque anche il volo dell’angelo di domenica mattina 23 febbraio si fa, e le manifestazioni si sospendono solo dalla sera, quando la frittata è bella e fatta.

Carnevale al Lido

Lasciamo alla vox populi tali considerazioni non sostenute da fonti certe e fatti concreti. Perché, purtroppo, le fonti certe e i fatti concreti sono i decessi degli esercenti veneziani che sono rimasti a contatto con la folla, i molti contagi tra il personale sanitario dell’Ospedale civile di Venezia e dell’Angelo di Mestre, e i molti contagiati nel territorio. Che, appunto, per il dirigente medico, potrebbero essere direttamente “conseguenza del Carnevale”, di quella manifestazione che avevamo, come molti, chiesto di sospendere e che, invece, in barba a tutti i segnali che ormai da svariati giorni provenivano da più parti, si è voluto fare ugualmente. Perché? E perché la voce dell’opposizione nel chiedere l’immediata sospensione dei festeggiamenti è stata talmente blanda o tardiva da essere sopraffatta dal clamore della festa? E infine, come scrive il volantino di uno dei sindacati degli ospedalieri, “chi dobbiamo ringraziare, signor Sindaco?”.

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Covid-19. Costa cara la carnevalata di Brugnaro ultima modifica: 2020-04-03T17:21:31+02:00 da ENZO BON
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1 commento

S 4 Aprile 2020 a 9:17

Finalmente una voce si alza ! Il comportamento di Luigi Brugnaro durante i giorni cruciali dell’inizio dell’epidemia è stato a dir poco irresponsabile , che il sindaco non avesse a cuore le sorti di Venezia è ormai chiaro ma che potesse arrivare ad ignorare il pericolo di contagio per migliaia tra turisti e veneziani non può lasciarci indifferenti. Luigi Brugnaro deve dimettersi !

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