Con Fabio Carrera parliamo di Venezia, di produzione e lavoro, di creatività e startup nella prospettiva di una inversione di tendenza e di un ritorno alla città plurale, una città capace di non mettere in contrapposizione e anzi di conciliare la dimensione artigianale con la ricerca e le applicazioni della tecnologia. Questa città è possibile a condizione di partire da ragionamenti concreti abbandonando voli pindarici, il che non vuol dire rinunciare a volare alto con le idee, ma verificare poi l’intuizione per farne un’intenzione, un progetto, una realtà.
Fabio Carrera è un veneziano che si divide tra Venezia e gli Stati Uniti, dove oltre che professore al Worchester Polytechnic Institute è direttore dei Centri di Progettazione di Santa Fe e di Venezia, laboratori interdisciplinari di ricerca della WPI. A Venezia ha anche fondato ed è amministratore di SerenDPT (Serenissima Development and Preservation through Technology), Società Benefit che non è organizzazione sociale o senza scopo di lucro, ma un’evoluzione della forma aziendale tradizionale. Oltre agli obiettivi di profitto, le Benefit hanno nell’oggetto sociale l’impatto positivo sulla società e sulla biosfera, la creazione di valore condiviso, e la loro missione ha tutele di lungo termine anche di fronte al possibile cambio di assetti societari o gestionali. La missione di SerenDPT è quella di “creare lavoro di qualità a Venezia sviluppando prodotti innovativi Made in Venice che risolvano alcuni dei problemi della città in settori strategici e che siano poi rivendibili nel resto del mondo.” Un ambizioso progetto con una missione e tante potenzialità.
Argomento 1 (durata 9:45 minuti)
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Nulla sarà come prima, ma poi molti non aspettano altro che tornare alla situazione precedente che per Venezia era disastrosa. Com’è Venezia sotto il profilo tecnologico? Si può puntare sulle nuove tecnologie?
05:43
Chi dovrebbe essere l’interlocutore privilegiato nello sviluppo di un progetto che smetta di puntare su una città a singola azienda (com’è stata fino ad oggi Venezia con il turismo) a vantaggio di un arcipelago di startup (il modello “zebra companies”)? Chi sono stati i vostri sostenitori e interlocutori pubblici e privati in questo vostro progetto?

Argomento 2
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Oggi a Venezia sono a rischio le piccole e medie attività, quella su cui si basa l’economia diffusa cittadina. Qual è la vostra idea e come vedete il domani? Come s’inseriscono i vostri progetti nel contesto veneziano?
14:50
I progetti per Venezia mi pare seguano le due direttive di terra e d’acqua. Quali sono le linee di ricerca che state seguendo?

Argomento 3
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Quante sono e quali altre startup avete avviato?
6:13
Sul piano occupazionale che impatto potrebbero avere queste startup? Sono realtà di nicchia o possono incidere sulla realtà cittadina?

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