Piazza San Marco 1: rESISTERE
25 aprile 2020. Comincia ad avere una certa età ma gode di ottima salute e i suoi 75 anni li porta benone. Festeggiata è la festa nazionale di liberazione dal nazi-fascismo, la giornata in cui si rende omaggio alla Resistenza, movimento civile che ha combattuto il regime sul piano militare oltre che politico. Solidi anticorpi la difendono dagli attacchi che subisce regolarmente ogni anno, nel tentativo di ridimensionare la celebrazione o di annacquarla spostando l’attenzione su altro. La festa però …resiste, è sentita e mantiene la sua valenza simbolica. Buon Dio, ci sono 365 giorni in un anno, proprio il 25 aprile si pretende di occupare? Cos’ha di speciale? È successo con le Foibe, fino a quando non si è destinato il 10 febbraio a Giorno del ricordo. Le giunte di centrodestra in comune e provincia commemorano nel 2002 a Trieste una non meglio precisata “cerimonia per la libertà”. Ignazio La Russa propone ora di farne la giornata delle vittime del COVID19. Quest’anno si è addirittura chiesto di riporre Bella ciao e di tirar fuori dal cassetto al suo posto la canzone del Piave, portando indietro di una trentina d’anni gli orologi dalla II alla I guerra mondiale, un maldestro tentativo di dare un tono nazionalistico: resistenza della Nazione contro l’invasore austriaco e non guerra civile di liberazione dal fascismo, nemico italianissimo.
Si sottovaluta che non si tratta di una festa da torcicollo rivolta a passato, memoria e ricordo. La battaglia per la liberazione è, viceversa, condizione permanente e dinamica. Nasce come espressione di forte opposizione e contrasto, si sviluppa come azione positiva nell’Assemblea costituente, nella rinascita democratica, nella ricostruzione del paese, si perpetua come riflessione intorno al dettato costituzionale e alla sua attualità nel tempo presente.
Resistere ed esistere hanno precise affinità, a partire dalla radice etimologica: da sistere, verbo latino che sta per fermarsi, stare. Inoltre, sono due termini specularmente complementari: per esistere bisogna saper resistere, d’altro canto non è dato avere resistenza senza esistenza. Sono distinti invece il loro stato e la volontà: esistere (essere stabile, essere in atto) è condizione indipendente da volontà e capacità; resistere (stare saldo, non cedere all’urto) presuppone invece un’azione volontaria, si tratta di un’attività che richiede affinamento continuo, impegno, sforzo, preparazione, riproponendo il dualismo tra essere e divenire, tra persistenza e cambiamento. Viva la rESISTENZA !
Piazza San Marco 2: la piazza negata
Dopo la liberazione, nelle piazze italiane sfilano i partigiani. A Venezia è festa nel cuore della città, piazza San Marco. Oggi quello spazio è negato alla cittadinanza per il consueto sovraffollamento turistico ma specialmente per una serie di decreti impropriamente divenuti definitivi con la pretesa di dar loro dignità di legge. La piazza è baricentro del tessuto urbano, luogo simbolo sul piano politico, casa della comunità civica e sociale, per questo il Comitato per il ritorno di Piazza San Marco alla città di Venezia chiede il ritorno della piazza alla città per gli usi civici garantiti dalla carta costituzionale e ha contestato la legittimità di questi provvedimenti presentando ricorso al TAR Veneto riassunto al TAR del Lazio competente per il Ministero dell’Interno.
