il manifesto. L’agguato degli intellettuali

Firme di peso a difesa del governo Conte e contro i critici e gli oppositori. L’appello pubblicato dal quotidiano comunista ottiene molte adesioni e suscita polemiche tra giornalisti e accademici.
MARCO MICHIELI
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Il primo maggio è stato pubblicato sul sito de il manifesto un appello di intellettuali e accademici per fermare gli “agguati” al governo Conte, considerato il delicato momento. Il documento – che vede tra i vari firmatari Luigi Ferrajoli, Alfonso Maurizio Iacono, Giacomo Marramao, Nadia Urbinati, Piero Ignazi, Lorenza Carlassare, Oreste Massari, Gian Giacomo Migone, Daniele Archibugi, Marco Revelli – ha superato in poche ore le duemila firme.

Nelle ultime ore l’iniziativa è finita nel mirino di molte polemiche. L’appello infatti critica quegli “opinionisti (e politici in cerca di visibilità)” che secondo i firmatari mettono “in croce il governo, con ogni più vario argomento”. Un accanimento, secondo quello che si legge, che avrebbe raggiunto “livelli insopportabili”, tra “retroscena” che “impazzano” e i tentativi di screditare il presidente del consiglio.

I critici del governo si farebbero portavoce di una “narrazione artificiosa e irresponsabile”, se non peggio. Infatti nell’appello si scrive che le polemiche sul governo Conte sono “espressione degli interessi e delle aspirazioni di coloro che vogliono sostituire questo governo e la maggioranza che faticosamente lo sostiene, per monopolizzare le cospicue risorse che saranno destinate alla ripresa”.

Alcuni dei firmatari dell’appello: in alto Luigi Ferrajoli e Lorenza Carlassare; in basso Nadia Urbinati e Piero Ignazi

I firmatari aggiungono poi che “dietro alcuni strumentali e ipocriti appelli alla difesa dei diritti, o del sistema delle imprese e dell’occupazione, si coglie il disegno di gettare le basi per un altro governo”:

Un governo dai colori improbabili o di pretesa unità nazionale, di cui non s’intravede nemmeno vagamente il possibile programma, tolto un disinvolto avvicendamento di poltrone ministeriali e la spartizione di cariche di alto rango.

Gli estensori dell’appello hanno poi elogiato l’operato del governo Conte che, seppure mancante talvolta di “chiarezza” che hanno generato “ambiguità interpretative e incertezza”, ha operato “con apprezzabile prudenza e buonsenso, in condizioni di enormi e inedite difficoltà”.

La preoccupazione dei firmatari è infine rivolta non in particolare alla “destra populista” da cui “non ci attendiamo nulla e ce ne guardiamo” ma ai

“democratici “liberali”, i grandi paladini della democrazia e della Costituzione, i cui show disinvolti e permanenti non fanno proprio bene al paese, anzi lo danneggiano.

Le reazioni ovviamente non sono mancate, soprattutto da parte di molti giornalisti. Su Facebook Fabio Martini (La Stampa) ha attaccato duramente l’appello degli intellettuali che “sono liberissimi di appoggiare Conte ma il loro livore diffamatorio contro i critici fa molta impressione”. Un livore da “guerra fredda”, aggiunge, che sembra estratto “dal manuale del Comintern”. E rincara la dose:

Non si è mai visto in Italia un manifesto di intellettuali, al tempo stesso a favore di un governo e anche pesantemente contro i suoi critici: una roba da America Latina, ma di cinquant’anni fa.

Altrettanto duro anche Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista, che ha dichiarato via Twitter:

Tutto potevo aspettarmi dalla politica, tranne che un appello del manifesto per difendere il governo dai critici e dai sovversivi. E per di più il governo più forcaiolo della storia della Repubblica guidato dal partito più qualunquista della storia della Repubblica.

Andrea Salerno, direttore di La7, primi passi professionali nella redazione del ”quotidiano comunista”, si è limitato a dichiarare che “ognuno la può pensare come vuole e esprimere quel che vuole” per poi sparare un colpo pesante nei confronti dell’iniziativa: “non credo che Luigi Pintor avrebbe mai firmato un appello simile, comunque la si pensi”.

Per Federico Mello (Radio Uno e Rai Cultura):

L’appello patriottico sul manifesto a difesa del governo Conte, lancia questa accusa: “Siamo di fronte a interessi e aspirazioni di coloro che vogliono sostituire questo governo e la maggioranza che faticosamente lo sostiene”. Esatto compagni. Si chiama democrazia.

Ironico anche Jacopo Iacoboni (La Stampa)

Appello di “intellettuali di spicco” in difesa di Conte. L’Italia è il Paese che amo.

