Quella serata con Gigi

Un incontro nel 1976. Proietti era già famosissimo. La sua pièce “A me gli occhi please” riscuoteva quell’anno grande successo. Poi un altro incontro, negli anni Duemila, con lui e sua moglie Sagitta, svedese, a “Il posto delle fragole”, un’associazione culturale italo-svedese a Roma.
ALDO GARZIA
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Ho conosciuto Gigi Proietti nell’ottobre 1976. L’occasione era insolita: la festa per i venticinque anni di matrimonio dei coniugi Annamaria e Claudio Nuccitelli, genitori della mia cara amica Roberta. Io e Guido Ruotolo fummo convocati in un ristorante, dove c’era un gruppo che suonava. Dopo le prime portate, apparve Proietti accompagnato dalla moglie Sagitta. Pochi convenevoli con la coppia di festeggiati e fu subito dei nostri. Dopo qualche brindisi e un po’ di ambientamento, era ovvio che Proietti avrebbe dovuto esibirsi come segno di amicizia verso i festeggiati, anche perché Claudio Nuccitelli era stato il suo “scopritore”.

Il festeggiato di quella sera di ottobre 1976 era stato infatti il capo del complesso “I soliti ignoti”. A un certo punto cercavano un nuovo cantante. Alle prove si presentò un ragazzino di quindici, sedici anni, che accettarono di far cantare solo per benevolenza, convinti che avrebbe fallito. Invece Nuccitelli fu colpito da come il giovanissimo Proietti intonava la voce nei fraseggi di un pezzo cantato in inglese. Fu subito incorporato nel gruppo. Nacque così tra Claudio e Gigi un’amicizia durata tutta la vita. Il primo, a quell’epoca, aveva anche il compito di rassicurare i genitori di Proietti sulle frequentazioni notturne del figlio che viveva a poche centinaia di metri dalla famiglia Nuccitelli (avrebbero voluto che diventasse avvocato).

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Quella sera del 1976 ci divertimmo molto. Proietti era già famosissimo. La sua pièce “A me gli occhi please” riscuoteva quell’anno grande successo a Roma presso il Teatro Tenda di piazza Mancini (un luogo cult che non esiste più). Fu uno spettacolo nello spettacolo vederlo cantare e recitare solo per noi accompagnato dai vecchi amici di un tempo. Risate e ovazioni si susseguirono a getto continuo con la coppia di festeggiati felici per quella dimostrazione di amicizia fornita da Proietti. L’ambiente divenne così familiare che nessuno di noi chiese l’autografo. 

L’amicizia con la famiglia Nuccitelli è naturalmente continuata. Quando Roberta, nel 1986, ha avuto con altri l’idea di fondare a Marino la residenza sanitaria “Assohandicap”, una Onlus di genitori di ragazzi portatori di handicap per favorirne il recupero sociale, Gigi Proietti è stato tra i primi sostenitori del progetto che oggi è una magnifica e apprezzata realtà. Prima ha girato uno spot per pubblicizzare il lancio dell’iniziativa, poi ha partecipato all’inaugurazione della struttura sanitaria confidando a Roberta con esclamazione romanesca: “Me cojoni, finalmente un progetto che si realizza!”.

Sul sito di Assohandicap Roberta Nuccitelli ricorda Gigi Proietti

Altri scriveranno su Proietti sempre disponibile alle buone cause. Io l’ho rincontrato negli anni Duemila, quando fu nominato direttore artistico del Teatro Brancaccio a Roma dal 2001 al 2007. A pochi metri da quel Teatro, in via Carlo Botta, aveva sede “Il posto delle fragole”, un’associazione culturale italo-svedese gestita dalla stoccolmese Cecilia Waldekranz e molto interessante per i miei gusti. Capitava che qualche volta vi passasse Proietti a prendere sua moglie Sagitta Alter, svedese anche lei, inseparabile compagna di vita dal lontano 1962. In quel caso, il grande attore e regista erede di Ettore Petrolini era in versione famigliare: semplice, affabile, cortese.

Proietti parlava poco di Svezia. Non ne ha mai accennato al “Posto delle fragole”. Il caso ha voluto però che nel 2017 interpretasse Il premio, un film di Alessandro Gassman girato in parte in Svezia. Oreste (Gassman junior) è un personal trainer con il sogno di aprire una palestra alla cui realizzazione mancano 15mila euro. Suo padre Giovanni Passamonte (Proietti) gli promette quella somma a condizione che lo accompagni in automobile a Stoccolma dove deve ritirare il premio Nobel per la letteratura. Oreste, che non ha mai accettato denaro da suo padre, si ritrova a trascorrere una settimana fra Italia, Austria, Germania, Danimarca e Svezia. Ci sono pure Rinaldo, il segretario personale del padre, e Lucrezia, la sorellastra di Oreste che ha deciso di documentare il tutto in Internet. Gigi Proietti si diverte nella parte di chi non si è negato alcun piacere nella vita senza trovare il tempo per occuparsi dei figli.

Il discorso finale di Passamonte/Proietti nel film, dopo il ricevimento del Nobel, è rivolto idealmente ai cittadini comuni e ai figli:

La vita è più difficile per chi non salirà mai su un podio… Nessuno basta a se stesso… Ogni premio non ha senso, se non è frutto di una condivisione e se non si scende dal podio. Il nostro non può che essere un gioco di squadra.

Parole che ora acquistano un sapore particolare. Grazie Gigi. 

  

Quella serata con Gigi ultima modifica: 2020-11-02T16:23:20+01:00 da ALDO GARZIA
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