Be’, devo ammettere che mi avete sorpreso. Stasera, abbiamo visto in tutta la nazione, in tutte le città, in tutte le parti del paese, anzi in tutto il mondo, uno sfogo di gioia, di speranza, di fede rinnovata, perché domani arriveranno giorni migliori. Sono onorato dalla fiducia e dalla stima che avete riposto in me. M’impegno a essere un presidente che cerca di non dividere ma di unificare, che non distingue tra stati rossi e stati blu, ma che vede soltanto gli Stati Uniti e lavora con tutto il cuore, con la fiducia di tutto il popolo, per conquistare la fiducia di tutti voi.
Perché credo sia questa la vera natura dell’America. Stiamo parlando di persone. Ed è di questo che si occuperà la nostra amministrazione. Ho cercato questo carica per far rivivere l’anima dell’America, per ricostruire la spina dorsale di questa nazione, la classe media, e per rendere di nuovo l’America rispettata in tutto il mondo e per unirci qui a casa. È l’onore della mia vita che così tanti milioni di americani abbiano votato per questa visione. Ora il lavoro per realizzare quella visione è reale. È un compito, il compito, del nostro tempo.
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Amici! Come ho detto molte volte prima, sono il marito di Jill, e non sarei qui senza il suo amore e il suo instancabile sostegno. Di Jill, di mio figlio Hunter e Ashley, mia figlia, e di tutti i nostri nipoti, delle loro mogli e di tutta la nostra famiglia. Sono nel mio cuore. Jill è una mamma, una mamma di militari, un’insegnante. Ha dedicato la sua vita all’istruzione. Ma insegnare non è solo quello che fa. È quello che è. Per gli insegnanti americani, questo è un grande giorno per tutti voi. Avrete uno dei vostri alla Casa Bianca. Jill diventerà un’ottima First Lady. Sono così orgoglioso di lei.
Avrò l’onore di servire con un fantastico vicepresidente. Avete appena sentito Kamala Harris, che scrive una pagina della storia come la prima donna, la prima donna nera, la prima donna di discendenza dall’Asia meridionale, la prima figlia di immigrati mai eletta a questa carica in questo paese. Non ditemi che le cose sono impossibili negli Stati Uniti. Era qualcosa atteso da tempo. Stasera ci vengono in mente coloro che hanno lottato così duramente per così tanti anni per far sì che ciò accadesse. Ma ancora una volta, l’America ha piegato ancor più l’arco dell’universo morale verso la giustizia. Kamala, Doug, che vi piaccia o no, fate parte della famiglia. Siete diventati Biden onorari. Non c’è via d’uscita.
A tutti quelli di voi che si sono offerti volontari e hanno lavorato alle urne nel mezzo di questa pandemia, ai funzionari e agli eletti locali, meritate un ringraziamento speciale da parte dell’intera nazione. Alla mia squadra, a tutti i volontari e a tutti coloro che hanno dato così tanto di se stessi per rendere possibile questo momento, ve lo devo. Sono in debito con voi. Vi devo tutto.
Tutti coloro che ci hanno sostenuto, sono orgoglioso della campagna che abbiamo costruito e condotto. Sono orgoglioso della coalizione che abbiamo messo insieme, la coalizione più ampia e diversificata della storia. Democratici, repubblicani, indipendenti, progressisti, moderati, conservatori, giovani, anziani, della città, della periferia, delle contee rurali, gay, eterosessuali, transgender, bianchi, latini, asiatici, nativi americani.
Lo dico sul serio, soprattutto in quei momenti in cui questa campagna era al suo punto più basso, la comunità afroamericana si è schierata nuovamente al mio fianco. Mi avete sempre guardato le spalle. E io ora guarderò le vostre.
Ho detto all’inizio che volevo che questa campagna rappresentasse e assomigliasse all’America. L’abbiamo fatto. Questo è come voglio che quest’amministrazione assomigli e agisca.
Per tutti quelli di voi che hanno votato per il presidente Trump, comprendo la delusione di stasera. Ho perso un paio di volte io stesso. Ma ora diamoci una possibilità a vicenda. È ora di mettere da parte la dura retorica, abbassare i toni, rivedersi, ascoltarsi di nuovo. Per fare progressi, dobbiamo smettere di trattare i nostri avversari come nostri nemici. Non sono i nostri nemici. Sono americani. Sono americani.
La Bibbia ci dice di tutto, c’è un tempo per costruire, un tempo per mietere e un tempo per seminare e un tempo per guarire. Questo è il momento di guarire l’America. Ora che questa campagna è finita, qual è il volere del popolo? Qual è il nostro mandato? Credo che sia questo: gli americani ci hanno chiamato per schierare le forze della decenza, le forze dell’equità. Per schierare le forze della scienza e le forze della speranza nelle grandi battaglie del nostro tempo, la battaglia per controllare il virus, la battaglia per costruire la prosperità, la battaglia per garantire l’assistenza sanitaria alle vostre famiglie, la battaglia per ottenere la giustizia razziale e sradicare il razzismo sistemico in questo paese. E la battaglia per salvare il nostro pianeta tenendo sotto controllo il clima. La battaglia per ripristinare il decoro, difendere la democrazia e dare a tutti in questo paese una giusta possibilità. È tutto ciò che chiedono: una possibilità.
Ragazzi, il nostro lavoro inizia con il controllo del Covid. Non possiamo riparare l’economia, ripristinare la nostra vita e assaporare i momenti più preziosi di essa, per abbracciare i nostri nipoti e i nostri figli ai compleanni, ai matrimoni, alle lauree, tutti i momenti che ci interessano di più, finché non avremo la situazione sotto controllo. Lunedì nominerò un gruppo di importanti scienziati ed esperti come consulenti per la transizione, per aiutare a prendere il piano “Biden-Harris Covid” e convertirlo in un progetto d’azione che inizierà il 20 gennaio 2021. Quel piano sarà costruito su una solida base scientifica. Sarà costruito con compassione, empatia e preoccupazione. Non risparmierò nessuno sforzo o alcuno impegno per superare questa pandemia.
Amici, sono orgoglioso di essere un democratico, ma governerò come presidente americano. Lavorerò tanto per quelli che non hanno votato per me quanto per quelli che l’hanno fatto. Lasciamo che questa cupa era di demonizzazione in America finisca. Qui e ora. Il rifiuto di Democratici e Repubblicani di cooperare tra loro non è una forza misteriosa al di fuori del nostro controllo, è una decisione, una scelta che facciamo. Se possiamo decidere di non cooperare, allora possiamo decidere di collaborare. Credo che questo faccia parte del mandato conferitoci dal popolo americano. Vogliono che cooperiamo nei loro interessi, e questa è la scelta che farò. Chiederò al Congresso, ai Democratici e ai Repubblicani, di fare questa scelta con me.
La storia americana parla di un lento ma costante ampliamento delle opportunità in America. E voglio sia chiaro: troppi sogni sono stati rinviati per troppo tempo. Dobbiamo rendere reale la promessa di un paese per tutti, indipendentemente dalla razza, dall’etnia, dalla fede, dall’identità o dalla disabilità.
Amici, l’America è sempre stata plasmata da punti di svolta nel tempo in cui abbiamo preso decisioni difficili su chi siamo e cosa vogliamo essere: Lincoln nel 1860 salvò l’Unione, FDR nel 1932 promise a un paese assediato un nuovo patto, JFK nel 1960 promise una nuova frontiera, e 12 anni fa, Barack Obama scrisse la storia e ci disse “Yes, we can”.
Bene, amici, siamo a un punto di svolta. Abbiamo l’opportunità di sconfiggere la disperazione, per costruire una nazione di prosperità e con uno scopo. Possiamo farlo. So che possiamo farlo. Ho parlato a lungo della battaglia per l’anima dell’America. Dobbiamo ripristinare l’anima dell’America. La nostra nazione è plasmata dalla battaglia costante tra i nostri aspetti migliori e i nostri impulsi più oscuri. E quello che i presidenti dicono in questa battaglia è importante. È tempo che prevalgano i nostri lati migliori.
Stasera, il mondo intero sta guardando l’America, e credo che, al nostro meglio, l’America sia un faro di luce per il globo. Condurremo non solo con l’esempio del nostro potere, ma con il potere del nostro esempio. So di aver sempre creduto, e molti di voi me lo hanno sentito dire, ho sempre creduto che possiamo definire l’America in una parola: possibilità. E che in America a tutti dovrebbe essere data l’opportunità di spingersi oltre i propri sogni per andare dove l’abilità donata da Dio li porterà. Vedete, io credo nelle possibilità di questo paese. Guardiamo sempre avanti, avanti verso un’America più libera e più giusta, avanti verso un’America che crea posti di lavoro con dignità e rispetto, avanti verso un’America che cura malattie come il cancro e l’Alzheimer, avanti verso un’America che non lascia nessuno indietro, avanti verso un’America che non si arrende mai. Che non si arrende mai.
Questa è una grande nazione. È sempre stata una cattiva scelta scommettere contro l’America. Siamo brave persone. Questi sono gli Stati Uniti d’America. Non c’è mai stato nulla, nulla, che non siamo stati in grado di fare quando l’abbiamo fatto insieme.
Gente, negli ultimi giorni della campagna, ho iniziato a pensare a un inno che significa molto per me e la mia famiglia, in particolare per il mio defunto figlio, Beau. Descrive la fede che mi sostiene e che credo sostenga l’America. Spero, davvero lo spero, che possiamo fornire un po ‘di conforto e sollievo ai 230.000 americani che hanno perso una persona cara a causa di questo terribile virus quest’anno. Il mio cuore va a ciascuno di voi. Spero che questo inno vi dia anche conforto.
Fa così. “E ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila ti reggerà sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai”. Ora, insieme sulle ali dell’aquila, ci imbarchiamo nell’opera che Dio e la storia ci hanno chiamato a realizzare. Con il cuore pieno e mani salde, con fede nell’America e negli altri, con amore per la patria, per la sete di giustizia, cerchiamo di essere la nazione che sappiamo di poter essere, una nazione unita, una nazione rafforzata, una nazione guarita, gli Stati Uniti d’America.
Signore e signori, non c’è mai stato niente che abbiamo provato e che non siamo stati in grado di fare. Ricordatevi di questo! Come diceva mio nonno quando uscivo da casa sua, quando ero bambino a Scranton: “Joey, abbi fede”. E mia nonna, quand’era viva, che aggiungeva gridando: “No, Joey. Diffondila”. Diffondiamo la fede. Dio vi ama tutti. Possa Dio benedire l’America e possa Dio proteggere le nostre truppe. Grazie, grazie, grazie!
Traduzione di Marco Michieli

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