A marzo più di dieci milioni di americani hanno perso il loro lavoro e hanno richiesto il sussidio di disoccupazione. Ma siamo soltanto all’inizio. Secondo molti analisti è probabile che il numero dei disoccupati sia già oggi più alto di quello che i dati ufficiali ci dicono. Molti infatti non hanno potuto ancora avviare la richiesta di sussidio a causa delle linee telefoniche bloccate.
Aaron Sojourner, un economista del lavoro dell’Università del Minnesota, ha dichiarato al Washington Post che
Non abbiamo mani visto nulla di simile. La dimensione della perdita di lavori nelle due settimane precedenti è simile a quella vista nei due anni della Grande recessione del 2007-2009.
Gli scenari più cupi danno cifre spaventose. La Federal Reserve Bank of St. Louis ha previsto che circa quarantasette milioni di lavoratori potrebbero perdere il loro lavoro a causa del coronavirus. E il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il 25 per cento. Oxford Economics invece pensa che a maggio si perderanno quasi ventotto milioni di posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione del 16 per cento. Sarebbero così cancellati tutti i lavori creati dal 2010 a oggi, anni di record per il paese.
Altre proiezioni sono più caute ma in ogni caso prevedono un aumento storico della disoccupazione. Per IHS Market alla fine dell’anno ci saranno quattordici milioni di posti di lavoro in meno, con un tasso di disoccupazione pari al 10 per cento. Di più, IHS Market afferma che per ritornare ai livelli di occupazione di inizio 2020 bisognerà attendere il 2022. Per Goldman Sachs il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 15 per cento.

Certo alcune aziende sono in controtendenza. Quelle legate al cambio di stile di vita dovuto al coronavirus. Walmart, la multinazionale catena di negozi al dettaglio, è alla ricerca di centocinquanta mila persone da assumere. Ha anche ridotto a ventiquattro ore la procedura di assunzione, normalmente di due settimane. Anche Amazon ha bisogno di centomila persone per far fronte alla nuova situazione e alle maggiori richieste del servizio di spedizioni. Domino’s, la catena specializzata nella vendita di pizza, ha urgentemente bisogno di diecimila nuovi addetti. Uber, pure, è alla ricerca di drivers per fornire i propri servizi di consegna a domicilio.
Per chi ha perso il posto di lavoro il sussidio di disoccupazione varia da stato a stato. In alcuni casi è molto basso. È per questo che il pacchetto di aiuti economici di duemila e duecento miliardi di dollari prevede anche un pagamento di mille e duecento dollari per adulto. Per quelli con un reddito inferiore ai settantacinque mila dollari (più cinquecento dollari per i minori a carico). Anche se per ottenere questo pagamento le cose non sono così semplici.
Con la pandemia di Covid-19, per la maggior parte delle persone, tuttavia, il problema maggiore resta quello dell’assicurazione sanitaria.
Circa metà della popolazione ottiene la propria copertura sanitaria dal datore di lavoro. Quindi, milioni di americani non solo hanno perso il loro lavoro ma la copertura sanitaria. Questo significa che più di qualcuno potrebbe trovarsi di fronte a costi legati alle cure mediche esorbitanti (tra gli undicimila e ventimila dollari per il trattamento della polmonite).
Ora i lavoratori americani in aspettativa non dovrebbero avere problemi. Se invece il lavoratore ha perso il posto di lavoro, quei benefici non ci sono più. Possono mantenere il piano di copertura sanitaria del datore di lavoro per tre anni se si iscrivono ad un piano federale, chiamato Cobra. Piano che tuttavia è costoso.
Per la maggior parte dei lavoratori che hanno perso la copertura sanitaria l’opzione meno costosa è l’acquisto di un’assicurazione attraverso l’Affordable Care Act, più conosciuto come Obamacare. In questo caso la perdita del lavoro è una delle condizioni che permettono di accedere al sistema di sussidi federali per il pagamento dell’assicurazione sanitaria.
Nella maggior parte degli stati, poi, le persone al di sotto dei sessantaquattro anni – non coperta quindi da Medicare, l’altro sistema di assicurazione sanitaria federale – e al di sotto della soglia di povertà a livello federale possono accedere a Medicaid.

Non tutti gli stati però hanno optato nel tempo per l’estensione dei Medicaid (essenzialmente tutti gli stati del sud) e le regole variano da stato a stato. Inoltre l’amministrazione Trump si è opposta alla riapertura del periodo di registrazione all’Obamacare. Questa riapertura avrebbe tutelato anche le persone che ancora oggi non sono coperte da assistenza sanitaria. Come soluzione di ultima ratio gli stati offrono poi dei programmi di assicurazione sanitaria.
Il Center for Disease Control and Prevention ha comunque dichiarato a Vox che se le persone dovessero rimanere senza assicurazione sanitaria, essa stessa avrebbe l’autorità legale per coprire i costi dei test del Covid-19 e per il trattamento della malattia.
Venerdì scorso l’amministrazione Trump ha tuttavia dichiarato che i soldi messi a disposizione nel recente pacchetto di salvataggio serviranno a pagare gli ospedali per il trattamento dei pazienti senza copertura sanitaria e affetti da coronavirus. Anche se molte critiche sono state avanzate. Secondo qualcuno infatti i soldi non andrebbero alle aree più duramente colpite.
La questione della copertura sanitaria è solo una delle problematiche relativa al gap tra lavoratori con alti salari e quelli con bassi salari. Il New York Times ha analizzato i dati di geolocalizzazione degli smartphone. I giornalisti hanno notato che i lavoratori con un basso salario continuano a spostarsi, mentre quelli con un salario più alto restano a casa e limitano i loro spostamenti.
Anche se in generale i dati del New York Times sottolineano che le persone di qualsiasi reddito si muovono meno di prima, nella città di New York il coronavirus avrebbe colpito maggiormente le aree dove vivono lavoratori con redditi bassi. Molte di queste persone fanno dei lavori per i quali è difficile trovare una sostituzione, come il telelavoro.

Molti esperti di politiche pubbliche hanno analizzato i dati raccolti dal quotidiano newyorchese. Alcuni ritengono che le ragioni di questa differenza potrebbero essere molteplici. Per esempio una maggiore percezione del rischio dovuta ad un più grande accesso alle informazioni.
Tuttavia anche i dati forniti dalla città di New York, l’epicentro statunitense della pandemia, rilevano che le aree della città dove vivono i lavoratori con i salari più bassi sono anche quelle maggiormente colpite dalla pandemia. In parte per ragioni di densità demografica. In parte perché aree con il maggior numero di migranti, che potrebbero avere minore accesso alle informazioni utili per fronteggiare la pandemia.

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