L’essenziale invisibile. Strategie di sopravvivenza virali

CARLOTTA RELLINI SUSANNA SCIOMER
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La recente pandemia virale ci ha messo di fronte a molte scomode realtà, a innumerevoli “scoperte”, tra le quali spicca l’inadeguatezza dei nostri insuperbiti cinque sensi nel cogliere i pericoli che c’insidiano.

I nostri occhi di certo sanno vedere un grosso autocarro in corsa che ci arriva addosso con brio.

Il nostro udito forse ci avverte se un cane ringhia minacciando la nostra integrità.

Il nostro naso, grande escluso nella gara evolutiva, ci salva forse ancora da qualche intossicazione.

Il tatto magari ci evita qualche qualche graffio o qualche scottatura.

Siamo ancora in grado, se attenti, di riconoscere le caratteristiche di alcune malattie, infettive o no, che modificano i tratti del malato e ci permettono di fare un compassionevole passo indietro o di lato: non si “attaccano”, magari, ma perché rischiare?

Contro il virus, “questo virus”, però, nulla possiamo. Questo mostriciattolo è così insidioso che almeno nella metà dei casi resta fermo, zitto, imboscato. All’inizio non crea bubboni, né pustole, non modifica il colorito, non aumenta le rughe, non tinge i capelli, non gonfia, non svuota, non cambia l’aspetto più o meno sano cui siamo abituati. Se ne va in giro nascosto e, solo talvolta, fa strage di innocenti. Poi di nuovo si inabissa per tornare manifesto ma invisibile in un’altra circostanza, in un altro luogo.

Così facciamo prima a credere che sia sparito. Immaginare per questo piccolo parassita una parabola umanizzata di crescita, sviluppo e istantanea sparizione. 

Non sempre però la natura ha i nostri tempi, spesso è più paziente e lenta di noi, non segue i rotocalchi e non è così interessata alle cronache dei telegiornali. Le rocambolesche parabole delle nostre decisioni pubbliche la lasciano tutto sommato indifferente. 

Il virus potrebbe giungere sì a esaurimento ma con i suoi tempi, non certo da oggi a domani, per decreto. Potrebbe trasformarsi, si “addomestica”, potrebbe diventare un nuovo coinquilino tra i tanti che ci circondano tra batteri e virus. Oppure potrebbe “covare” un nuovo attacco, organizzare le forze per un altro colpo. Oppure ancora potrebbe essere reso mite dal calore estivo. Di certo non sparisce in nulla, non scompare dall’oggi al domani. Circola, viaggia con noi, solo che non lo vediamo e questo rischia di farci naufragare nel freddo fatalismo o nel più rischioso ottuso ottimismo del “tutto è andato bene”. 

Sta andando meglio, certo. Ma se il SarsCov2 facesse venire bolle e pustole a tutti gli infetti, oggi probabilmente mezza Italia starebbe armeggiando col fondotinta per coprire gli esiti. L’altra mezza si sarebbe armata di un fucile ad amuchina e di un casco antisommossa. 

L’essenziale è invisibile agli occhi ma per fortuna gli occhi sono connessi al cervello e, a quello, se usato bene, non sfugge quasi niente. 

L’essenziale invisibile. Strategie di sopravvivenza virali ultima modifica: 2020-06-24T19:51:56+02:00 da CARLOTTA RELLINI SUSANNA SCIOMER
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