Anno scolastico 2020/2021. L’inizio è in presenza, ma con molte limitazioni. Il consueto viaggio all’estero quest’anno è fuori discussione. Iniziative come conferenze e dibattiti, inimmaginabili. A novembre la didattica a distanza. Come fare, allora, per poter apprendere al meglio la lingua tedesca e per comprendere il più possibile la realtà della Germania l’ultimo anno di scuola, a ridosso dell’esame di maturità? Anche una criticità estrema offre opportunità. Come la possibilità di avere “ospite” un personaggio che, normalmente, farebbe fatica da Roma a essere tra noi in presenza a Treviso. Ed ecco che per la 5a del Liceo linguistico Antonio Canova di Treviso, si pensa di organizzare un incontro speciale online. Con chi più d’ogni altro ci può far entrare da lontano nella Germania oggi così inaccessibile, in tempi di Covid. Parliamo del corrispondente da Roma della Frankfurter Allgemeine Zeitung, Tobias Piller. La FAZ, com’è chiamato il giornale, è uno dei più influenti in Germania. E Piller ne è ormai da anni il corrispondente “storico”. Vive in Italia dal 1992. È stato presidente della Stampa estera. Conosce molto bene il nostro paese, che ha visitato in lungo e in largo, compresa la nostra Regione che conosce come pochi altri inviati speciali. Spesso ospite di trasmissioni radio e tv, è volto noto in Italia che ama. Ma resta molto legato al suo paese, che ha piacere di raccontare a chi sia curioso di conoscerlo. Come noi, nella conversazione – in tedesco – che abbiamo avuto con lui il 20 novembre scorso, nel corso della quale sono stati affrontati diversi temi, con l’occhio rivolto alle somiglianze e alle differenze tra i due paesi. La conversazione si è svolta in tedesco. Piller ha molto apprezzato la conoscenza della lingua dei suoi giovani interlocutori. Da parte loro, i ragazzi si sono detti molto soddisfatti di un incontro che ”ha permesso di esercitarci nell’ascolto della lingua tedesca e di approfondire tematiche attuali sia in Germania che in Italia che solitamente trattiamo in classe”.
Sono i ragazzi stessi a raccontare l’incontro nel testo che segue, diviso in segmenti, secondo i temi trattati [Sandra Paoli, professoressa di Tedesco al Liceo Canova].

Online-Unterricht (Didattica a distanza)
Con Tobias Piller analizziamo le modalità di insegnamento in Germania, confrontandole con quelle italiane. Il giornalista ci fa notare quanto il sistema scolastico in Germania, appena la diffusione del virus ha comportato la chiusura delle scuole, non fosse preparato all’avvio della didattica a distanza, come, d’altronde, lo era quello italiano. Tuttavia, mentre il sistema scolastico tedesco, sotto il punto di vista tecnologico era ben attrezzato, quello italiano non lo era altrettanto.
A marzo, in Italia, la chiusura delle scuole a livello nazionale è stata dichiarata direttamente dal presidente del consiglio Conte. Da novembre in poi, però, ogni regione italiana è trattata singolarmente in base al numero di contagi. In Germania, invece, ogni Land ha gestito e continua a gestire autonomamente l’orario e le modalità delle lezioni.
Ausbildung und Arbeitsplätze (Istruzione e posti di lavoro)
Interpelliamo Piller sull’efficacia delle “Jobmaschinen” [motori di ricerca per annunci di lavoro]. Il giornalista puntualizza che, in tempi normali, in Germania si preferisce il colloquio diretto con il candidato. Le “Jobmaschinen” offrono solamente una prima idea delle effettive opportunità lavorative presenti sul mercato. È comunque sempre consigliato recarsi presso degli Assessment Center per un ulteriore approfondimento. Nella domanda di lavoro è molto importante scrivere per quale motivo si intenda lavorare specificamente per un determinato datore di lavoro e non per altri. I datori di lavoro ne tengono molto conto. Il giornalista mette in evidenza come in Germania sia spesso dato maggior peso all’esperienza lavorativa acquisita rispetto ai titoli di studio conseguiti.
