“Hai visto che sta succedendo in salizada?” Non è John Ruskin quello che mi s’avvicina, è un signore veneziano, anziano, per l’anagrafe forse, però ancora un pezzo d’uomo grande e sicuramente forte: talvolta lo vedo sorseggiare un bicchiere di vino, verso sera, seduto al tavolo all’esterno dell’osteria Alla Rampa, in salizada San Antonin, solitario e taciturno. Ma stavolta parla che sembra un torrente in piena:
Sai che cosa stavano combinando l’altro ieri?
No spiegami.
Be’, lì in salizada (San Antonin) hai visto che stanno scavando per posizionare le nuove condotte del gas.
Sì, me ne sono accorto, stan facendo un casino del diavolo.
Già, ma ieri l’altro li ho visti usare il martello pneumatico sui masegni: roba da matti, li rompevano uno dopo l’altro. Allora non ci ho più visto, sono andato a fermarli, ho spiegato che per rimuovere i masegni prima bisogna tagliare via il cemento delle guide usando un flash ad acqua, piano piano, poi la pietra viene via facilmente, basta sollevarla con il piccone: li ho convinti (non ne dubitavo), il capo è tornato con un flash, ma di quelli da utensileria domestica, non la macchina professionale.
Lo squadro e intuisce la mia domanda:
Era il mio mestiere, ho sempre lavorato alla Pfeiffer, ci occupavamo anche della manutenzione dei masegni, li curavamo uno a uno: i nostri veci si son rotti le unghie per tramandarceli, e così anch’io, ora arrivano questi da fuori e usano il demolitore (è il termine tecnico del martello pneumatico), e nessuno che controlla: ai miei tempi l’ispettore dell’ufficio tecnico (comunale) capitava all’improvviso, un’occhiata, quella fuga non è in riga, diceva, e toccava rifare tutto da capo: ma era un’altra epoca e c’erano altri uomini.
Già, altra epoca e altri uomini.
Così mi tocca andare a vedere di persona: l’indomani, al mattino, vedo gli operai che stanno togliendo i masegni: uno è chino, taglia il cemento con il flash: poi lentamente il compagno in piedi alza la pietra con la punta del piccone: evidentemente hanno imparato la lezione: entro per un caffè nella pasticceria accanto: chiacchiero con la banconiera, conferma che il lunedì mattina usavano il martello pneumatico, ricorda che il fracasso riverberato all’interno del locale era insopportabile.
In campo de la Bragora è allestito il deposito dello scavo: ci sono alcuni masegni scheggiati abbandonati qua e là, di almeno due solo frantumi: altri sono via via accatastati su pancali a lato: noto che non sono numerati, difficile ricollocarli dove stavano posizionati prima. Il deposito è en plein air, alla mercé di chiunque. Su un cartellone c’è il nome dell’impresa incaricata del lavoro, Solesi spa: nella riga sotto il subappalto, tali F.lli Cavalletto. Appalto e subappalto.
Questa è l’epoca e questi i suoi uomini.

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3 commenti
Complimentissimi
bisogna avere il coraggio di scrivere il nome e il cognome del responsabile del procedimento e del direttore dei lavori e scrivergli. sono scritti sul cartello dei lavori assieme al nome dell’impresa esecutrice. devono pagare in solido con l’impresa i danni.non serve lamentarsi. bisogna deninciare ed esporsi/impegnarsi in prima persona.
Esatto