Nell’‘84 di questo millennio…

In “2084. La dittatura delle donne”, Gianni Clerici spiazza il lettore spiattellando una realtà futura non del tutto improbabile.
BARBARA MARENGO
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In un mondo dove si parla obbligatoriamente l’Omnilandese e la popolazione della Galassia è divisa tra le Amazzoni dominanti e i Vires costretti a fatiche materiali e riproduttive, tutto è uniformato per non ripiombare in quel Mondo Malriuscito che quattro generazioni prima stava per distruggere l’Universo. 

Eccoci proiettati con un romanzo fanta-social-moral-politico in un futuro 2084. La dittatura delle donne, dove l’autore lungimirante spiazza il lettore spiattellando una realtà futura non del tutto improbabile. Gianni Clerici dall’alto dei suoi prossimi novant’anni ci regala questo denso e spiritoso scritto, dove Livia, Evonne, Irma e le altre vivono con uomini assoggettati, e tutte e tutti sono dominati da una Struttura di Controllo che in confronto il Sant’Uffizio era la sacrestia della parrocchia.

Prima di leggere i capitoli del libro è assolutamente necessario conoscere la vita di Gianni Clerici, colui che da professionista del tennis puro e intelligente ha poi scritto e commentato di tennis nella maniera più articolata e originale. Uomo degli anni Trenta dal linguaggio forbito, con Rino Tommasi per anni ha commentato per varie reti tv i maggiori tornei del tennis internazionale con una caratteristica unica: quella di entrare nella testa del campione o campionessa del momento, partendo dal tocco della palla, risalendo attraverso la racchetta al braccio, alla spalla, alla testa, al cervello del giocatore e raccontando allo spettatore il perché e il per come di un determinato tiro. 

Tagliente e ironico, impietoso e psicologo, Clerici si dedica al mondo delle donne future dominanti, selezionate per sposarsi tra di loro ma generando preferibilmente figlie femmine attraverso la fecondazione artificiale, relegando i maschi a ruolo subalterno. Chi è a capo di questo universo dominato da Cerebrorobot? Ma Mrs Draga Merkel naturalmente, quando finalmente

i vires avevano accettato il loro status di collaboratori e parevano convinti che il Globo avrebbe seguito per sempre la votazione del 2030, ancora mista, che aveva dato una vasta maggioranza alle donne.

E l’umanità era arrivata a questo dopo la Grande Pandemia del 2020 e

dopo le prove millenarie di governi Virili che avevano condotto la terra sul precipizio della disintegrazione atomica.

Clerici esaspera tale universo femminile dove come in tutte le “cose di donne” si tende a esagerare alla ricerca della perfezione, e dove le donne appunto esasperate da millenni di dominio e folle potere maschile si sono costruite un mondo fantascientifico, dove a cominciare dal sesso tutto è regolato e controllato. Esilaranti descrizioni di matrimoni tra donne che “assaggiano” le gioie dell’incontro con un Vir accompagnano la lettura, assieme ai controlli persino sull’attività sessuale della gatta Gipsy che fa parte della famiglia tutta al femminile di Livia.

Anche in questo controllatissimo universo ci sono figli e figliastri, e la famiglia della protagonista Livia appartiene alla categoria dei sempre fortunati figli: pittrice affermata, anche se obbligata a ritrarre determinati noiosissimi soggetti, Livia ha potuto accedere ai libri di storia dell’arte tenuti segreti, dopo esser stata selezionata, e ricorda i maestri del lontano passato, sopra tutti Artemisia Gentileschi e un tale Leonardo da V. che compare e determina il presente.

Punita ogni irrazionalità, sanzionato ogni cedimento verso l’altro sesso, abolito il libero arbitrio anche per la scelta della futura professione, questo universo di donne non sembra tanto da desiderare: sembra però che solo nelle donne sia rimasta una reminiscenza del passato, quel passato che invece nelle teste dei famigerati Vires sembrava non aver lasciato traccia, anzi “molti sembravano soddisfatti delle ragionevoli condizioni materiali in cui venivano tenuti dalla Casta delle Donne”. 

Livia e la sua famiglia, Evonne, Irma, la gatta Gypsi, riescono fino a un certo momento a costruirsi un piccolo mondo sicuro dai controlli esasperati delle algide funzionarie del Globo: un mondo di sentimenti, di affetto, di fuoco del camino, dove esiste ancora un orto con le patate, le carote, il sedano, un giardino con i fiori, un albero con i nidi degli uccellini… Ma c’è un ma, come sempre. 

E questo “ma” – assieme a profonde considerazioni filosofiche legate alla metempsicosi e alla natura dell’uomo e soprattutto della donna – fa di questo romanzo (che esce per Baldini+Castoldi) un manuale lungimirante tra questo presente così incerto e doloroso e un futuro che proprio perché è futuro non si conosce…

Clerici non può per professione e professionalità esimersi dal citare anche il mondo dello sport che per decenni l’ha avuto protagonista e poi commentatore e vivido giornalista: in quel mondo del 2084 si ricorda ancora il record di una certa nuotatrice, tale Pellegrini, e del suo 1’52” e 98 centesimi che una sparuta Greta Wonderwater riesce a battere per 3”. E come non menzionare le due sorellone Williams, che Clerici ha tanto entusiasticamente celebrato nelle sue cronache tennistiche. Il passato non si cancella, nell’arte come nello sport, e soprattutto nell’amore “che move il sole e l’altre stelle.”

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Nell’‘84 di questo millennio… ultima modifica: 2020-06-04T12:13:11+02:00 da BARBARA MARENGO
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