Una domanda mette al centro dell’attenzione le condizioni di lavoro delle donne incinte e i loro diritti e tutele nel periodo di maternità. C’è flessibilità, dice Piller, e si cerca di dare un nuovo ruolo adatto alla lavoratrice in gravidanza. Dopo il parto, è solito che anche i padri restino a casa con il proprio figlio, per un periodo fino a tre mesi. In Italia, invece, è più frequente che sia la madre a farlo.
La conversazione si sposta, si parla dei giovani tedeschi e del loro atteggiamento – come per gli inglesi? – sulla possibilità di lavorare part-time durante la frequentazione del liceo o di una scuola superiore. Il giornalista tedesco risponde, sì, gli impieghi part-time sono apprezzati, come un modo per fare esperienza nel campo del lavoro. È un modo peraltro per disporre di soldi propri, anche se si tratta spesso di occupazioni mal pagate o umili (ad esempio lavorare al Mc Donald’s o come segretaria). Piller racconta come egli stesso, da giovane, lavorò alla Pirelli, e fu un’occasione per migliorare la sua conoscenza dell’inglese e del francese.

Schwarzarbeit (Lavoro nero)
È stata una preziosa opportunità parlare con un esperto di argomenti attuali che ci riguardano da vicino, ma soprattutto è stato utile poter esporre le nostre domande. In questo modo abbiamo potuto instaurare una vera e propria conversazione, attraverso la quale non solo abbiamo appreso nuove nozioni su temi fondamentali che sono all’ordine del giorno, ma anche approfondito la lingua tedesca dal punto di vista pratico.
Ed entrando più nello specifico, abbiamo trovato interessante quanto ha detto a proposito del tema della condizione degli immigrati, e in particolare del lavoro in nero che tocca da vicino la Germania come l’Italia. Naturalmente il lavoro nero non riguarda solo gli immigrati. Problematica è anche una zona “grigia”, cioè quell’area di confine tra quello che può essere considerato un lavoretto occasionale e temporaneo e un vero e proprio lavoro svolto senza le carte in regola.
Sempre in tema di occupazione temporanea – ma nella legalità – in Germania ci sono possibilità più elevate di trovare un lavoro a termine rispetto a quanto accade in Italia. I cosiddetti “mini jobs” hanno successo, sono lavori con una retribuzione mensile massima di €450 avendo però la garanzia di essere in regola. Questo, sostiene Piller, consente a chi è in difficoltà economica e ai giovani lavorare “in chiaro”, legalmente, anche se pagati male o poco, piuttosto che finire nel lavoro in nero. Nel complesso, dunque, il fenomeno del lavoro nero, pur presente anche in Germania, è meno diffuso che in Italia.
E la pensione? Chi fa lavoro in nero è anche penalizzato dalla prospettiva di non poter godere della pensione, quando sarà anziano. Ma anche la vita lavorativa si è allungata in Germania per poter andare in pensione. Cinquant’anni di lavoro! Se non ci si arriva, alla pensione, lo stato può dare un aiuto economico pari a cinquecento euro al mese, ma anche l’assegnazione di un piccolo appartamento.
Si parla delle misure per far fronte alla crisi, che provoca conseguenze serie per l’occupazione. C’è qualcosa come la cassa integrazione in Germania? C’è, risponde Piller, ma spesso nel periodo in cassa integrazione, chi ne gode svolge anche un lavoro part-time, ma questo in tempi normali.

Migration (Migrazione)
Si arriva al tema della migrazione, approfondendo in particolare l’aspetto dei richiedenti asilo. Questo è un argomento attuale. Con Piller abbiamo la possibilità di conoscere la situazione in Germania e confrontarla con quella italiana. Egli ci conferma che, come in Italia, i richiedenti asilo sono per la maggior parte uomini giovani in cerca di un futuro migliore. Molti di loro, una volta conclusi gli studi nel loro paese d’origine, emigrano in Germania per trovare un buon lavoro, nonostante il viaggio sia spesso molto pericoloso.
Successivamente, Piller c’informa sulle tempistiche per ottenere la cittadinanza. In Germania i tempi di attesa sono relativamente brevi e vanno in genere dai sei agli otto mesi, a differenza dell’Italia dove bisogna attendere più a lungo.
