Una famiglia “normale”? Un gioco da ragazzi

L’ultimo romanzo di Enrico Ruggeri racconta le vicende della famiglia Scarrone durante il secondo dopoguerra fino agli anni Novanta, intrecciando storia, politica, amore e musica.
BARBARA MARENGO
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“Le battaglie vanno combattute anche quando la sconfitta è lì che aspetta e ti guarda beffarda negli occhi”, afferma zia Margherita davanti alla famiglia Scarrone, che di battaglie ne ha combattute e ne combatte tante. Un gioco da ragazzi: è il titolo dell’ultima fatica letteraria di Enrico Ruggeri, in uscita per la casa editrice La nave di Teseo. Ruggeri, cantautore e scrittore, ha composto questo corposo romanzo ripercorrendo mezzo secolo di storia italiana sulle vicende di una famiglia “normale” in una Milano centro della vita sociale e politica dal dopoguerra agli anni Novanta.

L’autore, più noto al grande pubblico come originale musicista da quarant’anni sulla scena, ha alle spalle una produzione letteraria varia, composta da romanzi, racconti e poesie. È anche conduttore radiofonico.

Un gioco da ragazzi è una galoppata che ripercorre le vicende familiari di quella che potrebbe essere una delle tante famiglie nate nel primo dopoguerra, in quella Milano che tragicamente passò dal fascismo ai bombardamenti bellici, dalla Resistenza alla tragedia di Piazzale Loreto lasciando lacerazioni e divisioni mai del tutto elaborate neppure a guerra finita.

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Carlo e Anna, nonostante provengano da famiglie politicamente agli antipodi nell’immediato secondo dopoguerra, faticosamente provano a costruire una vita di lavoro, nascita di figli, primi spiragli di benessere, anni che potrebbero essere scanditi da una normalità banale. Ma il 1968 incalza, portando a galla tutte le contraddizioni di una società cresciuta in fretta nel benessere effimero degli anni Sessanta: una linea di contestazioni dalla scuola alle fabbriche che sfocia in passione politica estrema, guastata da terrorismo di destra e di sinistra.

La “normale” famiglia del serio professore universitario Carlo Scarrone è sconvolta dall’incalzare degli avvenimenti e subisce quegli anni durante i quali tutto è messo in discussione, attraverso la scuola, il lavoro, le istituzioni, in un crescendo di tensione che l’autore descrive attraverso le vite dei protagonisti.

Altri nomi si aggiungono a quelli di Carlo e Anna, che cercano di rimanere entro i limiti di un’esistenza sicura, con i figli Mario, Vincenzo, Aurora, le nonne e la zia Margherita, la prima automobile, la televisione, la casa di vacanze sul lago di Como… Il panorama del romanzo si dilata e coinvolge decine di altre persone, ai due fratelli “in cerca di ideali” non bastano più le rassicuranti protezioni e i riti familiari, Mario e Vincenzo si introducono in ambienti che li proiettano verso spirali violente su fronti diametralmente opposti.

Assieme all’atmosfera cupa legata agli attentati, agli agguati, ai rapimenti, alle occupazioni, alle tensioni sociali, gli italiani imparano a conoscere i feroci nomi di schieramenti di opposte fazioni di destra e sinistra, dal Fronte della Gioventù alle Brigate Rosse: incalzante il coinvolgimento di Mario e Vincenzo, i figli di un Carlo sempre più spaventato e insicuro, di un’Anna che cerca di tenere uniti i fili familiari assieme alla piccola Aurora, che ama incondizionatamente i fratelli maggiori sempre più lontani.

Milano e Roma, ma anche la campagna toscana tra rifugi clandestini, ville protette e fiumi di danaro, espropri proletari e amori coinvolgenti, fanno sì che le vite dei protagonisti cambino: “anime candide” un tempo piene di ideali si scontrano con l’uso delle armi, stragi e attentati marcano tragicamente la storia del paese e la vita della famiglia. La militanza politica di Mario e Vincenzo impone scelte definitive e drastiche alle loro giovani esistenze, marcando un percorso che dividerà i fratelli per lunghi anni. Passare dall’ideale alla pratica violenta dell’uso delle armi, quello è il discrimine. Ruggeri descrive attraverso dialoghi serrati le differenti situazioni e gli amori, le fughe e le denunce, i processi e le scelte finali dei due ragazzi oramai uomini braccati.

Come spesso accade, sarà una giovane donna, la sorella Aurora, a riunire le file di quella che avrebbe potuto essere una famiglia “normale”. Aurora ha un nome di speranza, lei che negli anni di piombo era troppo piccola per capire ma che riesce a districarsi in un mondo difficile mettendo a frutto quello che l’ha unita ai fratelli inconsapevolmente, l’amore per la musica. Così Aurora realizza la sua vita, finalmente, anche se vissuta tra incubo e sogno: incubo per la sorte dei fratelli e sogno per l’amore e il lavoro che la coinvolge.

Lei è l’unica che si salva, mentre un destino differente è segnato sia per Mario che per Vincenzo, che capiscono come la vita non sia proprio “un gioco da ragazzi”.

Chi leggerà il libro potrà seguire un ulteriore itinerario, un ventennio di musica che ha cambiato il mondo, i ragazzi degli anni Settanta ritroveranno lo spirito dei primi dischi in vinile ascoltati la sera con gli amici, fino ai grandi concerti internazionali che hanno coinvolto la giovane società europea pacificando gli spiriti.

Ogni artista ha la sua storia, il suo percorso, le sue manie, le sue debolezze, le sue ingenuità, le sue gelosie: noi dobbiamo metterlo nelle condizioni ideali per trasformare in musica tutto quello che c’è dentro la sua anima complicata. Poi dobbiamo comunicare a più persone possibile che lui ha tanto da dire…

Questo è il messaggio che Enrico Ruggeri cantautore lancia attraverso il suo ultimo romanzo, pieno di spunti di riflessione sfaccettata verso mondi diversi e complicati, epoche che sembrano lontanissime, anni vissuti in emergenza, periodi tormentati e incerti, insicuri e allarmanti. Momenti che hanno qualche similitudine con quelli che viviamo oggi con la pandemia?

Una famiglia “normale”? Un gioco da ragazzi ultima modifica: 2020-11-24T12:46:29+01:00 da BARBARA MARENGO
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