Idee per Venezia: un tavolo con Mary Poppins

ROBERTO ELLERO
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Campionati fermi? Mica tutti. Quello delle facce toste e del trasformismo a Venezia è in pieno svolgimento. Parola d’ordine: basta con la monocultura turistica. È tempo di imboccare nuove strade, di abbracciare nuovi progetti. Quali? Non ha importanza, c’è tempo. L’importante è farlo insieme. Tutti insieme appassionatamente. Come no? E magari, con un soggetto super partes in grado di mettere d’accordo tutti. Buttiamo là un nome: Mary Poppins, donna, brava, con quel tocco di internazionalità che a Venezia non guasta.

Dice: trasformiamo le locazioni turistiche in alloggi per studenti. Giusto. E magari per residenti di ritorno. Bene. Con un fondo di garanzia per risarcire i proprietari degli appartamenti se i locatari – si sa come sono – improvvisamente smettono di pagare l’affitto. Già, perché l’espulsione di residenza dal centro storico fu causata a suo tempo, com’è ben noto, dalla campagna di morosità abbattutasi sul comparto immobiliare. Gente che non pagava l’affitto pur disponendo, magari, di conti all’estero: operai, artigiani, impiegati. Tutto quel mondo che gravitava a sinistra, guarda caso, facile preda di centri sociali e comitati degli inquilini. Comunisti, insomma. Fortuna che stanno sparendo. Anche senza epidemia.

Venezia. Risanare la sua immagine, deturpata dalla stampa internazionale e dai soliti detrattori. Quasi che l’acqua alta ci fosse tutti i giorni e a tutte le ore.  Che il moto ondoso fosse perpetuo. Che le grandi navi andassero a sbattere ogni cinque minuti. Che il take away di improbabili cicchetti avesse preso il posto delle vecchie osterie, moltiplicandosi a dismisura. Che i plateatici crescessero più folti e in fretta dell’erba sui masegni. Che i lancioni si fossero impossessati del Tronchetto e di Riva degli Schiavoni, scaricando ogni bendidio del deprecato turismo mordi-e-fuggi. Che il Mose fosse una macchina mangia soldi, senza apprezzabili applicativi. Quante ne hanno dette pur di rovinare l’immagine casta e pura della città unica al mondo. Serenissima, non a caso. Nei secoli dei secoli.

Adesso però basta. Sarà tutta un’altra musica quando ci troveremo insieme intorno ad un unico tavolo. Il Tavolo della Rinascita. Della Ripartenza. Della Ripresa. Della Ricrescita. Della Ricarica. Della Zetetica (così facciamo contenti anche i filosofi).  E naturalmente, almeno per un po’, anche della Dietetica. Perché è chiaro, compagni ed amici, che non potremmo più guadagnare come prima. Qualche sacrificio bisognerà pur farlo. Nei primi tempi, s’intende. E per il Bene di Venezia. Come sempre. Viva le glorie del nostro Leon.

Bene. Bravo. Bis.

Copertina: [da twitter] Paolo @EVonHoccheim·29 apr Passata la tempesta, doppio arcobaleno per #Venezia

Idee per Venezia: un tavolo con Mary Poppins ultima modifica: 2020-05-03T12:53:30+02:00 da ROBERTO ELLERO
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