“Fontana e Salvini? Cade uno, cade anche l’altro”

Lo scandalo che coinvolge il presidente della Lombardia appare ogni giorno più grave ma, “se per caso meditasse le dimissioni, lo inchioderebbero alla poltrona”. Una conversazione con Giovanni Cerruti, tra i massimi conoscitori della Lega.
MATTEO ANGELI
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L’appalto dei camici all’azienda del cognato e della moglie. La rinuncia al pagamento, “per evitare polemiche”. La copertura del mancato guadagno con la somma di 250mila euro, trasferita dal proprio conto svizzero, oggetto d’indagine. Sono sempre di più gli elementi che inguaiano Attilio Fontana, nell’ambito dell’intricata indagine sulla fornitura di camici da parte di Dama spa alla Regione Lombardia. È un terremoto che scuote la Lega dall’interno. Con quali conseguenze? Ne abbiamo discusso con Giovanni Cerruti, già inviato della Repubblica e poi della Stampa, giornalista considerato tra i massimi esperti del Carroccio. 

Quanto è grave la situazione per Attilio Fontana?
Si vedrà alla fine. Quanto è venuto fuori fino adesso mi sembra già più che sufficiente. Ogni giorno c’è una cattiva notizia, ogni giorno smentite a quello che Fontana aveva detto precedentemente. A essere buoni, questa è una storia di pasticcioni.

C’è chi dice che il governatore della Lombardia ha peccato d’ingenuità, chi si si sofferma sul fatto che andrebbero distinti gli aspetti penalmente rilevanti da quelli politicamente rilevanti.
Uno può fare tutti i distinguo che vuole, ma un pasticcio era e un pasticcio resta. 

Come viene percepita la vicenda all’interno della Lega lombarda? 
Non so neanche se esista più la Lega lombarda che ho conosciuto io. Ormai esiste il partito di Matteo Salvini, che continua a comportarsi come se fosse il conduttore di Radio Padania e ogni giorno intrattiene gli “ascoltatori” con i suoi racconti, ma poi bisogna vedere quanto questi hanno a che fare con la realtà.  

Su quelli che tu chiami leghisti, che io chiamerei “salviniani”, non mi pare che ci siano grandi dichiarazioni. Si limitano a ripetere quello che dice Salvini. Non mi sembra che discutano o mettano in discussione i selfie o le frasi del leader. È tutto un restare allineati e coperti, senza nessuna nota di distinguo.

Tuttavia sulla stampa si legge che nella Lega lombarda sarebbero tutti pronti a spalleggiare Fontana, mentre ci sarebbero pesanti malumori tra i leghisti delle altre regioni.
Se ci fai caso questi sono sempre virgolettati che dicono “un autorevole leghista”, “un alto esponente”, non ci sono mai nomi e cognomi. Se uno si fa un giro sui social vedrà che gli esponenti del partito rilanciano solo le cose che dice Salvini. Non c’è politica in questa cosa qui.

Salvini scaricherà Fontana?
Non può scaricarlo, perché dovrebbe scaricare anche se stesso. In Lombardia, per le note vicende del coronavirus, l’idea di avere un governatore che si dimette è al momento una cosa inimmaginabile. Se per caso Fontana meditasse le dimissioni, lo inchioderebbero alla poltrona. 

Come gestire allora questo momento?
Salvini e il suo apparato continueranno a fare quello che fanno da un po’ di tempo: vivere alla giornata e ogni giorno se ne inventeranno una, ci sarà un nuovo nemico, un nuovo selfie, una nuova storia da raccontare sui social, che non ha niente a che fare con l’affrontare i cosiddetti problemi del paese.

Nell’ultimo anno la Lega ha perso più di dieci punti a livello nazionale. È dovuto anche a questo? 
Penso di sì, visto che poi i sondaggi hanno tutti lo stesso trend. Probabilmente questo vivere la giornata di Salvini, aver sempre qualcuno a cui rifilare colpe e sospetti, è un gioco che alla lunga stanca. In ogni caso, questi sondaggi valgono quel che valgono, perché non si vota domani. 

In un momento di relativa crisi per Salvini, i presidenti di regione leghisti – Luca Zaia in primis – potrebbero avanzare una visione alternativa?
Non ne ho idea. Purtroppo il partito di Salvini non discute apertamente. Non ho mai sentito qualcuno dire che non è d’accordo con Salvini. Certi sicuramente non lo sono ma non lo lasciano intendere.
Zaia è un leghista di governo, come lo è sempre stato e come lo sono sempre stati i leghisti veneti. Ma qui ormai stiamo parlando di un’altra cosa: la Lega di Salvini è diversa da quella che abbiamo conosciuto fino a qualche anno fa. Uno come Zaia non c’entra niente con il movimento attuale. 

Per quanto possa essere apprezzato il lavoro di Zaia o degli altri presidenti di regione, il partito resta saldamente nelle mani dell’attuale leader?
La Lega di Salvini è ben diversa dalla Liga veneta di Zaia.

Non vedi dei movimenti o sommovimenti che potrebbero far pensare a un cambio di direzione? 
Non vedo proprio niente. La politica è una cosa seria. Qui siamo nel mondo della comunicazione, dove quello che conta è la battuta a effetto, il selfie, la foto. Manca la materia prima. 

Non è un problema unico alla Lega. 
Sì, ma negli altri partiti c’è almeno una discussione un po’ più vivace, c’è magari chi litiga su questioni politiche. Nel mondo salviniano non c’è niente di tutto questo. 

“Fontana e Salvini? Cade uno, cade anche l’altro” ultima modifica: 2020-07-31T17:27:17+02:00 da MATTEO ANGELI
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