I 150 anni di Lenin. Come ricordarlo?

Troppo impegnativo accennare in breve al valore storico del personaggio. C’è però una questione della discussione intorno al leader della Rivoluzione d’Ottobre che vale la pena riprendere come spunto: l’esperienza della Nuova politica economica (Nep).
ALDO GARZIA
Condividi
PDF

Si può ricordare Vladimir Il’ič Ul’janov Lenin (Simbirsk 1870 – Gorki, Mosca 1924) a centocinquant’anni dalla nascita senza abiure o frasi fatte? Troppo impegnativo accennare al valore storico del personaggio e alla parabola della rivoluzione russa per farlo in un articolo breve. C’è però una questione della discussione intorno a Lenin che vale la pena riprendere come spunto: l’esperienza della Nuova politica economica (Nep).

La Nep fu inaugurata nella primavera del 1921 come risposta alla drammatica crisi economica seguita alla rivoluzione del 1917 nella quale si mescolavano guerra civile interna (le “armate bianche”), minacce e boicottaggi esterni, uniti al tentativo di avviare una politica economica di tipo nuovo. In quel periodo, il “comunismo di guerra” non dava risultati e rischiava di far implodere l’esperienza rivoluzionaria. Con un decreto del 17 aprile 1921 si operò una sterzata: fine alle confische statali delle proprietà. Con un altro decreto dell’8 agosto si stabilì la restituzione di alcuni beni nazionalizzati ai vecchi proprietari. Prese così forma nel 1921 e nel 1922 una sorta di “economia mista”, in cui attività artigianali e agricole restavano a gestione privata, mentre allo Stato rimaneva il monopolio delle banche, il potere di commercio estero e di controllo sulle industrie.

Alcuni studi su quel periodo mettono in evidenza che la svolta di Lenin aprì al mercato, fece riprendere valore e circolazione alla moneta, impose il pagamento delle tasse come riequilibrio del libero commercio. Seguirono anche alcune riforme importanti: legalizzazione del matrimonio civile e del divorzio, alfabetizzazione di massa.

Lenin dovette ricorrere alla sua autorità per imporre quella svolta politica ed economica. Parlò più volte in quel periodo di “ritirata necessaria” e di “stato di necessità”. Agli storici e agli specialisti spetta il giudizio di stabilire se si trattò da parte di Lenin solo di una scelta contingente e tattica o c’era una convinzione più di fondo a motivarlo sulla necessità della sterzata nei confronti del modello economico e politico da seguire.

La Nep diede comunque i risultati auspicati facendo rifiatare l’economia strozzata dall’ideologia e dalle pressioni esterne. Ma aprì un violento dibattito nel gruppo dirigente della rivoluzione pro e contro quella nuova politica economica (per chi vuole approfondire si vedano le posizioni contrapposte di Lev Trockij e di Nicolaj Bucharin). La morte di Lenin nel 1924 – ma era già malato nel 1922 – e l’ascesa di Iosif Stalin misero definitivamente fine all’esperimento di Nep. Si scelsero da allora in poi la statalizzazione assoluta dell’economia e il modello della pianificazione centralizzata che negli anni Trenta diede buoni risultati. Stato, partito ed economia s’identificarono però in un Moloch asfissiante e totalitario. Sappiamo poi com’è andata a finire con il “socialismo reale” e lo stalinismo. 

La Nep – ecco il suo valore storico – aveva invece dimostrato che era possibile un’altra via ricercando un equilibrio tra Stato e mercato, tra piccole o medie iniziative private e la statalizzazione dei comparti industriali fondamentali. L’isolamento politico di Mosca, la gestione staliniana e la Seconda guerra mondiale non fecero riaprire il dibattito sovietico sul merito delle proprie scelte fino all’avvento di Nikita Chruščëv e, molto dopo, di Michail Gorbačëv. 

Qui il discorso si fa nuovamente complicato per esaurirsi in poche battute. Mi limito ad avanzare la suggestione che il Welfare State che prende forma in Europa dopo il secondo conflitto mondiale sia una sorta di Nep in condizioni e in contesti mutati. Il socialismo tutto statale e centralizzato avrebbe dichiarato fallimento nel dopoguerra, crollando definitivamente nel 1989. 


Grazie al tuo contributo ytali sarà in grado di proseguire le pubblicazioni nel 2020.
Clicca qui per partecipare alla sottoscrizione


I 150 anni di Lenin. Come ricordarlo? ultima modifica: 2020-04-22T16:42:53+02:00 da ALDO GARZIA
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento