Il sistema di divisione delle spoglie – o spoils system – è ben radicato nella politica italiana. Dal livello nazionale a quello locale. Chi vince cerca di attribuire posti di vario genere ai propri sostenitori, ai propri amici – gli anglofoni lo chiamano cronyism – oppure ai familiari (più noto come nepotismo). Nemmeno gli ambiti che si auspicherebbero lontani da modalità di questo tipo, come il mondo della cultura, sembrano esserne immuni.
Almeno questo è quello che si apprende dalla polemiche scoppiate per un’interrogazione del consigliere comunale del Pd Giuseppe Saccà a proposito della nomina dell’Execuive manager del Teatro Stabile del Veneto, di cui il Teatro Goldoni di Venezia fa parte.

Nell’interrogazione firmata da consiglieri del Pd, Tutta la città Insieme, Venezia 2020, Italia Viva, Verde e Progressista e dal Movimento Cinque Stelle, Saccà cita un articolo apparso nell’edizione veronese del Corriere della Sera dal titolo “Comune in fibrillazione”, uscito il 23 ottobre. In tale articolo la scelta dell’Executive manager, una figura nuova per il Teatro Stabile che aveva già suscitato discussioni all’interno del consiglio di amministrazione dell’istituzione, sarebbe attribuito sulla base “di dinamiche tutte interne al Comune di Verona in un gioco di incastri e riassetti della gestione del potere nella città scaligera”. Secondo l’articolo, infatti, la scelta ricadrebbe su Fabio Gamba, l’attuale direttore generale del Comune di Verona “che non presenta alcuna competenza in campo culturale”.
L’interrogazione pertanto chiede quali siano state le modalità di valutazione dei diversi candidati che hanno partecipato al bando di concorso per la carica di Executive Manager e se il sindaco di Venezia Luigi Burgnaro, che ha anche la delega alla cultura, fosse “a conoscenza della scelta fatta dall’ente di introdurre una figura non prevista dallo statuto con i relativi costi e il cambio implicito di governance”.
Ma non è solo una modalità di scelta che lascia perplessa l’opposizione comunale. Nel suo blog, infatti, Saccà spiega chi sia Fabio Gamba, l’attuale direttore generale del comune di Verona:
“Quando la polizia ferma i ‘bravi ragazzi’ tatuati e rasati di Forza Nuova, Fabio Gamba all’epoca assessore comunale alla sicurezza, li va a festeggiare all’uscita della Questura”. Così il 21 luglio 2000 Paolo Rumiz per La Repubblica introduceva al grande pubblico il profilo dell’attuale direttore generale del comune di Verona. Fabio Gamba ha infatti un curriculum con solide radici di militanza nel Movimento Sociale Italiano e tutta la sua carriera politica è stata all’insegna di un pensiero a suo agio con le nostalgie per il Ventennio, che si è tradotta, tra le altre cose, in una forte intolleranza verso i migranti. Per contro la sua esperienza nel campo della gestione di istituzioni culturali è pari a zero.
Alla critiche di Saccà ha risposto Giampiero Beltotto, il presidente del Teatro stabile del Veneto ed ex giornalista Rai che ha seguito la comunicazione di Luca Zaia quando era ministro delle Politiche agricole e poi quando è stato eletto presidente della Regione:
Saccà è un diffamatore e voglio querelarlo […] dice in pratica che noi abbiamo già deciso la nomina di un concorso pubblico. Questa non è una critica politica, questo è diffamazione perché lascia intendere che io o altri stiamo imbrogliando o cambiando le carte di un concorso pubblico.
Tra pochi giorni dovrà esser presa la decisione. In attesa di un altro concorso previsto a gennaio per la scelta del nuovo direttore artistico.


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