Il beau geste di Augias e il silenzio sulle fregate italiane a al Sisi

L’indignazione nei confronti dell'atteggiamento dei governi europei nei confronti dell’Egitto è selettiva. Protesta verso l’Eliseo e zero comment sulla repubblica italiana, che continua a fare affari con l’Egitto.
MARCO MICHIELI
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[PARIGI]

Corrado Augias ha restituito la Legione d’onore dopo l’assegnazione dell’onorificenza al presidente egiziano al-Sisi da parte del presidente francese Emmanuel Macron. Nella lettera inviata all’ambasciata francese, il giornalista ha tenuto a sottolineare di averlo fatto perché “l’assassinio di Giulio Regeni rappresenta per noi italiani una sanguinosa ferita e un insulto” per il quale si sarebbe aspettato “dal presidente Macron un gesto di comprensione se non di fratellanza, anche in nome di quell’Europa che – insieme – stiamo così faticosamente cercando di costruire”.

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Il gesto è stata lodato in Italia, soprattutto a sinistra, ed è stato seguito da altre rinunce, come riporta il Fatto Quotidiano: Sergio Cofferati, Luciana Castellina e Giovanna Melandri. Cofferati infatti non vuole trovarsi a condividere l’onorificenza francese con al-Sisi; Castellina invece si stupisce del gesto che nessuno si sarebbe aspettato dalla Repubblica francese. Poco importa che con Augias condividessero già l’onorificenza con il presidente Bashar al-Assad (2001) o Vladimir Putin (2006). Poco importa se la storia della Legione d’onore è costellata da polemiche per l’assegnazione a personalità certamente non degne, secondo i criteri della Legione d’onore, così come riportati da Augias. E che la repubblica francese – come molti altri paesi occidentali – abbia sempre trovato un equilibrio tra ragion di stato e i propri ideali talvolta un po’ precario. Perché prima di al-Sisi la Legione d’onore l’avevano ricevuta anche Mussolini, Franco, Tito, Batista, Ceasescu, Bokassa, Omar Bongo, Noriega, Ben Ali. E, per restare all’ambito francese, Maurice Papon, André Tulard e Paul Aussaresses.

Perché il punto centrale della scelta di Augias e degli altri è l’uccisione di Giulio Regeni che, ricordiamo, è morto nel 2016. E ricordiamo anche che Augias è grande ufficiale al merito della repubblica italiana e cavaliere di gran croce al merito della repubblica italiana, rispettivamente dal 2002 e dal 2006. Eppure Augias non si è pensato di restituire l’onorificenza quando il presidente Sergio Mattarella si è congratulato per la ri-elezione bulgara di al-Sisi nel 2018, due anni dopo la morte di Giulio Regeni. Né quando anche più inchieste, ad esempio de L’Espresso, per il quale Augias ha lavorato, hanno chiarito che, anche nei diciotto mesi di assenza dell’ambasciatore italiano, il Belpaese ha continuato a fare affari con l’Egitto. Anche di armi. Né ha pensato di farlo quando l’Italia ha dato il via libera il 7 agosto scorso, mentre gli italiani erano in vacanza, alla vendita di due fregate al governo egiziano.

No, secondo Augias, il problema nella vicenda Regeni, sembra essere l’onorificenza di Macron a al-Sisi. La Francia ha per caso qualche responsabilità nella vicenda del giovane ricercatore ucciso? Se fosse questa l’idea di fondo, se ne dovrebbero fornire anche le prove. Oppure se fossero le difficili – e sicuramente ipocrite – relazioni del paese d’Oltralpe con l’Egitto, un simile trattamento Augias avrebbe dovuto tenerlo con l’Italia. E avrebbe dovuto da tempo restituire le onorificenze italiane ricevute.

E se fosse altro? Forse è un gesto, anche inconscio, per soddisfare il pubblico italiano, già ben disposto ad un atteggiamento ostile e polemico nei confronti dei “cugini” francesi, ma poco interessato alla vicenda Regeni? Oppure forse è semplicemente un attacco a Emmanuel Macron e all’opzione politica che esso rappresenta, un attacco che garantisce qualche pagina a Augias sui giornali della gauche d’Oltralpe (e non solo)?

È in realtà un esercizio collettivo di “memoria corta” che spesso a sinistra si tende ad attribuire agli avversari politici. Un esercizio in cui i nostri intellettuali sembrano eccellere.

Perché la giustizia per Regeni dovrebbero passare in primis per Roma. E attraverso il governo italiano. Che il Pd e altri sostengono. Altrimenti il gesto di Augias, così come le mozioni del Pd nazionale per impedire la vendita di armi all’Egitto (poi cestinata), sono gesti inutili e ipocriti. Fatti sulla memoria di Regeni, proprio quella che intendono tutelare.

Peggio ancora, sono gesti più atti a soddisfare il bisogno di lettori ed elettori di sentirsi bene con se stessi, salvando capra (il governo) e cavoli (la soluzione del caso Regeni). Scaricando sugli altri stati europei – che hanno moltissimi interessi e non agiscono per carità divina – la propria incapacità di rispondere alla domanda se la ragion di stato debba prevalere sulla ricerca della giustizia. È una domanda alla quale la delegazione dei vari partiti di sinistra al governo – il Pd in primis – dovrebbero forse rispondere.

Ma forse non potrebbe piacere la risposta.

Il beau geste di Augias e il silenzio sulle fregate italiane a al Sisi ultima modifica: 2020-12-17T16:28:33+01:00 da MARCO MICHIELI
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1 commento

Claudio 21 Dicembre 2020 a 9:08

Oh, per carità, d’accordo su tutto. Ma non capisco la conclusione (“È una domanda alla quale la delegazione dei vari partiti di sinistra al governo – il Pd in primis – dovrebbero forse rispondere.”) perché vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa c’entra il Pd con la sinistra.

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