Diritti umani nello splendore della Scuola Grande di San Rocco

Il Global Campus of Human Rights, con sede al Lido, inaugura il nuovo anno accademico in uno dei più iconici edifici veneziani.
BARBARA MARENGO
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Tutti assieme per contribuire alla diffusione dei diritti umani, che vanno a braccetto con la democrazia, e dai quali discendono tutti i principi di libertà, giustizia, protezione di salute e ambiente, possibilità di studiare, di esprimersi. Studenti del Global Campus of Human Rights – che ha sede presso l’antico convento di San Nicolò al Lido di Venezia – sono arrivati da 23 paesi a formare un meraviglioso melting pot di venti nazionalità studiando e specializzandosi per il master post-laurea.

Domenica 4 ottobre l’inaugurazione dell’anno accademico 2021 è stata particolarmente solenne, nella sala della Scuola Grande di San Rocco, alla presenza dei docenti, di parte degli studenti e delle loro famiglie, di rappresentanti delle istituzioni. I moltissimi studenti che dall’estero si sono collegati via web a causa delle emergenziali misure anticoronavirus hanno manifestato la loro presenza con centinaia di messaggi e di saluti che si accavallavano alla successione degli interventi istituzionali. 

L’inaugurazione del nuovo anno accademico che avviene nel difficile periodo della pandemia da Covid-19 si è svolta alla presenza del vicepresidente del Parlamento europeo Massimo Castaldo, di Alexander Repperig della Right Livelihood Foundation, dei rappresentanti degli studenti e del corpo docente; assieme alla solenne consegna dei diplomi e alla musica di Antonio Vivaldi eseguita dagli Interpreti veneziani, tra gli applausi e i sorrisi, sotto le tele di Jacopo Robusti ovvero Tintoretto. 

Manfred Nowak, segretario generale del Global Campus, ha introdotto la cerimonia ricordando le particolari circostanze di questo difficile oggi, caratterizzato dalla pandemia che ha causato oltre a milioni di malati e di vittime anche un’emergenza legata all’allentamento dell’applicazione dei diritti umani. Le restrizioni alle libertà personali dovute all’epidemia globale sono state accentuate da prese di posizione illiberali verso le persone, limitando i diritti di libertà acquisiti in decenni di battaglie, alimentando sovranismi e nazionalismi, chiusure ed egoismi.

Anche la riduzione dei budget nazionali destinati allo stato sociale ha contribuito allo sfilacciamento dei principi che dovrebbero governare le esistenze degli abitanti della Terra. Inutile ricordare le disparità esistenti tra Nord e Sud del mondo in fatto di democrazia e di diritti, di ricchezza e povertà, di tutela dell’ambiente e relative misure sociali e sanitarie, di accesso all’educazione e allo studio.

Le ragazze e i ragazzi che, in presenza e “in absentia”, sono stati chiamati a ricevere il diploma sono tra i fortunati – e volonterosi – che hanno potuto vivere un periodo di studio libero in una città come Venezia. Nella fattispecie, in un ambiente come quello dell’antico convento di San Nicolò, ricco non solo di storia, ma di etica, di tradizione di assistenza e accoglienza lungo molti secoli: luogo che oggi risuona delle voci e dei passi dei prossimi “ambasciatori” di una nuova solidarietà. 

Se infatti la pandemia ha condizionato gli ultimi lunghi mesi di questo difficile 2020, Nowak ha ricordato come il lavoro dei neodottorati sia indirizzato verso orizzonti vasti, dove la solidarietà e la diffusione dei valori democratici saranno diffusi con consapevolezza: “progetto di punta dell’Unione Europea”, questo Global Campus of Human Rights è presente – oltre che a Venezia – a Buenos Aires, Pretoria, Bangkok, Yerevan, Beirut, Serajevo e Bologna. 

Sono cento le università che sostengono l’educazione sui diritti e sulla democrazia: concetti come dignità, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti non devono rimanere solo bellissime parole, ma devono riempirsi di azioni ed essere goduti realmente dall’umanità. Utopia, certamente: d’altronde, senza ideali e utopie la storia dell’umanità non sarebbe andata lontano.

E la pandemia ha rappresentato e rappresenta un esempio “sul campo” per gli studenti del Campus veneziano: mai come in questi mesi le differenze e le diseguaglianze si sono accentuate tra chi ha potuto passare il confinamento in case sicure e confortevoli e chi si è trovato costretto in situazioni di sovraffollamento, povertà, mancanza di riparo. I milioni di rifugiati che affollano i campi dei cinque continenti rappresentano la base dolente della piramide umana, lo specchio degli studenti del Campus che provengono sì da cinque continenti ma in uno stato di studio e benessere, protezione e tutela, che dovrebbero essere alla portata di tutti.

Sempre a causa del Covid-19 l’Unione Europea è riuscita a mettere a disposizione di un’Europa in piena crisi un piano di rilancio dell’economia globale (Next Generation EU, ovvero Recovery Fund) con un fondo di svariati miliardi di euro. Il richiamo del segretario generale è verso le opportunità che questi fondi potranno rappresentare per i 27 Stati, anche per mettere in atto misure concrete verso la protezione ambientale, le devastanti realtà legate ai cambiamenti climatici che ogni giorno viviamo sulla nostra pelle (solo pochi giorni fa, Venezia per la prima volta è stata “salvata” dalle acque alte dal Mose, finalmente in funzione, seppur temporanea).

Gianluca Costantini

Convitato di pietra, seduto idealmente sulle poltrone rosse della Sala Capitolare della Scuola di San Rocco lasciate libere dal distanziamento Covid, c’era Patrick Zaky, lo studente egiziano del corso Erasmus dell’Università di Bologna imprigionato al Cairo dal mese di febbraio 2020 con l’accusa di diffusione di dannose informazioni contro lo Stato e ancora detenuto. Gianluca Costantini, artista impegnato a divulgare le emergenze legate ai diritti umani e collaboratore di varie organizzazioni umanitarie, ha sistemato in platea le sagome a grandezza naturale di Patrick, silenzioso testimone di un mondo incerto e insicuro.

Diritti umani nello splendore della Scuola Grande di San Rocco ultima modifica: 2020-10-05T17:07:10+02:00 da BARBARA MARENGO
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