Parrebbe un’occasione sprecata per mettere a fuoco il vero nocciolo del problema che affligge il nostro paese, l’evasione fiscale, che secondo alcuni calcoli si aggira sui 211 miliardi (Istat 2019 – Commercio ingrosso e dettaglio, ristorazione, autonomi e lavoro nero di alcune categorie). Una realtà che fa dell’Italia il primo evasore fiscale in Europa. Così facendo si evita l’evidenza di riflettere sulle cause delle disparità esistenti, dovute in gran parte al fatto che nel nostro paese, ancora adesso, rimane lettera morta il dettato costituzionale secondo il quale ogni cittadino paga imposte in proporzione a quanto guadagna, laddove invece il gap determinato dall’evasione fiscale incide per circa il dodici per cento sul prodotto interno lordo, e la stessa Corte dei Conti ha recentemente ammesso che i risultati della lotta all’evasione sono a dir poco modesti.
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Ancora una volta chi si è fatto promotore della proposta di patrimoniale ha evitato di affrontare alla radice il problema. Col risultato di far pagare un’imposta progressiva a carico di soggetti fiscalmente noti che detengono dei patrimoni a partire dai 500.000 euro.
Il Fondo monetario internazionale avrebbe recentemente auspicato una patrimoniale, in prima fase orientata tassando la “prima casa” e in seguito adottando l’idea di una patrimoniale una tantum a carico dei contribuenti molto ricchi. Negli ultimi decenni sono aumentate le disuguaglianze che finiscono per frenare la crescita economica, e l’accrescimento del peso fiscale attraverso queste proposte di manovra economica non risolverebbe sicuramente il problema dell’evasione fiscale in Italia, anzi esula del tutto dal problema.
A parere del Sindacato Finanzieri Democratici il paese Italia ha bisogno di una vera riforma nel contrasto all’evasione, alla luce dei modesti risultati ottenuti dall’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di Finanza, per consentire di raggiungere un equo rapporto fisco/servizi.
In quest’ottica, il Sindacato Finanzieri perseguirà l’obiettivo di proporre una seria riforma del Corpo, che preveda un diverso impiego del personale liberandolo da compiti secondari, non consoni allo status di appartenenti a una polizia economico finanziaria, a cui attualmente vengono affidati, che sia snellito nella sua pletorica dirigenza, e al quale devono essere garantite formazione e specializzazione al passo con i tempi in grado di combattere una guerra all’evasione fiscale sempre più articolata nei metodi e nei settori economici.
Non è con la penalizzazione di chi già paga le tasse che il nostro paese potrà affrontare la crisi tremenda che l’epidemia ci lascerà in eredità, ma con gli strumenti dell’equità sanciti dalla nostra Costituzione e con una polizia economico finanziaria, a ordinamento civile, efficiente, che metta fine agli sprechi, scandali e inefficienze generati da decenni di ordinamento militare della Guardia di Finanza.


Democrazia indivisa. Il ’68 del Movimento dei Finanzieri Democratici
di Claudio Madricardo, edito da ytali., racconta vicende di un periodo molto intenso della nostra storia recente, che videro protagonisti dei militari di uno dei corpi costitutivi del nostro sistema democratico, la Guardia di Finanza. Vicende che furono il risultato delle grandi trasformazioni che segnarono quell’epoca e che al tempo stesso contribuirono ad alimentarle.
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