
- Donald Trump ha detto che i massimi leader del dipartimento della difesa vogliono continuare a fare guerre per continuare a rendere “felici” le aziende del settore privato della difesa. Nel tentativo di respingere le accuse di aver fatto commenti offensivi sui militari morti in servizio, Trump ha ripetuto che la storia raccontata da The Atlantic era una “bufala” e ha detto: “Non sto dicendo che tutti i militari sono innamorati di me. I soldati però lo sono”. E ha aggiunto: “Le persone al vertice del Pentagono probabilmente non sono innamorate di me perché non vogliono fare altro che combattere guerre, così da rendere felici tutte quelle meravigliose compagnie che producono bombe e aerei”.
- Trump ha affermato che un vaccino contro il Covid-19 potrebbe essere pronto in tempi record e forse prima delle elezioni, sollevando anche dubbi sul fatto che la pressione politica possa comportare l’uso di un vaccino non ancora sicuro. Qualche giorno fa Kamala Harris aveva detto che non si fidava delle dichiarazioni di Trump per un vaccino prima delle elezioni e Biden aveva esortato gli americani a dare ascolto agli scienziati. Come risposta aglio attacchi dei Democratici, Trump ha detto: “Biden e la sua compagna di corsa molto liberale, la persona più liberale del Congresso tra l’altro – non è una persona competente secondo me, distruggerebbe questo paese e distruggerebbe quest’economia – dovrebbero immediatamente chiedere scusa per la spericolata retorica anti-vaccino di cui stanno parlando in questo momento”, aggiungendo che “mina la scienza”. Il presidente ha poi definito Biden “stupido”.
- La campagna di Trump manca di soldi, una situazione insolita per un presidente in carica e una preoccupazione in più per i repubblicani, visti i sondaggi negtivi per il presidente. Il prsidente ha bisogno di soldi perché il numero di stati di cui deve preoccuparsi è effettivamente cresciuto e l’enorme raccolta di fondi di Joe Biden ad agosto ha messo molte pressioni al candidato repubblicano. Secondo il New York Times la bassa spesa pubblicitaria televisiva sta disorientando il partito a livello locale.

- Una serie di recenti sondaggi suggerisce che la retorica del “law and order” del presidente Trump non sta aiutando molto il candidato repubblicano che resta indietro a Biden. Ma nelle periferie, i funzionari locali del Partito democratico iniziano a provare disagio per la capacità del presidente di spostare il tema della campagna elettorale dal fallimento nella gestione del Covid-19 alla sicurezza pubblica. Nelle periferie Trump ha sconfitto Hillary Clinton di 4 punti percentuali nel 2016 e qui probabilmente si decideranno le elezioni del 2020. Due anni fa alle elezioni di Midterm è il voto delle periferie che ha consegnato ai democratici la maggioranza alla Camera. Nel tentativo di attirare a sé quegli elettori, Trump ha sfruttato le immagini di saccheggi e violenze a Minneapolis e Portland in seguito alla morte di George Floyd e, più recentemente, a Kenosha dopo la sparatoria della polizia a Jacob Blake. Trump ha incolpato i democratici dei disordini e ha avvertito che un’amministrazione Biden lascerebbe in rovina l’America delle periferie.
- Biden, parlando dalla Pennsylvania a un evento virtuale del più grande sindacato americano, l’AFL-CIO, ha promesso di essere il “presidente più a favore dei sindacati” che il paese abbia mai avuto. L’ex vice presidente ha anche detto che Trump, un miliardario, “vive secondo un codice di bugie, avidità ed egoismo” e “non è fatto della stessa pasta” della classe operaia statunitense. I sindacati, che storicamente hanno sostenuto i Democratici, sono in drammatico declino negli Stati Uniti. Secondo il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti, circa il 10 per cento dei lavoratori statunitensi è sindacalizzato, circa la metà rispetto ai primi anni Ottanta.
- La candidata alla vicepresidenza per i democratici Kamala Harris ha incontrato la famiglia di Jacob Blake nel Wisconsin, dove anche il vicepresidente Mike Pence era in visita. Harris è riuscita a parlare al telefono anche con lo stesso Jacob Blake.

- Se il voto per corrispondenza avesse gli stessi problemi riscontrati durante le primarie di quest’anno, il numero degli elettori che potrebbero essere privati dei loro diritti civili negli stati chiave potrebbe essere tre volte superiore rispetto al 2016. Visto che molti americani si apprestano a votare per posta in numeri record, a causa della pandemia di coronavirus, il rischio che le operazioni di scrutinio non funzionino al meglio esiste. Non solo infatti le schede elettorali postali possono essere rifiutate se gli elettori dimenticano di firmarle o se le firme non corrispondono a quelle tenute negli uffici elettorali locali o le schede arrivano troppo tardi per posta. Ma gli uffici elettorali sono a corto di personale e potrebbero avere difficoltà a notificare agli elettori i problemi con il loro voto in tempo per risolverli, soprattutto perché i funzionari di stati chiave come la Pennsylvania devono aspettare fino al giorno delle elezioni per esaminare le schede. Inoltre Il servizio postale degli Stati Uniti ha visto un calo nella consegna puntuale della posta prioritaria negli ultimi mesi, dopo aver avvertito 46 stati che non può garantire che le schede inviate per posta alle elezioni generali arrivino in tempo per essere conteggiate.

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