Mozzi: “Conferme su gruppi sanguigni e Covid-19”

Nuove ricerche, ultima una condotta in Italia e Spagna, sostengono che gruppi sanguigni diversi reagiscono diversamente al coronavirus.
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Secondo 23andMe, chi appartiene al gruppo sanguigno zero ha tra il nove e il diciotto per cento in meno di possibilità di contrarre il Covid-19. E tra il tredici e il ventisei per cento in meno di essere testato come positivo. 23andMe è un’impresa commerciale che fornisce analisi del Dna personalizzate a chi desidera conoscere le proprie origini genetiche. Basta un semplice prelievo, poi inviato per posta a 23andMe. Sono tantissimi a rivolgersi a 23andMe, che può pertanto disporre di una banca dati senza pari.

Così analizzando il sangue di 750.000 persone, i laboratori di 23andMe hanno scoperto – in  realtà confermato altre scoperte precedenti – che gli appartenenti al gruppo zero sono meno vulnerabili rispetto agli appartenenti di altri gruppo.

Lo scorso marzo, uno studio condotto su oltre duemila pazienti colpiti da Covid-19 nelle regioni di Wuhan e Shenzen arrivò ad analoghi risultati. C’è un legame, secondo i risultati degli scienziati cinesi, fra gruppo sanguigno e coronavirus e le persone con il gruppo A sono molto più esposte alla malattia.

Sostengono i ricercatori cinesi:

Il gruppo sanguigno zero presentava un rischio significativamente più basso per la malattia infettiva rispetto ai gruppi sanguigni non zero. Le persone del gruppo sanguigno A potrebbero aver bisogno di una protezione personale maggiore per ridurre la possibilità di infezione e di una sorveglianza più vigile e un trattamento aggressivo.

Un rapporto scientifico americano, a cura dei dottori Michael Zietz e Nicholas P. Tatonetti, arriva a conclusioni simili, con la differenza che, secondo i ricercatori statunitensi, la minore infettività degli zero riguarda quelli che hanno il fattore Rh positivo.

Secondo uno studio, reso noto a giugno dalla rivista dalla rivista scientifica New England Journal of Medicine (NEJM) e condotto da un nutrito team di ricercatori di Germania, Italia, Norvegia e Spagna,  il gruppo A ha più possibilità di sviluppare complicazioni respiratorie e ha il cinquanta per cento in più di possibilità di finire in terapia intensiva.

Gli studiosi statunitensi osservano con interesse i risultati della ricerca dei colleghi italiani e spagnoli, dopo un primo momento di scetticismo nei confronti del report dei colleghi cinesi: “Molti di noi l’avevano scartato considersandolo ancora troppo grezzo”, dice il dottor Parameswar Hari, specialista in malattie legate al sangue al Medical College of Wisconsin, “ora ci credo, questo studio (italo-spagnolo) è molto importante”. Il dottor Hari sottolinea come durante la diffusione della SARS – cugina genetica del coronavirus – “si notò che le persone di gruppo zero avevano minor probabilità di contrarre la malattia in modo severo”.

Il dottor Piero Mozzi

Forse qualcuno comincia a capire che bisogna indagare anche in altre direzioni per per risolvere il problema,

è il commento del dottor Piero Mozzi.

Medico chirurgo “secondo natura”, come si definisce sul suo sito, autore del best seller La dieta del dottor Mozzi, sostiene con forza e da tempo una correlazione tra gruppo sanguigno e alimentazione e sulle conseguenze di tale interazione, positive o negative per la nostra salute e per il sistema di difesa immunitario.

La dieta legata al gruppo sanguigno si fonda sull’evidenza che i globuli rossi di ogni gruppo (0/A/B/AB) hanno sulla superficie tipi e quantità diverse di antigeni che interagiscono con il sistema immunitario e reagiscono in modo diverso agli alimenti.

Il cibo – spiega Mozzi – può avere effetti positivi o negativi sul sistema immunitario, quello che mangiamo può farci ammalare o star bene. 

Nel caso attuale, nutrirsi correttamente è la migliore assicurazione sulla vita.

Mozzi osserva che in Corea del Sud se la sono cavata meglio che da noi, senza mettere a soqquadro il paese, e per capirlo basterebbe solo osservare le abitudini alimentari di quel paese: no latte e formaggi, poco o niente frumento e derivati, poca frutta, che è un lusso. Lo stesso potrebbe dirsi dei regimi alimentari di gran parte dei paesi estremorientali. Morale: dimenticare la frutta, via il fruttosio, sostituirla con le verdure, i legumi sostituiscano i cereali, uova, e carne rossa per lo zero, vietata al gruppo A, che si rafforza con pesce, legumi e verdure.

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Mozzi: “Conferme su gruppi sanguigni e Covid-19” ultima modifica: 2020-06-18T21:44:09+02:00 da YTALI
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