Il comitato nasce sulla spinta dell’indignazione, dello stupore e dell’irritazione provocata dal divieto a concludere in piazza San Marco la manifestazione contro le grandi navi nella laguna dell’8 giugno dello scorso anno. Quel corteo, uno spaccato della società civile, ha visto una partecipazione larga e trasversale. Insieme alle associazioni civiche sono scesi in campo famiglie e comuni cittadini, non appartenenti a una determinata area o gruppo politico, prevaleva il senso di cittadinanza. Gli stessi turisti al passaggio del corteo esprimevano solidarietà ai manifestanti giacché l’indignazione per il passaggio delle grandi navi da crociera in laguna è dilagata a livello internazionale. Un urlo si alzava dall’intero corteo: “in piazza!” A tutti i cittadini accorsi pareva ovvio e legittimo concludere la manifestazione nel centro proprio della comunità: la piazza cittadina. Certamente era importante dal punto di vista simbolico, ma lo era anche sotto il profilo funzionale perché era l’unico spazio in grado di contenere gli oltre diecimila manifestanti, campo Sant’Angelo (dove si voleva concludere la manifestazione) non bastava ad accoglierli.
Nell’immaginario collettivo si faceva risalire il diniego a utilizzare la piazza per manifestazioni, all’assalto al campanile di San Marco con il tanko nel 1997. In realtà il divieto è un dispositivo d’emergenza legato al problema più generale della sicurezza, conseguenza della “Direttiva del Ministero dell’Interno per le manifestazioni nei centri urbani e nelle aree sensibili” del 26.1.2009, dell’allora Ministro dell’Interno Maroni. Il Prefetto della Provincia di Venezia Lepri Gallerano emette poi il Decreto prot. n. 25/GAB/2009 del 6 aprile 2009 “con il quale sono state individuate, a titolo sperimentale, le aree da sottrarre a cortei e manifestazioni pubbliche per i motivi in premessa indicati”, la sperimentazione si conclude con il Decreto prefettizio del 9 dicembre 2009 che ratifica le aree “sottratte a cortei e manifestazioni” che nel caso di Venezia sono: aree della zona Marciana (non meglio precisate), il ponte dei Greci in prossimità dell’Arcivescovado, il Ghetto, l’isola di San Giorgio, nonché il Ponte della Libertà e il Canal Grande.
Ci siamo distratti, abbiamo lasciato che si dessero per scontate e assodate procedure che invece non lo sono, direttive e decreti hanno valenza d’indicazione operativa e non le prerogative della legge che a sua volta, comunque, è soggetta al dettato costituzionale. È sbagliato considerare legittimo inibire spazi con motivazioni di carattere generico e generale, prive di considerazioni o istruttorie legate al caso specifico. Chi preavvisa di voler manifestare in piazza San Marco si vede rispondere dalle autorità competenti che la piazza è preclusa allo svolgimento di manifestazioni, senza altra motivazione, opponendo di fatto un diniego/divieto pre-giudiziale. Unica via di uscita è il ricorso all’istituto della deroga, procedura che ribalta l’ordine delle cose giacché innanzitutto sta il diritto a manifestare, poi – alla luce di valutazioni specifiche – si possono imporre prescrizioni o arrivare al divieto. È discutibile quindi considerare regolari, assodate e “ordinarie” procedure che non lo sono.
La piazza è fin dalle origini della civiltà occidentale la culla della democrazia e della vita sociale. Abbiamo sottovalutato questa prassi burocratica introdotta con carattere di emergenza ma lasciata consolidare fino ad acquisire una impropria valenza di dispositivo legislativo. Abbiamo sbagliato a tollerarla dando per scontata una legittimità tutta da dimostrare. Questo discorso non vale solo per la Piazza San Marco ma riguarda molte città italiane fatte oggetto di analoghi provvedimenti, da noi è particolarmente sentito perché la piazza era il luogo del “liston” (o “struscio”), all’ombra del campanile si beveva un gotto de vin (che proprio per questo si chiama ombra) ma ormai i veneziani sono costretti a evitarla, è diventato luogo di false iniziative popolari come il carnevale.
Si consente di occupare la piazza per concerti e altre amenità ma non per manifestazioni dei veneziani.