Non diverso il tono di Marco Taradash:

Non agguatate Conte, “liberali” da salotto e da show! Mettetevi in riga col Fatto e il Manifesto se volete avere il patentino di liberali senza virgolette!

Antonio Socci, invece, definisce “l’idea di lanciare un appello contro l’opposizione’ e criminalizzarla “del tutto in linea con la mentalità comunista”.

Il giornalista de La Stampa Fabio Martini è stato molto duro nei confronti dell’appello de il manifesto, da “manuale del Comintern”

Tra coloro che hanno espresso il loro favore, invece, c’è Chiara Geloni. Per Geloni l’appello de il manifesto è “molto bello, opportuno e condivisibile”. Anche per Massimo Franchi (ex L’Unità e oggi collaboratore de il manifesto) che aggiunge:

Renziani, ex grillini e rossobruni contro un appello di intellettuali ospitato dal manifesto. Tranquilli, le cazzate del governo continueremo a denunciarle più degli altri. Dalla parte del torto, non moriremo Contiani (unico al mondo ad aver cambiato maggioranza in sua continuità).

Tra le reazioni politiche vale la pena di citare l’intervento di Paolo Becchi, opinionista de Il Fatto Quotidiano e molto ascoltato nel Movimento cinque stelle. Al professore quel manifesto “ricorda tanto il manifesto degli intellettuali fascisti”.

Critico anche Arturo Parisi. Mentre a Bobo Craxi l’appello assomiglia alle

le raccomandazioni di quel barbiere: “in questo luogo non si parla di politica (1942) Chancey e gli “agguati

Commenti molto duri sono poi arrivati anche da alcuni docenti universitari. Sofia Ventura, docente di scienza politica all’Università di Bologna, ha infatti commentato:

Avete capito, biechi e irresponsabili “democratici liberali”? Basta con le critiche e gli agguati, tutti a sostenere il luminoso governo che ci guida…Prove di regime. Sono senza parole…

E ha poi continuato:

Che poi, inviterei i colleghi che hanno sottoscritto l’appello degli intellettuali che dicono ‘basta’ alle critiche a Conte, pubblicato su il manifesto, a leggerlo bene. Perché proprio la struttura logica di quel documento, semplicemente, è ridicola nel suo trasparente ‘stalinismo’.

Sandro Brusco, invece, docente di economia alla Stony Brook University di New York commenta a proposito dell’appello:

Nella destra italiana il peronismo è ideologia egemonica. La costruzione di un peronismo di sinistra, mediante unificazione di grillismo e populismo di sinistra, sta procedendo a grandi passi. Se non è già egemonico lo sarà tra poco.

Infine Giuliano Ferrara (Il Foglio):

Dunque l’appello degli intellettuali di sinistra contro la logica degli agguati al governo nell’emergenza è scandaloso, roba da Corea del Nord addirittura. Invece è solo un po’ comico, come quasi tutti gli appelli degli intellettuali, specie di sinistra. 

L’appello non nasce nelle stanze di via Bargoni. Esso figura come un’evidente iniziativa esterna che il quotidiano ospita. Ospita volentieri. Condividendone il senso e lo spirito. Come chiarisce Norma Rangeri in un editoriale. La direttrice ne sottolinea il successo. Nessuno “poteva immaginare che avrebbe raccolto un enorme interesse tra le lettrici, i lettori e i simpatizzanti del nostro giornale”. Per la direttrice la risonanza positiva è dovuta al “sostegno di una larga parte dell’opinione pubblica verso l’azione anti-Covid messa in campo dal governo Conte”.

Il manifesto ha infatti ospitato l’appello perché il giornale ha fatto dall’anno scorso una battaglia 

per evitare di andare alle elezioni e consegnare il paese in mano ai fascisti e alle destre. L’alternativa era una sola: un governo Pd-5Stelle, allargato a sinistra con Leu e a destra con Italia Viva.

Norma Rangeri, direttrice de Il Manifesto

E oggi è necessario continuare l’esperienza di governo che ha mostrato potenzialità e limiti. Ma una crisi di governo avrebbe però conseguenze peggiori

o un governo di emergenza nazionale sostenuto da poteri forti (e a questo si sta lavorando con il consenso del mondo mediatico), oppure elezioni anticipate.

Però nel paese, secondo Rangeri

c’è anche una vasta area nel paese che dice al governo di andare avanti. E noi vogliamo e dobbiamo tenerne conto.

il manifesto. L’agguato degli intellettuali ultima modifica: 2020-05-03T20:53:41+02:00 da MARCO MICHIELI
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