Covid-19. La partita delle nomine Enav

Il 18 aprile saranno presentate le liste dei candidati del MEF per le partecipate: nel caso dell’ente che controlla il traffico aereo saranno votate nell’assemblea degli azionisti il 21 maggio 2020.
TOMMASO BRAIT
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Il nodo nomine, nelle società partecipate dallo stato, sta facendo emergere le criticità di alcune privatizzazioni effettuate dal ministro dell’economia durante i governi Monti e Renzi. Il 18 aprile, infatti, saranno presentate le liste dei candidati del MEF per le partecipate: nel caso di Enav S.p.a. queste saranno votate nell’assemblea degli azionisti il 21 maggio 2020. L’ente – da agosto 2016 società per azioni – ha il monopolio sul controllo del traffico aereo in Italia ed è proprietaria delle infrastrutture che ne rendono possibile l’erogazione del servizio.

Proprio per la delicatezza dei compiti istituzionali, esercitati in regime di monopolio da Enav S.p.a., il parlamento italiano incomincia a domandarsi sull’opportunità – con un’interrogazione del 30 marzo 2020 dell’onorevole Silvestroni – di utilizzare i profitti del bilancio 2019 per mettere in sicurezza l’esercizio 2020 sotto una fortissima pressione a causa del Covid-19, riacquistando le azioni flottanti in borsa da parte della Cassa depositi e prestiti.

Questa proposta contrasta con l’approvazione da parte del Cda – il 12 marzo del 2020 – del progetto bilancio 2019 di Enav S.p.a.: in quella data è stato deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo complessivo pari a 113,2 milioni di euro corrispondenti a 0,2094 euro per ogni azione (+4,8 per cento rispetto al precedente). 

Anche le associazioni sindacali hanno lanciato l’allarme sull’esercizio 2020, preoccupati del fatto che Eurocontrol non provvederà a distribuire le tasse dovute dalle compagnie aeree prima del mese di novembre 2020 ai vari enti di controllo degli spazi aerei europei. Questo si tradurrà in zero ricavi per Enav per almeno i prossimi otto mesi. 

Il 26 marzo, in una lettera delle organizzazioni sindacali, inviata al sottosegretario al ministero dei trasporti dott. Salvatore Margiotta viene sottolineato che

L’approvazione del progetto di bilancio ed il bilancio consolidato del gruppo Enav del 2019 avvenuta lo scorso 12 marzo, con la proposta di distribuzione del dividendo maggiorato del 4,8 per cento rispetto l’anno passato, può darci lo spunto per mantenere la quota a riserva.

Su questa partita, causa Covid-19, il governo dovrà effettuare scelte non facili per garantire la sicurezza del traffico aereo italiano: Enav S.p.a ha ereditato, per legge, il monopolio del controllo, coordinamento e sicurezza – insieme all’aeronautica militare – dello stesso. Inoltre le tariffe di sorvolo, che costituisco il 98 per cento dei ricavi a bilancio 2019, sono determinate per legge. La sua solidità finanziaria è quindi fondamentale per garantire un servizio sicuro e efficiente 24 ore su 24.

D’altronde, non c’è un caso in nessun altro paese al mondo che l’ente di controllo del traffico aereo non sia sotto il controllo totale dello stato (così come scritto a pagina 1 della presentazione agli investitori del 2 aprile 2020 presente sul sito Enav S.p.a.).

Proprio per la delicatezza cruciale della gestione e del controllo dei cieli italiani, già nel 2016 la polemica su questa privatizzazione fu accesissima: in parte perché era dubbia l’effettiva utilità di vedere un pezzo strategico dello stato con la cessione di 252.600.000 azioni ordinarie, ovvero il 46,6 per cento del capitale, che generò un misero valore complessivo di circa 834 milioni di euro pari a meno del 0,06 per cento del debito pubblico italiano nel 2016.

In un’intervista del 22 luglio 2016 ad altraeconomia.it il professore Andrea Boitani, ordinario di Macroeconomia ed Economia monetaria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dichiarò che la stessa era un’operazione fatto dallo Stato “esclusivamente per far cassa, e neanche troppa”.

Il professor Boitani infatti, era dell’opinione che le ragioni contrarie alla privatizzazione avessero un peso maggiore.

Un monopolista ha molti più elementi di uno pubblico per scucire più soldi allo Stato, anche perché gli investimenti – necessari a mantenere in efficienza e implementare la rete di controllo – continuerà a finanziarli lo Stato, che dovrà pagare. Non è detto, perciò, che non si finisca di spendere di più in futuro, rispetto a quanto s’incassa oggi. D’altronde, questa situazione non è destinata a modificarsi: mi preoccuperei moltissimo se non fosse così, se il piano degli investimenti su una materia così delicata venisse affidato al fatto che una compagnia privata trovi o meno conveniente acquistare o meno degli strumenti di controllo. La cosa è paradossale.

Enav quindi si privatizzava nel 2016 forte del fatto, presentato agli investitori sul prospetto informativo, che:

La natura dei servizi, unitamente alle competenze e ai requisiti necessari per lo svolgimento di tali attività, rendono Enav un monopolio naturale.

Oltre a ciò, Enav S.p,.a. poteva e può contare su tariffe di sorvolo che non vengono stabilite da un mercato, ma regolamentate. 

Leggendo il progetto di bilancio consolidato di Enav del 2019 si evince come

i ricavi dall’attività operativa si attestano a 951,8 milioni – omissis – composti da 932,6 milioni di euro di ricavi da core business della e per 19,2 milioni di euro dai ricavi per attività svolte dal Gruppo sul mercato.

Quindi l’attività core, ovvero l’attività istituzionale con tariffe regolamentate, costituisce il il 98 per cento dei ricavi del gruppo. 

Inoltre, nello stato patrimoniale di Enav S.p.a sono iscritti più di 1 miliardo di euro di immobilizzazioni: principalmente torri di controllo, centri radar, radioassistenze necessarie alla navigazione degli aeromobili e un network di telecomunicazioni integrato con Eurocontrol. 

Questa infrastruttura fisica è necessaria al funzionamento del controllo dei cieli italiani. E l’anomalia sta tutta qui: una società privata ha in appalto il servizio di gestione e controllo dello spazio aereo italiano e contemporaneamente è proprietaria della struttura fisica necessaria all’erogazione del servizio. Struttura che è finanziata unicamente dallo Stato.

Tutto ciò, dal 2016, per quasi il cinquanta per cento, in mani private.

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Covid-19. La partita delle nomine Enav ultima modifica: 2020-04-10T18:56:27+02:00 da TOMMASO BRAIT
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