
- Primo dibattito tra Donald Trump e Joe Biden. Uno dei peggiori dibattiti presidenziali, dominato dalle interruzioni, le prese in giro e gli attacchi a Joe Biden da parte del presidente Trump. Regole ignorate dal repubblicano, dibattito incomprensibile e spesso nemmeno basato su fatti. Tra riportare notizie da tempo confutate e attacchi a Beau Biden, il defunto figlio del vice-presidente, Trump si è anche rifiutato di condannare i suprematisti bianchi, a domanda esplicita del moderatore (Chris Wallace, Fox News). Purtroppo Biden si è lasciato trascinare più volte dalle interruzioni di Trump: probabilmente il momento più twittato della serata è stata quando Biden ha detto a Trump “puoi tacere un momento?”.
- Beau Biden. È stato l’ex vicepresidente a parlare di Beau per evidenziare le critiche riportate da Trump ai militari nell’inchiesta di The Atlantic. “Il modo in cui parli dei militari, quando li chiami “perdenti” e “sfigati”… Mio figlio era in Iraq. Ha trascorso un anno lì. Ha ottenuto la Bronze Star. Ha ottenuto la medaglia al servizio. Non era un perdente. Era un patriota e le persone morte là erano eroi”. “Veramente?” Trump ha detto, interrompendo il monologo di Biden. “Stai parlando di Hunter (l’altro figlio di Biden, ndr)?”. “Sto parlando di mio figlio, Beau Biden” ha risposto Biden. “Non conosco Beau. Conosco Hunter”, ha risposto Trump. Fu Trump a chiedere al governo ucraino di aprire un’inchiesta su Joe e Hunter Biden, iniziativa che ha portato il presidente alla procedura di impeachment. “Hunter è stato espulso dall’esercito. È stato buttato fuori, cacciato disonorevolmente per uso di cocaina”, ha continuato Trump, anche se Biden ha cercato di interromperlo, dicendo “non è vero”. (Hunter Biden è stato congedato dall’esercito, ma non in modo disonorevole).
- Suprematismo bianco. A Trump è stato chiesto da Chris Wallace di prendere le distanze dai suprematisti bianchi durante un segmento del dibattito dedicato ai problemi razziali. Wallace ha chiesto se Trump avrebbe sollecitato i gruppi di suprematisti bianchi che hanno alimentato la violenza durante le proteste a livello nazionale a “smobilitare”. Trump ha risposto “datemi un nome” quando gli è stato chiesto di denunciare un gruppo specifico, e l’ex vicepresidente Joe Biden ha chiamato in causa i Proud Boys, un gruppo di estrema destra che recentemente ha manifestato a Portland in Oregon, a sostegno del presidente. Ma Trump non ha denunciato alcun gruppo di estrema destra o suprematista bianco, e poi ha iniziato a parlare degli antifa. “Proud Boys, fate un passo indietro e restate in attesa! Ma vi dirò una cosa, qualcuno deve fare qualcosa contro gli antifa e la sinistra, perché questo non è un problema di destra. Questo è un problema di sinistra”, ha detto Trump. Il gruppo estremista di estrema destra ha poi via Twitter giurato fedeltà al presidente Donald Trump e ha cambiato il logo di uno dei canali Twitter dell’organizzazione con lo slogan “Stand back. Stand by”.
- Elezioni di novembre. In mezzo alla disinformazione e alle falsità sul voto per corrispondenza, Trump ha rifiutato per l’ennesima volta di dire se accetterà i risultati elettorali in caso di sconfitta. “Sto incoraggiando i miei sostenitori ad andare alle urne e a fare molta attenzione”, ha detto. “Se vedo che sono state manipolate decine di migliaia di schede, questo non posso accettarlo”, ha detto Trump.
- Covid-19. Nonostante i tentativi di Biden di inserire il tema periodicamente nella discussione, si è parlato poco del Covid-19, almeno rispetto all’impatto avuto sul paese e alla gestione disastrosa dell’attuale amministrazione. Trump ha detto apertamente che il processo che conduce al vaccino è politico, ha deriso Biden per aver indossato una mascherina e invece di una solida difesa del suo record ha cercato di affermare che un ipotetico presidente Biden avrebbe fatto peggio.
- Corte Suprema. Biden ha cercato di riportare più volte la discussione sull’impatto che la nomina della giudice Barrett avrebbe sull’Obamacare, mentre Trump ha attaccato il candidato democratico per essersi spostato sulle posizioni “socialiste” di Sanders.

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