Piazza San Marco 3: con-cedere
Il cittadino che beve un’ombra a un tavolo portato fuori della porta di casa propria, in una corte defilata, viene sanzionato. Grande evidenza viene invece data alla concessione della Piazza all’Aperol, che il 29 giugno 2019 vi festeggia i 100 anni con aperitivo e triplice concerto. Non c’è solo la Milano da bere…
Nella città di San Marco, il 25 aprile è anche la festa del patrono oltre che della Liberazione. Alcuni hanno approfittato della festa del patrono per manifestazioni nostalgiche della Repubblica Serenissima (la foto è del 25 aprile 2018). Seppur non autorizzate queste manifestazioni hanno avuto luogo grazie all’accondiscendenza del presidente Zaia e del sindaco Brugnaro, oltre che per la tolleranza di chi è preposto all’ordine pubblico (dal prefetto, al questore, al comandante della polizia locale), le stesse autorità pronte a negare con solerte sollecitudine di svolgere manifestazioni in piazza San Marco, negando un diritto costituzionalmente garantito.
Il sindaco è funzione di servizio alla collettività e ruolo di prestigio individuale. Nel primo caso prevale il ricorso all’autorevolezza, mentre nel secondo si privilegia l’esercizio del potere d’autorità. Con il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica e l’affermarsi del personalismo in politica, si è messo l’accento sulla dimensione personale-privata più che su quella politica-pubblica e in alcuni casi ci si è spinti fino alla privatizzazione e personalizzazione della sfera pubblica accentrando nelle proprie mani un potere decisionale reso discrezionale. È questo il caso di Venezia, dove tutto ha diversi pesi e varie misure.
“Confusion will be my epitaph…” cantavano i King Crimson negli anni Settanta, espressione perfettamente aderente all’attuale disorientamento provocato prima dall’emergenza sanitaria e poi dal balletto di prese di posizione, ordinanze, esternazioni di amministratori pubblici grandi e piccoli, gli uni contro gli altri e talvolta perfino contro sé stessi, contraddicendosi senza remore pur di arraffare consensi. Momento alto in questo senso è stato lo sfogo del sindaco in video alla vigilia del 25 aprile. Oltre che disorientato per la confusione il cittadino è contrariato dalle disparità di trattamento. Nani e ballerine, calciatori e uomini di spettacolo hanno avuto modo di fare subito i loro tamponi, non altrettanto il personale medico e sanitario che rischia la vita per salvare le nostre. Disparità di trattamento si rileva a Venezia ad opera di chi si comporta da paròn.
Il 23 giugno 2017 la Reyer (squadra del sindaco Brugnaro vincitrice del meritato scudetto di pallacanestro di serie A) ha festeggiato in piazza San Marco a Venezia e poi ha sfilato in un corteo di barche lungo il Canal Grande ed è qui che l’allenatore della squadra De Raffaele e Ivan Bellin dei Panthers si sono tuffati in acqua come documentato dalle cronache dei quotidiani locali e nazionali, che hanno anche pubblicato sul web i filmati che lo testimoniano. Da un lato il sindaco tuona contro i turisti cafoni che in centro storico si sono improvvisati bagnanti e che non si è potuto sanzionare per la difficoltà/impossibilità di risalire alla loro identità, per altro verso malgrado la presenza delle forze dell’ordine e del sindaco (garante dell’ordine che vigila sul rispetto di norme e regolamenti cittadini) e nonostante l’evidenza data sui mezzi di d’informazione e l’oggettiva riconoscibilità dei soggetti interessati, nessuno ha ritenuto d’intervenire per sanzionare comportamenti in violazione dei regolamenti comunali che vietano di nuotare o bagnarsi in tutti i rii, canali, nel Bacino San Marco e comunque in ogni specchio acqueo in prossimità di centri abitati. A una precisa richiesta in merito, il comandante della Polizia Locale Marco Agostini ha risposto affermando che le forze dell’ordine non hanno osservato il comportamento vietato essendo impegnate a garantire la circolazione e l’ordine pubblico.