La prima accoglienza si deve ad associazioni come Caritas e Katholische Frauen. Qui gli immigrati hanno la possibilità di frequentare corsi gratuiti di lingua tedesca per essere integrati al meglio. Una volta ottenuta la cittadinanza, i richiedenti asilo ottengono gli stessi diritti dei cittadini tedeschi.
Gesundheit/Lebensstil (Salute/stile di vita)
Inevitabile che la conversazione tocchi il tema della pandemia, cercando di approfondire come in questo momento le due nazioni stiano affrontando questa emergenza.
Le misure restrittive introdotte dal governo italiano, volte alla tutela del bene comune, innanzitutto evitando la diffusione del contagio, non sono state accolte positivamente da una grande parte dei cittadini, che rivendicano le proprie libertà sociali ed economiche, anche attraverso proteste violente. E in Germania? La situazione sanitaria nel suo paese, racconta Piller, è difficile e ha necessariamente portato a una serie di restrizioni. Tuttavia, i tedeschi non hanno visto così tanti morti come gli italiani. Non hanno visto le scene dei camion dell’esercito a Bergamo che trasportavano le bare delle vittime della pandemia. E proprio per questo una parte dei cittadini non ha compreso l’importanza di prendere misure che contenessero la pandemia, che in Germania sono comunque state meno restrittive.
Nel confronto tra Italia e Germania spicca la gestione dell’emergenza Covid-19 soprattutto dal punto di vista dell’amministrazione dei fondi.
Alcune regioni italiane sono state fortemente criticate per non essersi preparate a una seconda ondata di contagi e ora la situazione nei reparti di terapia intensiva è critica. In Germania, secondo la testimonianza di Tobias Piller, non vi sono stati episodi di grave sovraffollamento delle terapie intensive. Questi reparti dispongono di più posti e attrezzature rispetto a quelli italiani. Inoltre, l’Italia durante l’estate ha allentato le misure preventive alla diffusione del virus molto prima rispetto la Germania e non ha agito rapidamente ideando un piano d’azione appropriato per l’autunno e l’inverno.
Gesundheit und Forschung (Salute e ricerca)
L’ultimo tema affrontato è quello della della ricerca medica.
Al giorno d’oggi è risaputo che per avere una ricerca medica efficiente c’è bisogno di un finanziamento adeguato. Per questo motivo, abbiamo chiesto a Tobias Piller se ci siano fondi sufficienti in Germania per la ricerca e, in caso positivo, se siano presenti progetti per la raccolta di questo denaro. I fondi in Germania, risponde il nostro ospite, sono abbondanti e altrettante sono le associazioni che si impegnano a sostenere economicamente la ricerca medica.
Si parla quindi del vaccino, delle vaccinazioni. I tempi di attesa? La riuscita di operazioni così complesse dipendono anche dal buon funzionamento della burocrazia. In Germania i tempi di attesa sono relativamente brevi, soprattutto in questo periodo di pandemia, dove si sente l’urgenza di trovare una vaccinazione efficace nell’arco di un breve periodo.
La questione ci porta a un’altra, ad essa collegata: la sperimentazione sugli animali in ambito medico. Piller sottolinea come gli animali siano indispensabili a provare la sicurezza e l’efficacia di ogni nuova cura. Grazie ai test sugli animali l’uomo è riuscito a sviluppare diverse cure, come i vaccini: se non ci fossero stati degli studi sugli animali queste cure non sarebbero state possibili e l’uomo avrebbe tardato molto nella creazione di queste nuove medicine. Allo stesso tempo, pensa che sia importante cercare di realizzare la ricerca anche senza ricorrere alla sperimentazione sugli animali.
L’intervista con Tobias Piller si conclude nella soddisfazione di noi tutti. L’esperienza, oltre che molto utile, è stata anche unica. Non capita tutti i giorni a studenti come noi di poter confrontarsi direttamente con una persona di un certo spicco. Auspichiamo che esperienze così si possano ripetere. Per consentirci una conoscenza più approfondita e anche “vissuta” di un paese importante come la Germania e della sua lingua.
Si ringrazia Cristina Metto per aver contribuito alla preparazione dell’incontro.
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