La sorpresa di Pordenone

La città friulana è in vetta alla classifica annuale delle città in cui si vive meglio in Italia. Ma in quanto a tempo libero e turismo il primo posto spetta a Siena. E a Isernia per il sistema salute.
ARIANNA TOMASI
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[PORDENONE]

Ogni anno, Italia Oggi e l’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, producono una ricerca accurata e dettagliata sulla qualità della vita nelle centosette città italiane capoluogo di provincia. Obiettivo ultimo della ricerca, al fine di produrre un riscontro concreto, è la costruzione di una classifica su base nazionale. Quest’ultima traduce fedelmente i risultati delle analisi effettuate ed è uno strumento certamente più immediato e semplificato per comprendere i principali risultati dello studio condotto.

I parametri che sono analizzati sono molteplici, i criteri adottati rigorosi e precisi, gli ambiti coinvolti altrettanto multiformi. Più precisamente, nove sono le dimensioni prese in considerazione: affari e lavoro, ambiente, sicurezza sociale, istruzione-formazione-capitale umano, popolazione, sistema salute, reddito e ricchezza, tempo libero, reati e sicurezza.

L’edizione 2020, la ventiduesima, è stata in qualche modo “intaccata” dalla pandemia ancora in corso: per fornire maggiore realismo alla ricerca, si è deciso di inserire tre indicatori relativi alla mortalità e all’incidenza dei casi registrati di Covid-19, sulla base dei dati resi disponibili dall’Istat il 12 ottobre e relativi ai decessi nei primi otto mesi dell’anno. Di conseguenza, anche nella classifica generale risulta evidente come le città più colpite dall’epidemia di coronavirus siano anche quelle che hanno perso più posizioni rispetto all’anno 2019.

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Per citare qualche esempio: Bergamo è scesa dalla ventiseiesima posizione alla quarantesima, Lodi ha perso trentasette posizioni, Milano sedici, Piacenza quarantuno, Cremona quarantasei. Tuttavia, occorre precisare che non è stato ancora possibile rilevare tutti gli effetti della pandemia: per esempio, le ripercussioni sul reddito a lungo termine figureranno sulle statistiche ufficiali solo tra qualche anno.

Come pubblicato sul numero di Italia Oggi del 30 novembre 2020, al vertice della classifica di quest’anno si colloca Pordenone, città (e provincia) in cui, secondo questa ricerca, si vive meglio. Il Comune di Pordenone ha poco più di cinquantunomila abitanti, mentre come provincia comprende cinquanta comuni, per un totale di 312.619 abitanti (dati aggiornati al 31 dicembre 2019). Pordenone si è guadagnata la vetta della classifica poiché capofila del “Gruppo 1”, ossia quello in cui la qualità della vita è considerata “buona” in cinque parametri sui nove totali elencati in precedenza.

Ciascuno di questi si suddivide a sua volta in numerose sottocategorie che permettono di analizzare più a fondo la dimensione considerata e di attribuire una valenza maggiore al dato generale. Inoltre, la qualità della vita è valutata in ciascuno di questi parametri e riceve un giudizio tra quattro possibili: buona, accettabile, scarsa, insufficiente. In generale, secondo la ricerca, la qualità della vita in Italia risulta essere buona o accettabile in più della metà delle province italiane (sessanta su centosette). Il restante 42,5 per cento delle province è caratterizzato da una qualità della vita scarsa o insufficiente, anche se il dato è più positivo rispetto al 44 per cento dell’anno 2019.

Una veduta dall’alto della città di Pordenone

Analizzando uno a uno i parametri considerati si scoprono molti risvolti interessanti che costruiscono un quadro certamente complesso ma al contempo davvero completo. Affari e lavoro, che vede Bolzano, Bologna e Trento ai primi tre posti, prende in esame indicatori quali il tasso di occupazione e di disoccupazione, l’importo medio dei protesti per abitante, il numero di start-up e piccole e medie imprese innovative, il numero di imprese registrate e cessate. La vincitrice Pordenone in questa classifica si piazza alla dodicesima posizione.

Per quanto riguarda la dimensione ambiente, Pordenone è prima per la sua regione e terza nella classifica generale del parametro. Gli indicatori presi in esame non hanno a che fare solo con le emissioni di sostanze inquinanti, come il biossido di azoto e il PM2,5, o con i consumi idrici e di energia elettrica, la raccolta dei rifiuti urbani, la circolazione dei veicoli. Ma attribuiscono maggiore importanza agli atteggiamenti virtuosi: estensione di pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici, densità delle piste ciclabili, disponibilità di aree pedonali e di verde urbano, presenza di autoveicoli elettrici e ibridi, offerte di trasporto pubblico e raccolta differenziata.