Il 19 gennaio si tiene in bacino di San Marco a Venezia un’affollata e composta manifestazione delle remiere cittadine, che protestano in barca contro il moto ondoso. L’intenzione era di sfilare in corteo lungo il canal grande giacché come la piazza è a Venezia il salotto buono, così il canal grande è la via maestra. Tuttavia, si deve ripiegare sul bacino perché dalla questura comunicano che il canal grande resta precluso allo svolgimento della pubblica manifestazione. Il diniego è tanto più grave non solo per i precedenti prima richiamati, ma specialmente perché arrivato nonostante – a seguito di attenta valutazione – fossero state assunte misure per la riduzione dei rischi e lo svolgimento della manifestazione nel rispetto dell’ordine e della sicurezza, in assenza di qualsivoglia intralcio alla circolazione. Di questa “autoregolamentazione” non si è tenuto conto dimostrando il carattere pre-giudiziale di un diniego che non viene subordinato a valutazioni e istruttorie sul singolo caso, come invece indicato dalla Direttiva e dai Decreti prefettizi, per quanto, ogni richiesta di “autorizzazione” sia da ritenersi comunque illegittima perché non rispetta il dettato costituzionale che prevede la sola trasmissione di preavviso.
Torniamo in piazza, dove el paron ha infilate una perla dietro l’altra.
- Hai la mascherina fuori posto? 400 euro di sanzione! Va ben, ma come fanno a non girarti quando poi vedi sindaco e signora con tanto di bocolo davanti a San Marco con la mascherina sul mento? Quali motivi urgenti autorizzavano la signora ad allontanarsi da casa? Nelle foto ufficiali in basilica si vedono le tre maggiori autorità cittadine in piedi in basilica, e nessun altro, evidentemente il protocollo non prevedeva presenza delle consorti, eppure…
- Il 27 aprile alle 21 il sindaco partecipa insieme a noti ristoratori veneziani alla manifestazione “Risorgiamo Italia”, un video lo mostra in piazza San Marco. Senza entrare nel merito delle ragioni della protesta, ci chiediamo cosa autorizzi un sindaco a fare quel che crede senza rispettare prescrizioni valide per tutti (gli altri).

- Il 2 maggio riecco il nostro eroe in piazza San Marco, concessa a Zucchero per il quale girare il video aveva certamente carattere di urgenza tanto da consentirgli lo spostamento da altra regione (chi gli ha dato la deroga? qualcuno ha verificato il codice ATECO del titolare dell’attività?), per l’occasione la piazza viene addirittura interdetta alla circolazione pubblica con ordinanza del comandante della polizia locale, una vera esclusiva …che esclude anche i semplici cittadini passanti. Ed ecco la foto di rito in piazza con il sindaco che al posto di stringere la mano tocca sorridente il gomito di Zucchero (è un comportamento sicuro da pubblicizzare?), senza mascherine né distanza sociale. Zucchero non risiede a Venezia né in regione perché gli si concede e gli riserva la piazza? “Ha girato uno spot per Venezia”, fa sapere il sindaco, ma quanto vale avere piazza San Marco vuota e tutta per lui? E a parte i vantaggi economici è mai possibile che noi non dobbiamo uscire di casa e si vedono persone sorridenti in piazza come se nulla fosse?
- Dulcis in fundo viene annunciata per lunedì 4 maggio una manifestazione in piazza San Marco dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia a cui aderisce anche Forza Nuova. La ciliegina sulla torta. Speriamo in bene.
L’esempio è la più alta forma d’insegnamento, importante oggi come non mai: nel momento in cui si chiede disciplina agli italiani, i comportamenti indisciplinati risultano insopportabili, ma il sindaco non sembra accorgersene impegnato com’è in dirette televisive piene di nulla e in attività “istituzionali” come quelle citate.

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!