I sì di Pd e Articolo 1, pensando alla “reunion” della ditta

Anche D’Alema verso l’assenso al taglio dei parlamentari per dare una mano a governo e Zingaretti. A sinistra spunta l’ipotesi rosso/verde di Elly Schlein.
ALDO GARZIA
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Per lunedì 7 settembre è convocata la Direzione del Pd. A due settimane dal voto il segretario Nicola Zingaretti annuncerà il Sì del partito nel referendum sul taglio dei parlamentari alla Camera e al Senato. Si tratta di un Sì sofferto, con molti dubbi tra gli iscritti (così dicono i sondaggi) e pochi al vertice (Cuperlo, Orfini). Di legge elettorale, al contrario dei desiderata di Zingaretti che avrebbe voluto dei segnali prima del referendum, si inizierà a discutere solo il 28 settembre.

È assai probabile che a quello del Pd segua a ruota il Sì ufficiale di Articolo Uno (i fuoriusciti piddini). È già arrivato quello di Pier Luigi Bersani, motivato con la scommessa sulle virtù del governo presieduto da Giuseppe Conte e sull’alleanza con i 5 Stelle. L’assenso del coordinatore Roberto Speranza è scontato, visto il ruolo di ministro della Salute. Meno scontato è il Sì di Massimo D’Alema, che interrogato sul tema dai giornalisti solo qualche giorno fa ha risposto: “Sì o No, ci sto pensando”. Bizzarra risposta per un ex presidente del Consiglio, ex presidente di una Bicamerale sulle riforme costituzionali, ex acceso promotore dei Comitati per il No nel 2016 contro il referendum proposto da Matteo Renzi sui temi costituzionali. Da un politico di lungo corso come lui ci si aspettava una risposta meno amletica a pochi giorni dal voto.

La scelta di Articolo Uno appare motivata da tattica più che da una valutazione di merito sulla bontà della riduzione dei parlamentari: non si vogliono tagliare i ponti con il Pd, al quale anzi si vuole lanciare un segnale di buon vicinato soprattutto al segretario Zingaretti che vuole fare – non senza dissensi interni – un asse strategico del rapporto con i grillini. Ma il ragionamento è più sottile: la vittoria dei Sì da attribuire a Pd e 5 Stelle renderebbe meno cocente la prevista sconfitta nelle regionali (di che proporzioni potrebbe essere è difficile dirlo). All’indomani del voto in sei regioni, Pd e Articolo Uno potrebbero avviare una marcia di avvicinamento come preludio di una possibile unità anche organizzativa in una nuova casa comune.

PIER LUIGI BERSANI

Del resto, più volte Bersani e D’Alema hanno auspicato lo scioglimento delle casette esistenti (a iniziare da Pd e Articolo Uno), dando per assodato il fallimento della nascita dei Dem a più di dieci anni dalla fondazione del Pd e dei tentativi di creare delle alternative. Oggi quel partito è un insieme di gruppi e gruppetti con una presenza consistente di renziani pronti a ostacolare la politica a ogni mossa di Zingaretti, il quale potrebbe trovarsi molto presto di fronte al bivio: o dimettersi o accentuare la linea del dialogo con grillini e Articolo Uno. Nell’uno e nell’altro caso si tratterebbe di strappi non indolori. Quindi, nella vicenda referendaria si gioca anche un pezzo di futuro di componenti del centrosinistra.

Pure il progetto di Liberi e uguali è al capolinea (la sigla sopravvive solo alla Camera). Sinistra Italiana regge sull’asse del No, nonostante la defezione di Stefano Fassina (che non vede male neppure una confluenza sulla ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma). No convinti da Pietro Grasso e Nicola Fratoianni, malgrado pure Leu abbia votato a favore della legge sul taglio dei parlamentari l’8 ottobre 2019 alla Camera. È evidente però che è in crisi per l’ennesima volta il progetto di costruire a sinistra una forza politica di una certa consistenza.

Sinistra Italiana è indecisa sul che fare per il futuro. Una posizione – forse minoritaria – è quella di chi vorrebbe seguire la scia di Articolo Uno. Un’altra guarda all’ipotesi di un polo rosso/verde da costruire insieme agli ambientalisti sulla via di quanto accade in altri paesi europei (Francia, Germania). Molto corteggiata nel potenziale ruolo di leader di questa eventuale aggregazione è Elly Schlein, 35 anni, ex europarlamentare, vicepresidente della Regione Emilia Romagna, brillante curriculum di esperienze all’estero e di idee innovative, dialogante con il Pd e non subalterna. Anche in questo caso, se ne parlerà dopo le elezioni regionali.

I sì di Pd e Articolo 1, pensando alla “reunion” della ditta ultima modifica: 2020-09-05T15:21:50+02:00 da ALDO GARZIA
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