La loggia del Municipio di Pordenone, all’inizio di Corso Vittorio Emanuele II.

Il terzo parametro analizza la sicurezza: se Ascoli Piceno è la provincia più sicura d’Italia, Rimini rimane in ultima posizione per il terzo anno consecutivo, mentre Pordenone si posiziona all’ottavo posto. Elementi considerati sono gli omicidi volontari, colposi e preterintenzionali, i tentati omicidi, le lesioni dolose e percosse, le violenze sessuali, i sequestri di persona, i reati connessi allo spaccio e allo sfruttamento della prostituzione, gli scippi, i furti, le estorsioni e rapine, le truffe e frodi informatiche. Pordenone, nella classifica di questo indicatore, è quinta.

Accanto alla dimensione della sicurezza in senso lato, un altro parametro analizzato è quello della sicurezza sociale. Da quest’anno non si sofferma più solo su otto indicatori, ma, come anticipato in precedenza, aggiunge anche tre indicatori legati all’attuale crisi pandemica: l’incidenza dei casi registrati di Covid-19, la variazione nella mortalità registrata nel periodo 1° gennaio-31 agosto 2020 fra gli individui di età inferiore a 65 anni e fra gli individui di età maggiore o uguale a 65 anni rispetto alla media registrata negli anni 2015-2019.

La classifica di questa dimensione si apre con la provincia di Imperia, che scala ben ottantanove posizioni rispetto all’anno scorso, mentre Pordenone è al ventesimo posto. In questa dimensione sono analizzati i dati relativi agli infortuni sul lavoro, il numero di suicidi, le morti per tumore, le morti e i feriti per incidenti stradali, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), le dimissioni di pazienti in TSO (trattamento sanitario obbligatorio), i disabili per mille residenti, i reati a sfondo sessuale e i tre indicatori legati al Covid-19.

Istruzione-formazione-capitale umano è il quinto parametro considerato. Esso comprende sei indicatori, tratti dal Bes (Benessere equo e sostenibile) curato dall’Istat: il tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia, la percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria superiore, la percentuale di persone di età compresa tra 25 e 39 anni in possesso di laurea o altri titoli cosiddetti terziari, la percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni coinvolte in attività di formazione permanente, i punteggi medi di valutazione della competenza alfabetica e numerica degli studenti. È Trento la capolista in questa classifica, mentre Pordenone è al quarantesimo posto.

Per il quinto anno consecutivo, Bolzano si conferma al primo posto nella classifica della popolazione. Quest’ultima è determinata da fattori quali la densità demografica, il numero di emigrati ogni mille residenti, le morti ogni mille residenti, il numero di immigrati ogni mille residenti, il numero di nati vivi ogni mille residenti, il numero medio dei componenti delle famiglie. In questa classifica Pordenone è al ventisettesimo posto.

La dimensione “sistema salute” è stata oggetto di diverse modifiche rispetto all’anno scorso: sono stati eliminati quattro indicatori e ne sono stati aggiornati degli altri. Al primo posto figura Isernia, mentre Pordenone è in ventunesima posizione. I parametri considerati sono i posti letto nei reparti specialistici, le apparecchiature diagnostiche, i posti letto in ostetricia e ginecologia, cardiologia, cardiochirurgia e unità coronariche, in terapia intensiva e intensiva neonatale, in oncologia, gli acceleratori lineari, la gamma camere, le apparecchiature per imaging a risonanza magnetica, i tomografi assiali computerizzati. Pordenone è in ventunesima posizione.

La torre del Duomo di San Marco, patrono della città di Pordenone

Tempo libero e turismo vedono Siena al primo posto della classifica. Gli indicatori analizzano le strutture dedicate al turismo e quelle dedicate al tempo libero, gli agriturismi, gli alberghi, i ristoranti, i bar e le caffetterie, le sale cinematografiche, le palestre, le associazioni ricreative, artistiche e culturali e le librerie. In questa classifica Pordenone è sessantasettesima: è la classifica in cui la città si pone alla posizione più bassa.

Infine, l’ultimo parametro è quello del reddito e della ricchezza, che vede Milano capolista esattamente come l’anno scorso. Gli indicatori considerati spaziano dal reddito medio disponibile pro capite alla retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, dall’importo medio annuo delle pensioni agli indicatori specifici relativi al prezzo degli immobili.

La sorpresa di Pordenone ultima modifica: 2020-12-12T17:47:21+01:00 da ARIANNA TOMASI
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