Donald Trump ha incrementato significativamente il suo bottino elettorale rispetto alle presidenziali del 2016. Quattro anni fa ottenne quasi 63 milioni di voti. Questa volta, 68 milioni, mentre è ancora in corso il conteggio. In Florida, secondo gli exit poll, Trump conquista il 61 per cento del voto bianco. Un elettorato, quello bianco, che si conferma come il blocco più consistente e fedele della sua base. Sulla prevalenza di questo settore di votanti, e su quel essa significa, Brandon Tensley, analista politico della Cnn, ha scritto un commento, che qui di seguito proponiamo ai nostri lettori.

Milioni di elettori bianchi stanno ancora una volta dimostrando chi sono e non è poi una bella novità per l’America, in particolare per i neri e le persone di colore.
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Nonostante quattro anni di presidenza di Donald Trump – cioè di un uomo che ha fatto del nazionalismo bianco parte centrale della sua amministrazione e la cui abietta negligenza di fronte a una pandemia che ha provocato più di 230.000 decessi – milioni di elettori si mobilitano per lui. Elettori bianchi, soprattutto. Anche se i primi exit poll (che, è importante sottolineare, sono notoriamente capricciosi) indicano che Trump potrebbe ricevere maggiore sostegno dagli elettori di colore quest’anno rispetto al 2016, nulla toglie che la sua base bianca resta solida.
Come ha scritto la politologa Melanye Price, a ottobre a proposito della campagna di Trump per “corteggiare” gli elettori neri,
anche se il sostegno dei repubblicani maschi neri dovesse aumentare nel 2020, la maggior parte della responsabilità di una seconda vittoria di Trump sarà da attribuire agli elettori bianchi.
In effetti, una cosa che questa settimana ha messo in chiaro è fino a che punto molti bianchi americani sono disposti a spingersi per proteggere la loro “bianchezza”, per metterla al centro di tutto, anche dopo un’estate che ha visto un sostegno senza precedenti al movimento Black Lives Matter.
Ma questa è solo una parte del motivo per cui queste elezioni sono così vergognose.
Che la competizione appaia tanto serrata la dice lunga del relativo successo del Partito repubblicano nel mantenere il potere attraverso manovre come la privazione dei diritti di voto, il gerrymandering e la soppressione degli elettori, tutti elementi che colpiscono in modo sproporzionato gli elettori di colore, che sostengono in modo schiacciante il Partito democratico.
Ad esempio, uno stato dove c’era tensione tra i commentatori sul risultato era la Florida. Molti si sono chiesti se potesse entrare tra gli stati a sostegno di Biden, viste le tendenze dei sondaggi preelettorali. Alla fine, Trump ha conquistato lo stato con un piccolo margine. La sua vittoria, però, è stata aiutata dal fatto che in molti non hanno avuto accesso alle urne. Dopo che in Florida si era votato nel 2018 per ripristinare i diritti di voto per gli ex criminali, con l’approvazione da parte del 65 per cento dei votanti,
il parlamento statale e il governatore, a guida repubblica, hanno deciso di annullare la volontà degli elettori creando nuovi ostacoli al voto per gli ex criminali, in particolare obbligandoli a pagare tasse e multe,
come rilevano Julio Capó Jr. e Melba V. Pearson sul Washington Post, definendo la decisione “una sorta di Jim Crow* del Ventunesimo secolo”. E hanno aggiunto che “per anti versi, equivale a un balzello elettorale con un nuovo nome” visto che “secondo alcune stime, 1,4 milioni di abitanti in Florida avrebbero ottenuto il diritto di votare di nuovo“. Come conseguenza della decisione, “solo circa 300.000 di loro sono risultati idonei a registrarsi per le elezioni”.

Allo stesso modo, Ashton Pittman del Mississippi Free Press ha recentemente riferito che, durante l’estate, i funzionari elettorali della contea di Madison hanno “tranquillamente spostato” duemila elettori per lo più neri e ispanici da un distretto a maggioranza bianca in un angusto distretto a maggioranza non bianca, dotato di scarsi parcheggi. Un espediente per conservare il territorio saldamente repubblicano. “A mio parere è fatto per scoraggiare le minoranze e non farle votare”, ha detto al Mississippi Free Press Carol Mann, candidata democratica a commissario elettorale del distretto 1.
Queste strade e questi quartieri- e posso dirlo dopo averli visitati tutti e aver bussato alle porte in questa zona – sono in gran parte africanoamericani.
Sono irritanti, certo, questi due dati collegati alle elezioni – il sostegno degli elettori bianchi a Trump e il tentativo di un partito di minoranza di mantenere il controllo di un paese che lo rifiuta sempre più – ma non sono sorprendenti. Probabilmente, rivelano ciò che l’America è sempre stata. O come dice il professore di studi African American Eddie S. Glaude Jr. in un video che sta circolando nuovamente questa settimana, “È facile per noi prendersela con Donald Trump … (Ma i colpevoli) siamo noi”.
L’autore dell’articolo è Brandon Tensley, analista politico della Cnn
Copertina: sostenitori di Trump a Detroit chiedono di fermare la conta dei voti. Il Michigan è stato vinto da Biden.
Tradotto da Marco Michieli

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