Stamattina ho ricevuto una lettera di Veritas con cui mi si informa che “il presente avviso di pagamento si riferisce alla Tassa sui Rifiuti (Tari)…”. Giusto, anche se la tariffa non è esattamente a buon mercato ma è quello che ci tocca pagare (noi veneziani residenti) per tener pulita la nostra città e per evitare sgradevoli puzze nelle nostre case. Mi sono chiesto: ma i sondaggisti del Sole 24 ore, sul gradimento di sindaci e presidenti regionali, sanno che con la Tari paghiamo il lavoro e i mezzi di chi deve raccogliere le tonnellate di monnezza scaricate a Venezia da turisti sia incivili che civili, cui si affiancano con le loro imponenti monnezze alberghi e ristoranti, caffè e pizzerie, e di nuovo alberghi e ristoranti? Ma i turisti… tranquilli stanno tornando, anzi sono già tornati, se sempre stamattina 7 luglio i grandi garage tra Piazzale Roma e Tronchetto iniziavano a essere pieni.
È che non vorrei tergiversare, perdermi tra le parole che mi infastidiscono più del catarro da depressione, con quei pensieri da niente che mi confondono su una Venezia sempre più da niente. E quei sondaggi del Sole 24 ore che sollevano al quinto posto tra i più graditi sindaci italiani il Brugnaro del Carnevale che-vada-avanti, anche se di virus il Veneto era già gonfio? Ma quali sono i parametri di quei sondaggisti? Chissà se sono gli stessi che accertarono, qualche anno fa, un’ottima classifica ambientale per Venezia, dimostrando di ignorare che nel centro storico veneziano non girano automobili e bus? E invece potrebbero averla azzeccata: questo Brugnaro va benissimo per questa Venezia. Dal momento che non solo è noioso ma ormai è allucinante ripetersi all’infinito i mali della Venezia da niente (per conoscerli basta rileggere le pubblicazioni di ytali, a partire da tre o quattro anni fa), così mi tolgo un po’ di catarro da depressione con le assurdità più recenti.
Forse Brugnaro è amato perché da sindaco gli sta bene una nuova spiaggia agli Alberoni, strafregandosene di proteggere le ultime dune del litorale? Forse Brugnaro è amato perché gli sta riuscendo di trasformare l’isola del Tronchetto in un gigantesco albergo, strafregandosene dei residenti veneziani accerchiati già da lì? E col negare loro servizi dignitosi, arrivi e partenze compatibili con un qualche grado di civiltà urbana.

A Piazzale Roma si è già molto avanti con nuovi alberghi e altri soffocanti garage, per non parlare con quanto è previsto o è in fase esecutiva ai bordi di Santa Marta. Anche lì parcheggi e alberghi, almeno sembra. Ora basta, a che serve insistere su un diverso destino per Porto Marghera in relazione a un effettivo contrasto a una mortifera monocultura turistica? A che serve sostenere quelle migliaia di giovani studenti che vorrebbero risiedere a Venezia centro storico prendendo in affitto gli innumerevoli appartamenti per turisti? Insistete ragazzi, ma questo sindaco forse è gradito proprio ai proprietari di quelle case.
Il Brugnaro gradito al sessanta per cento dei veneziani, lo dice il Sole, ha successo perché quel sessanta per cento sa bene che, nonostante il sindaco sembri – seppur raramente – preoccuparsi del virus, in realtà è sicurissimo che tutto al più presto tornerà come prima. O meglio, peggio di prima. E quindi avanti con l’accerchiamento alberghiero di Venezia, da Mestre fin dove ci si può guadagnare su. Turismo sempre nelle mani di mani pulite? Non la pensano così i vertici della Guardia di Finanza.
A proposito, torniamo per un momento al “trasparente” Tronchetto, dove succede che i mitici pontili della mitica linea 2 si rompono, si spezzano o le bricole marciscono e sprofondano. È successo di nuovo in questi giorni ed era successo l’anno scorso: il miglior biglietto da visita per chi arriva o parte da Venezia Tronchetto, sperando di trovarvi un servizio pubblico di trasporto all’altezza di un sindaco così tanto gradito.
D’altra parte si è vista l’efficienza dell’Actv durante e dopo l’isolamento e il distanziamento: corse ridotte, personale al minimo e delinquenziali affollamenti sui bus. Ma abbiamo seri problemi di bilancio senza le masse turistiche, hanno detto i responsabili Actv. Già, questa di Brugnaro è un’azienda di trasporti che ha il bilancio in ordine quando milioni di turisti invadono la città costringendo a quel punto i residenti ad andare a piedi, dato che i vaporetti affondano sotto il peso dei trolley e di chi se li strascina appresso.

Ci sarebbe ancora moltissimo da dire, dalla cultura al Porto, dalle Grandi Navi alla minaccia di quelle fabbriche a rischio mortale per chi ci lavora e per chi vive dalle nostre parti, ma serve? Serve dire che la sinistra nel suo non più vasto insieme tra Mestre e Venezia probabilmente non ha proposto il candidato sindaco in grado di sconfiggere il “graditissimo” Brugnaro? Il Pd e lo stesso Pier Paolo Baretta devono convincersi della loro attuale inesistenza sullo scenario politico veneziano. Ovvio che non è una questione di persone, ma di metodo sì, perché se il metodo che ha portato alla scelta di Baretta è sbagliato ne consegue che, suo malgrado, anche Baretta non va.
È un metodo che appartiene ad altre epoche, ad altri partiti, ad altre storie individuali di politici o di candidati sindaci. Con il contributo dello stesso generoso Baretta, delle cui competenze c’è più che bisogno al ministero dove già si trova impegnato, il Pd e i suoi alleati decidano di promuovere rapidamente delle coinvolgenti e partecipate primarie per individuare un riconosciuto candidato capace di sconfiggere Brugnaro. Perdere nuovamente a Venezia sarebbe gravissimo, anche perché l’onda zaista non risparmierà nessuna parte del Veneto: Zaia (non si sa se ridere o piangere) Forever. Con il sostegno anche di stampa e apparati politici un tempo ritenuti progressisti.

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1 commento
un sindaco non deve fare politica, deve tutelare la città , i suoi cittadini, la sua economia, il suo ambiente , i diritti e i doveri di tutti e tutto, e non solo. Il sindaco deve ASCOLTARE e eseguire i suoi compiti con l’ aiuto di esperti disinteressati, ovvero privi di conflitti di interessi. Non è poi coi difficile….